FATIMA
Vorrei gridare ma una mano è sulla mia bocca e quasi mi impedisce di respirare se non lasciasse scoperto il naso.
Una voce femminile, un sussurro, un profumo "Stai tranquilla, non ti farò del male.." mi rassicura prima di aggiungere "..non fare rumore"
L'uomo che mi stava seguendo ci supera "Dove sei finita?" Mi cerca con quella voce da viscido. Mi fa schifo "Ragazzina?" Potrebbe lasciar perdere ma non lo fa, nota il vicolo e decide di avvicinarsi nell'ombra "Ah ho capito! Vuoi giocare a nascondino? E se ti trovo.. il lupo ti mangia!"
Si avvicina sempre di più e poi il tutto accade rapidamente, mi libera dalla presa per avventarsi su di lui, vedo molto poco ma riesco a distinguere le due figure.
Lo sbatte contro il muro, lo prende per la nuca e lo capisce tramortendolo, apre il cassonetto dell'immondizia e ce lo infila dentro con facilità "L'immondizia con l'immondizia, prima regola per essere un buon cittadino!" commenta ironica.
Riconosco l'ironia pungente. È scolpita nei miei ricordi ma non metto a fuoco la persona tanto che domando "Io ti conosco.. non è vero?"
"No" tuona irremovibile smorzando l'entusiasmo di prima.
La luce è scarsa, riconosco solo i capelli scuri e un fisico atletico. Nulla di più. "Secondo me invece sì" penso a voce alta mentre mi avvicino.
Lei si gira e mi guarda "Un semplice grazie è sufficiente" non posso vederne il volto, ma la sua voce.. l'ho già sentita prima.
Assottiglio lo sguardo, ricerco nell'archivio dei miei ricordi "Io mi ricordo di te.."
Resta in silenzio all'inizio "Non so di che cosa stai parlando" si volta per andarsene.
Ma nel momento in cui realizzo, tutto ha un senso.
"Io penso di sì, Maca" rispondo decisa, nel momento in cui pronuncio il suo nome si blocca di colpo. Viene sotto la luce del lampione e si mostra. I capelli tinti castani non la fanno passare meno in osservato perché il suo volto, invecchiato di qualche anno, resta inconfondibilmente bello come lo ricordavo.
"Torna a casa, non è l'orario giusto per le passeggiate in solitaria" mi risponde dura prima di allontanarsi.
"Non ci voglio tornare a casa!" rispondo seguendola sulla strada principale.
"Qualsiasi litigio tu possa aver avuto in casa, sarebbe meglio risolverlo piuttosto che finire in questo genere di situazioni!" ribatte irremovibile. Mi rimprovera come avrebbe fatto allora.
"Ma c'eri tu!" Le faccio notare "Non credo sia un caso della fortuna.." faccio fatica a starle dietro ma non perdo il passo. Sta per cambiare tutto ora che lei è qui con noi, tutto potrebbe prendere una piega diversa "Quando la mamma lo verrà a sapere.. immagino già la sua faccia! Sono sicura che ancora ti am.."
Mi affronta, occhi negli occhi "Non dovrai dire a nessuno che mi hai vista. Hai capito? A nessuno!" ringhia irremovibile tanto che mi mette in soggezione "Torna a casa, Fatima" gira i tacchi e riprende a marciare.
"..Lei è insopportabile!" Mi lamento "Da quando non ci sei tu, è diventata peggio di com'era prima di conoscerti!"
La fermo "È pur sempre tua madre, Fatima!" mi ricorda.
"Appunto per questo dovresti ricordarti di com'è!" Protesto afferrandola per un polso, la guardo in faccia, lei evita il mio sguardo così come evita il discorso "Tu la rendevi migliore, Maca!"
Il suo sguardo viene attraverso da un bagliore di puro dolore prima di nascondersi dietro una facciata di pura indifferenza "Dalle un po' di tregua, non è facile fare il genitore.."
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DOOM
FanfictionMacarena Ferreiro, ex agente della Metropolitan Police Service di Londra ormai in congedo per motivi familiari, viene contattata dai suoi ex superiori per vigilare sull'incolumità dell'ambiziosa Zulema Zahir, Segretario di Stato Inglese. Trovando...