CAPITOLO 39

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ZULEMA

Sono dietro ai preparativi del matrimonio, l'evento dell'anno che coinvolge tutta l'alta società nonché l'opinione pubblica che influenzata dai nostri atteggiamenti complici si è affezionata alla nostra unione. È un evento mediatico con una certa risonanza.

"Si può?" Precede un debole tocco di bocche sulla porta.

Alzo lo sguardo "Certo! Entra pure.."

"Volevo solo sapere come stavi" la frase non è così semplice, conosco fin troppo bene Helena.

Incrocio le braccia sulla scrivania "Ma davvero?"

"Trovo questa decisione molto affrettata a dire il vero" mi dice con quel tono fintamente ingenuo "Mi preoccupo per te.. sai quanto ci tengo" aggiunge regalandomi un sorriso, allunga una mano per posarla sopra la mia.

La tiro indietro fingendo di dover aggiustarmi una ciocca di capelli dietro l'orecchio "Se non sbaglio, è una cosa che anche tu avevi messo in conto"

"Che te lo chiedesse, certo.. che tu accettassi? No" fa il giro per appoggiarsi alla mia scrivania "Voglio solo il meglio per te.. e so che lui non potrà mai dartelo"

"Perché tu si?" Chiedo guardandola negli occhi.

Si china verso di me "Ti darei il mondo se solo me lo chiedessi" il suo sguardo cade inevitabilmente sulle mie labbra che si inarcano in un sorriso di sfida.

"Mi basta solo che svolgi il tuo lavoro come si deve" mi allontano, la osservo "Abbiamo chiuso prima che io iniziassi a frequentarlo"

"Ogni volta che te ne vai, Zulema, ritorni da me.." lo dice con semplicità, come se fosse un dato di fatto, e non posso darle torto.  Si alza e mi raggiunge, come una pantera o una serpe che striscia "Non esiste uomo o donna, bionda o mora che possa davvero separarci.." tenta di sedurmi "Noi ci apparteniamo"

La afferro per il collo prima che mi baci all'improvviso, le nostre labbra non si sfiorano nemmeno "Io non appartengo a nessuno" ringhio.

La sua mano si appoggia sulla mia "La tua natura.. è per venire a letto con chi ti sa appagare, Zulema.. sai che in me trovi esattamente quello che cerchi" mi afferra l'altra mano e se l'appoggia sul seno apposta, geme appena la stronza "Non sposarti, manda a monte questa buffonata e torniamo a fare le scintille di sempre"

C'è stato un momento qualche anno fa che bastava molto meno per farmi cedere.

Ma questa volta va diversamente "No" si irrigidisce mentre levo le mie mani dal suo corpo "Ho chiuso, te l'ho già detto e te lo ripeto: tra noi è finita"

Vede la mia serietà e convinzione nel ribadire che non voglio ricadere nei soliti vecchi schemi "Te ne pentirai" sibila prima di uscire rapidamente dalla stanza.

MACARENA
Un po' di tempo dopo..

La metropolitana viaggia avanti e indietro a ritmi di tre minuti scanditi dal più preciso degli orologi. Quaggiù non esiste giorno o notte, la luce non raggiunge questa profondità, potrebbe essere sempre la stessa fascia oraria e nessuno se ne renderebbe conto. Essendo orario di turno lavorativo, è semi deserta. Il resto della popolazione è impegnato in altro.

La figura alta e slanciata fluttua sui tacchi con passo deciso, sfiorando il pavimento con il cappotto nero. I lunghissimi capelli corvini sono legati in una coda alta. Il suo sguardo è attento, soprattutto quando incontra il mio.

Mi siedo su una delle panchine e attendo che lei prenda posto accanto a me "Si dice che avrete presto da festeggiare"

"Sembrano intenzionati a portare avanti le nozze, un vero slancio alla carriera di entrambi" conviene guardando  davanti a sé "Come stai?"

"Bene" rispondo fin troppo rapidamente per pensarlo sul serio, se ne accorge ma ha l'accortezza di non chiedere o insistere "Siamo giunti a delle conclusioni?"

"Non capiamo chi la minacciasse, ormai non si fa sentire da anni perciò per quello che ne so potrebbe anche essere morto" mi fa notare.

"O morta" aggiungo io ottenendo un'occhiata stranita "Che c'è, Saray? Non mi risulta tu abbia elementi per dire che è necessariamente un uomo"

"Ad ogni modo penso che questo stia diventando una caccia alle streghe. Il terrorismo non c'è più, nessuno ti vuole morta e a quanto nn sembra di capire anche lei è tranquilla.. forse la bufera è passata. Forse è un capitolo chiuso" pensa ad alta voce.

"E come dovrei reagire a questo?" Domando "Non posso presentarmi alla loro porta dicendo: ehi! Sono tornata!"

Annuisce sapendo che ho ragione "Tu devi.. iniziare a fare quello che ti ho sempre consigliato di fare"

"Ovvero?" Domando ridendo.

"Andare avanti senza di loro" la freddezza con cui lo dice mi trafigge l'anima.

Resto impassibile. Guardo davanti a me "Lei è felice?"

"Vanno molto d'accordo.." abbozza.

"Ti ho chiesto: Lei è felice?" Domando ancora con il tono leggermente più incrinato dall'emotività.

Risponde tutto d'un fiato "Sembra di sì" resto in silenzio "Il tuo lavoro  fin dall'inizio consisteva nel proteggerla e lo hai fatto. Hai svolto egregiamente il tuo compito, Sergente. Ora è arrivato il momento di cambiare cliente" si alza in piedi ed è allora che le squilla insistentemente il cellulare.

ZULEMA
Un'ora prima..

Quando rientro a casa, Fatima sta preparando tavola per noi due, noto un mazzo di fiori in un vaso proprio al centro del tavolo nel salone principale.

"Amore?" Domando avvicinandomi.

"Si mamma?" Chiede.

"Chi li ha portati questi fiori?" Mi accorgo di un piccolo biglietto bianco tra le foglie.

"Non lo so, il corriere ha detto solo che era per questa casa.." spunta dalla cucina per guardarmi curiosa.

Apro il biglietto.

Se ci tieni alla tua vita e a quella di tua figlia, manderai a monte questa pagliacciata.
Sono tornato per finire il lavoro.

Sbianco.
Una serie di ricordi.
Una serie di incubi reali.

"Mamma.. che c'è? Ti senti bene?" Mi chiede Fatima preoccupatissima.

No. Non sto bene.

MACARENA
Ora.

Ascolto solo parte della conversazione ma il volto di Saray mi suggerisce che sono brutte notizie.

Chiude la telefonata e mi guarda "Lui è tornato"

"O lei" ipotizzo io avendo un presentimento strano.

"Ti tengo aggiornata, Sergente, il tuo lavoro non è ancora concluso"

Sono impassibile e spenta, ormai morta, ma c'è una punta di me che mi preme al centro dello stomaco e fa male: paura "Oppure.. potrei venire con te"

Lei non sembra così d'accordo a farmi rientrare, il mio volto è sconosciuto al pubblico da anni e la mia copertura è solida ma entrambe sappiamo che sarei un grado di seguirla senza che la gente se ne accorga. Inizia a incamminarsi senza parlare, facendomi credere che sia un rifiuto, quando mi urla "Forza, andiamo ex Biondina.. abbiamo del lavoro da fare!"

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