CAPITOLO 61

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MACARENA

Quando riprendo conoscenza sento di avere più forze in corpo ma il mio cuore è un cumulo di cenere.

La prima cosa che vedo sono i suoi occhi verdi e sento la sua mano accarezzarmi il viso per liberarlo dai capelli.

"Ehi.. Finalmente hai riaperto gli occhi" quel maledetto sorriso è un coltello affilato che mi entra nella carne.

Mi tiro su seduta "Quanto ho dormito?"

Sposta la mano sulla mia schiena in carezze innocenti piene d'amore.

Il suo contatto mi ustiona.

"Due giorni" mi risponde.

Scatto come un molla, mi ritrovo in piedi mobilitata dall'adrenalina e da una buona dose di panico "Due giorni?! Cristo.."

"Fai piano!" Mi rimprovera raggiungendomi,"Non sei ancora del tutto in forze.." cerca di sfiorarmi ma è un dolore emotivo costante.

Le sfuggo ancora mentre dentro sento la responsabilità di aver sbagliato tutto "Ce la faccio.. grazie" abbozzo un sorriso e mi tengo impegnata cercando nel suo armadio un cambio pulito.

"Maca.." mi richiama, mi cerca, cerca di prendersi cura di me e questo non fa che alimentare la sensazione di essere un totale fallimento.

Guardarla mi ricorda che sta soffrendo anche lei ma che accantona il suo dolore per me.

Io non me lo merito.
Non la merito.

"Vado a farmi una doccia" le rivolgo un sorriso forzato.

"Ce la fai?" Chiede preoccupata delle mie condizioni "Vuoi.. che venga con te?" Nel suo sguardo leggo la volontà di aiutare unita al fatto che non ci sfioriamo da giorni e che forse farebbe bene ad entrambe un minuto lontano dalla realtà.

Ma io semplicemente non ce la faccio.

"Faccio presto" le rispondo e sparisco in bagno chiudendo la porta a chiave per non darle neanche la possibilità di raggiungermi.

ZULEMA

La sensazione che mi lascia è quella di una persona che mi sfugge dalle mani senza che io rientra a trattenerla.

È un vuoto.

Mi rassegno alla sua volontà dal momento che ho sentito che si è chiusa a chiave da dentro.

Scendo giù in cucina, dove i ragazzi ci aspettano. Sto sulle mie finché non la sento scendere, circa venti minuti più tardi.

Gibbs è il primo ad andarla ad abbracciare "Maca! Che bello vederti!"

Lei non solo gli permette di avvolgerla tra le braccia ma lo stringe a sua volta, un contatto banale e semplice che comunque non mi ha concesso "Grazie.." anche Tony e Tim la abbracciano. Lei si mostra più dura di quello che è in realtà. Non passa più molto prima che inizia a dare ordini "..voglio che reduni le nostre risorse e mettiti in contatto con la Riccia"

Riccia. Estefania Kabila.
Ricordo ancora i suoi sguardi.

La domanda mi sorge spontanea "Abbiamo bisogno di lei?"

Lei non mi guarda nemmeno in faccia "Abbiamo bisogno di tutto l'aiuto possibile" torna a spartire ordini come un vero capo "Tim, voglio che raccogli le immagini dell'incidente, i rilevamenti delle autorità, le telecamere del traffico nel raggio di dieci chilometri dall'impatto"

"Ricevuto" risponde il ragazzo prima di sparire.

Lei si rivolge a Gibbs "A che punto siamo con le indagini?"

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