CAPITOLO 69

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Mezz'ora prima
ZULEMA

Gibbs arriva davanti al covo dei Serpents sgommando su due ruote per pochi fermare l'auto in una derapata tirando semplicemente il freno a mano all'improvviso.

Scendiamo.

Gli occhi di Saray sono fuori dalle orbite "Che cosa ci fate voi qui?!"

Ci sono già le pattuglie e una squadra delle forze speciali pronte ad entrare, nonché dei soccorsi e delle ambulanze pronte a partire nel caso fosse necessario.

Tutti sono in assetto da combattimento, tranne lei che resta con il suo tailleur figo. Le punto il dito contro "Potrei chiederti la stessa cosa!"

Lei incrocia le braccia al petto "Ho chi entra al posto mio"

La incenerisco con lo sguardo "Farò finta di non aver sentito"

Gibbs indossa il giubbotto antiproiettile e prende in mano l'arma di servizio "Entro con la squadra"

Saray gli sbarra la strada "Non ti ho dato ordini in merito"

"Ma io sì" mi impongo.

Lei mi fulmina "Ti stai intromettendo nel mio lavoro?"

Sorrido spavalda "Puoi dirlo forte" faccio qualche passo nella sua direzione, minacciosa "..e andrai anche tu prima che io qui faccia scoppiare un casino!"

"Perché dovrei?" Chiede lei, ho una voglia incredibile di prenderla a schiaffi.

"Perché tu glielo devi, Saray, e questo lo sai" le ringhio rabbiosa.

Lei prova a tenermi testa ma è una sfida che non può vincere "Okay, d'accordo.. forza, ragazzi"

La guardo indossare un giubbotto e prendere un'arma.
La guardo mentre dispone gli uomini e fare irruzione.

Dopodiché prego silenziosamente che escano tutti interi.

Adesso

Passano trenta lunghissimi minuti mentre osservo la lancetta del mio orologio da polso scorrere rapidamente anche se la mia percezione è di tutt'altra opinione.

Muoio lentamente nel non sapere che sta succedendo, lottando contro la voglia di entrare, sapendo che sono più utile se resto qui.

Tuttavia la sensazione di impotenza mi rosicchia le ossa.

Finché non la vedo uscire.

"Mamma!" Urla a pieni polmoni correndo tra le mie braccia.

L'accolgo senza alcun tipo di esitazione. Sento che torno da respirare quando mi stringe forte.

Mi viene il magone.
Il pizzichio di emozione mi gratta in gola.

"Amore! Amore, come stai?" Chiedo prendendo il viso tra le mie mani, un viso che sembra sconvolto "Di chi sono questi vestiti?" Le domando osservando le taglie troppo grandi.

Scuote la testa e mi abbraccia, nasconde il viso nel mio petto e lascia che la stritoli con le mi braccia "Non ti preoccupare, sto bene"

Ho milioni di domande e paure ma scelgo di non aprire il discorso adesso "Vieni qui.. ti voglio così tanto bene" l'importante è che è a casa.

La stringo e l'accarezzo mentre guardo la porta dalla quale è uscita aspettando che esca anche Lei.

Ma al suo posto escono dei poliziotti e Saray.

Il mio sguardo la cerca senza trovarla.

Mia figlia mi risponde "Anche io, Mamma.. tanto"

Saray ci raggiunge e mi guarda, non mi piace quello sguardo "Dov'è Lei?"

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