CAPITOLO 28

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ZULEMA

Quando varco la soglia dell'ospedale l'ultima persona che pensavo di scontrare è Saray che con espressione preoccupata mi squadra "..Zulema!"

"Lei come sta?" Domando diretta, non mi interessa niente altro.

"Come ci si aspetterebbe.. è fuori di sé, è irriconoscibile" si passa una mano sulla nuca, in evidente stato di angoscia.

"Perché non c'era l'agente di guardia?" Chiedo lucidissima.

"Ha ricevuto l'ordine di rientrare" risponde titubante.

"Ordine di chi?" Chiedo ancora più intenzionata a scoprire la verità.

Scuote la testa "Non si sa.."

"Si conosce il nome del responsabile?" Tutte domande che Maca farebbe se solo fosse abbastanza lucida per farlo.

L'espressione di Saray non mi convince "No, purtroppo ha coperto bene le sue tracce.."

"In sostanza non abbiamo niente" riassunto incazzata.

"Qualcuno deve aver passato l'informazione che si nascondevano qui" deduce lei.

Un'altra fuga di notizie.

"Qualcuno come Roman" propongo io sapendo i precedenti.

Ma la mia ipotesi non passa inosservata "E tu come sai di suo fratello?"

Incrocio le braccia al petto decisa a mentirle spudoratamente "Pensi davvero che non sia a conoscenza delle situazioni dei miei collaboratori?!"

Lei mi guarda con sfida "Come si chiama la madre di Gibbs?"

Mi spiazza completamente e sono costretta a tirare letteralmente a caso "...Lucia?"

Scoppia a ridere rumorosamente "Quasi, Franca!" Mi punta il dito indice contro "Tu non sai un cazzo dei tuoi collaboratori, Zulema, perché non te ne frega niente!"

"Mi importa di Lei, Saray, e lo sai" rispondo seria.

Lei perciò smette di ridere "La mia domanda è.. quanto?"

Potrei mentire ma non è la giornata giusta. Ripenso ai suoi occhi, agli ultimi momenti insieme e a come si dovrà sentire adesso che ha perso l'ultima persona che aveva della sua famiglia "..Tanto" la supero perché voglio vederla.

"Dove vai ora?!" Mi domanda urlando alle mie spalle.

"Nell'unico posto in cui dovrei stare!" Rispondo senza fermarmi, voglio solo starle accanto.

MACARENA

Tengo la sua mano tra le mie, l'accarezzo con delicate mentre guardo il suo viso stanco e dolorante, porta il fazzoletto in testa perché le cure le hanno fatto perdere tutti i capelli. Era bionda come me prima, bionda e mossa. Darei qualsiasi cosa per rivedere i suoi occhi verdi ancora una volta.

Un'infermiera si affaccia "L'orario di visita è quasi finito"

Annuisco "La posso salutare?" Domando timidamente, sapendo che ogni secondo è prezioso perché potrebbe essere l'ultimo.

È dubbiosa, ma alla fine accetta "Ma certo.."

"Grazie" rispondo sorridendo forzatamente mentre ritorno a contemplare mia mamma.

Penso che sentirla respirare è il mio suono preferito in questo momento anche se è un rumore debolissimo coperto dai macchinari che la stanno tenendo in vita.

"Ehi.." quella voce. La sua voce.

Mi volto e la guardo, bella come lo è sempre stata, in piedi sulla soglia della camera.

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