CAPITOLO 10

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Il mio sguardo finisce su di Lei. Che potrebbe guardarmi e invece non lo fa.
Che potrebbe osservarmi come sempre e invece tiene gli occhi puntati davanti a sé mostrandomi il suo profilo pressoché perfetto.

Deglutisco tornando a lui "Forse.. è una coincidenza"

"Sì, forse" abbozza lui non convinto "..Oppure una cellula terroristica ha avuto informazioni segrete sulla gente che ha tentato di fermare l'attentato del primo ottobre dell'anno scorso" la coincidenza ha un peso troppo forte in questa circostanza per essere ignorato "Questo potrebbe essere il piano per vendicarsi" il mio sguardo passa più volte da lei a lui. Ho fatto delle ricerche e so che è la sua unica parente rimasta, l'unica persona che ha, capisco perfettamente il peso di questa informazione e la gravità di rischio. Non è solamente professionale per me e non so nemmeno la ragione per cui mi sento così direttamente coinvolta. Un coinvolgimento che riesco perfettamente a mascherare mentre lui continua a parlare "Per esperienza, una fuga di informazioni accade per uno o due motivi. Perché gli agenti non comunicano in modo sicuro o perché un agente passibile di corruzione o ricatto è responsabile della divulgazione"

Il che significa che c'è una talpa.

"Se c'è una fuga di notizie, dovremmo tenerla per noi" dichiaro seria.

"Grazie" mi sorride complice "..adottare misure specifiche per proteggere la clinica in questione potrebbe deviare i terroristi verso una linea d'azione diversa, un'azione per cui non siamo pronti.."

La sua idea è quella di rischiare la madre di Macarena per un bene superiore.
Un rischio che io non ho intenzione di correre.

"Non sono d'accordo" tuono.

Alza un sopracciglio, sa bene che prima di ora sono sempre stata la prima a non avere problemi a schiacciare gli altri per il mio tornaconto ma questa volta non mi sento di farlo "Scusi?"

"Rinforzeremo la sicurezza, senza spiegazioni" è la mia decisione finale prima di alzarmi in piedi.

"Non c'entra niente il fatto che l'agente in questione sia la sua guardia del corpo?" Domanda curioso.

L'aggressività che metto nel tono non ammette repliche "Non sono abituata a discutere sulle mie decisioni, tanto meno a spiegarne le ragioni ma quella donna è una cittadina inglese innocente, potenziale obiettivo terroristico, e va protetta" lui si sta pentendo di aver parlato, glielo posso leggere negli occhi "..Sono stata chiara?"

"Sì, Signora" risponde abbassando lo sguardo.

Annuisco mentre i miei occhi tornano di là, oltre quel vetro, lei mi sta guardando.
Non lascio trasparire emozioni ma può ben vedere che ho qualcosa per la testa perché è maledettamente brava a leggermi ed è una cosa che non riesco proprio ad accettare.

"Sono arrivati gli altri" mi fa notare lui e mi dà l'occasione di distogliere lo sguardo da quello di lei.

Helena le passa accanto, si squadrano, e mi raggiunge in sala conferenze con gli altri esponenti.

Arriva tra loro anche Saray, che l'abbraccia prima di raggiungermi.

Io e Macarena ci guardiamo ancora solo per un instante prima di obbligarmi a passare oltre, ci sediamo tutti intorno al grande tavolo al centro della sala.

Helena raggiunge il mio fianco mentre prendo in mano la situazione "Ciao a tutti, Mike, Tahir.."

Tahir mi stringe la mano "Grazie per avermi incluso" gli rivolgo un sorriso di circostanza "La stampa ha preso di mira la legge sulle intercettazioni.. Si potrebbe organizzare una conferenza per difendere questa politica"

Helena mi fa notare "Ma difenderla non servirebbe solo a confermare le critiche?"

Annuisco "Ha ragione.. da quando facciamo il lavoro dell'opposizione?"

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