CAPITOLO 67

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MACARENA
Quel pomeriggio

Ho appena finito di memorizzare ogni cosa quando lui entra nell'aa stanza "Tu lo sai che si aspetteranno che tu vada a riprenderla"

Annuisco e continuo a sfogliare il plico "Vorrà prenderti.. e vendicarsi" si prende una sedia, la gira e si mette davanti a me. Oppoggia le braccia sullo schienale e mi osserva "Se ti prende, Maca.. vorrà rifarti tutto quello che ti ha fatto in passato per dimostrare a te e a se stesso che ha vinto"

"Vuoi davvero farmi credere che ti importa?" Gli domando alzando lo sguardo, lo incenerisco "Non sono più una bambina, so che c'è una trappola"

"Ti sto solo dicendo di considerare tutte le eventualità.. e di prepararti, non deve coglierti impreparata.." continua a parlarmi come se gli interessasse darmi dei consigli.

"Voglio essere chiara su un punto.. non c'eri quando ho avuto bisogno di te, ti sto chiedendo una mano adesso ma ti prego risparmiami i tuoi consigli paterni" mi alzo dal tavolo e prendo il cellulare.

Lui è uno stronzo, però ha ragione: ho bisogno di protezione.

Adesso

Chiudo la telefonata e guardo Fatima, ancora in piedi in quella stanza illuminata.

"Chi hai chiamato?" Domanda Tony.

"Rinforzi.." rispondo, mi volto per andare verso la porta "..ora dobbiamo solo uscire da qui"

Quando metto mano alla maniglia, però, la porta non si apre.

Tento, più volte, ma inutilmente "Che succede?" Chiede lui correndo da me.

"È bloccata" rispondo continuando a tirarla.

"Fammi provare" mi scanso e inizia a darci delle spallate ma la porta è sbarrata.

Qualcosa non va.
Mi volto e nella stanza illuminata ci sono due uomini con lei.
I serpents.

La prendono e lei inizia a urlare. Chiama la mamma.
Chiama Zulema.
In lacrime.

Corro dal vetro e urlo anche io, la vedo così terrorizzata e voglio che sappia che non è sola. Che non l'abbiamo abbandonata. Che sono qui "No.. FATIMA! Che cazzo sta succedendo?? Dove la portano??" Urlo mentre la trascinano via, picchio contro il vetro così tanto forte da spaccarmi le nocche "No! Non portatela via! Fermi! Fermi!"

Tony corre ad aiutarmi. Cerchiamo di romperlo, di venarlo, di frantumarlo "È troppo spesso non riesco a romperlo!"

Dal pavimento inizia a uscire un fumo bianco "Tony! Cerca di non respirare!" Gli faccio togliere la giacca. Ci strappiamo una manica per uno e la portiamo davanti al naso e alla bocca.

"Cos'è?" Mi chiede mentre la stanza si riempie.

"Gas narcotico" rispondo andando verso la porta.

La loro idea è quella di addormentarci per poi prenderci.

Infatti, si spalanca di colpo, entrano in cinque.

Vedo le sagome nella penombra, tra il fumo bianco che ormai ci è arrivato fino alle spalle.

Li assaliamo. Senza nemmeno aspettare un secondo.

Lui è mio fratello, ci siamo allenati insieme, sappiamo fare squadra meglio di chiunque altro.

Siamo letteralmente delle furie.
Riusciamo a mettere fuori gioco i primi due senza troppa fatica, cadono a terra morti con l'osso del collo spezzato.

Gli altri però.. hanno la meglio.
Ci immobilizzano, ci prendono a pugni in faccia, l'ultima cosa che vedo è Tony che perde i sensi sul pavimento.

Quel pomeriggio

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