Il giorno dopo..
MACARENARigiro la penna tra le dita, mentre sono seduta alla scrivania.
La quiete.
La classica giornata tranquilla, monotona, serena, dove tutto scorre liscio come l'olio e ogni cosa sembra essere sotto controllo.
Mi sono svegliata alla solita ora e mi sono recata al lavoro in orario, anche il traffico pareva più indulgente del solito e il bar all'angolo aveva la mia brioche preferita, cosa che capita raramente perché è quella che finisce prima di tutte.
L'unico tema più scottante è Lei.
Non abbiamo più parlato. Il tutto si è svolto con pacifica educazione anche perché non ci siamo più trovate da sole, inutile dire che questo ha agevolato le cose.
Nonostante ciò, lei popola parte dei miei pensieri costantemente. Non importa quanto cerchi di rinchiuderla nel cassetto più lontano dei miei pensieri, esce sempre prepotentemente e si impadronisce della mia testa. Ogni cosa mi riporta a lei, un profumo, un oggetto, un modo di dire..
Vederla è una tortura, parlarci è l'inferno. Brucio ogni volta che il suo sguardo si posa su di me anche per sbaglio. La sento sulla pelle, dentro la carne, scorrere nelle mie vene. Io le appartengo, ed è una sensazione che in qualsiasi altro caso detesterei ma stiamo parlando di Lei, per qualche ragione sembra giusto.
Tony piomba nella stanza con lo sguardo di una persona evidentemente preoccupata "Ha chiamato la preside! Fatima non è a scuola"
Spalanco lo sguardo e me la prendo con lui "Avevi il compito di assicurarti che entrasse nell'edificio!"
"E così ho fatto! ..si vede che è uscita non appena me ne sono andato!" Si giustifica, d'altronde dovevo aspettarmi un comportamento del genere, è una testa calda.. proprio come sua madre.
"Hai avvisato Zulema?" Chiedo mentre mi alzo in piedi e prendo la pistola, la infilo nella cinta.
"Non ancora, è in riunione con Fabio" mi risponde lui insicuro di volerla disturbare, temendo chissà quale reazione.
"Non mi interessa, non sta certo parlando con il Papa, e si tratta di sua figlia" ordino indossando il cappotto.
"Credo che potrei aspettare che.." ipotizza "Andiamo, Maca, lo sai che vuole la mia testa da quando ieri mi sono presentato al Gala!"
Taglio corto senza girarci intorno "Non ti sto chiedendo un parere, Tony.. disturbala!" esclamo con un tono che lascia davvero poco spazio alle repliche "Vado a cercarla"
"È in pericolo secondo te?" Chiede lui preoccupato per l'incolumità della ragazza.
"Non posso saperlo finché non la trovo" rispondo seria e terrorizzata allo stesso tempo, nonostante faccia in modo di non farlo trasparire assolutamente "Porta Zulema a casa, per precauzione" esco dall'ufficio a passo spedito.
Devo trovarla assolutamente.
ZULEMA
Non riesco assolutamente a concentrarmi. Anzi più cerco di pensare ad altro e più il ricordo di averla quasi avuta in quel modo mi fa venire i brividi. Ripenso a come mi è mancata, al suo sapore, al suo profumo, al modo in cui mi stringeva, le mie mani sul suo corpo non si sono nemmeno avvicinate a dove volevo arrivare ma con un po' di immaginazione riesco a.. il ricordo si fa reale e avvampo senza volere. Mi ritrovo ad avere improvvisamente caldo.
"Amore, che ne pensi?" domanda improvvisamente Fabio alzando lo sguardo.
Merda. Non ho ascoltato, di nuovo.
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DOOM
FanfictionMacarena Ferreiro, ex agente della Metropolitan Police Service di Londra ormai in congedo per motivi familiari, viene contattata dai suoi ex superiori per vigilare sull'incolumità dell'ambiziosa Zulema Zahir, Segretario di Stato Inglese. Trovando...