CAPITOLO 13

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MACARENA

Mi reco nella casa protetta dove c'è un agente di guardia "Entri pure, Sergente" mi saluta ed io accenno ad un sorriso tirato quando niente dentro di me sta davvero funzionando nel senso giusto.

Appena varco la soglia, mi fiondo da mia madre che sta sul divano "Sono contenta che sei qui" mi dice non appena le mie braccia la avvolgono.

"L'importante è che stai bene" la stringo forte al mio corpo, ho avuto davvero paura di perderla.

"Quello che sta succedendo è terrificante. Hanno evacuato la clinica, sono tutti terrorizzati.." mi stacco solamente per guardarla negli occhi, vedo quanto è ancora spaventata "Un agente ha detto che potrebbe essere collegato all'episodio a Waterloo del primo ottobre.."

Una vampata di nervoso mi colpisce "La gente con la lingua lunga è il problema"

"Hai perso dei colleghi oggi, lo capisco.." mi accarezza.

"Ho perso molto di più" la risposta mi scivola via insieme alla verità e sono così arrabbiata da non volermi soffermare sul vero significato "È tutta colpa mia.."

"No, amore, tu hai fatto solamente il tuo lavoro" mi appoggia sempre, è la persona più straordinaria del mondo.

"Non voglio che sia quello che faccio se questo ti mette in pericolo" rispondo sentendomi terribilmente in colpa.

"Ci riproveranno?" Domanda titubante.

"Non so che faranno" rispondo sincera "Ma ti permetto che ti proteggerò" alzo lo sguardo sull'orologio appeso al muro "È tardi, mamma, andiamo a riposare.."

ZULEMA

Mi stringo con le braccia incrociate al petto mentre guardo fuori dalla finestra della mia cucina.

Piove.
Il che è assurdo perché mi sento esattamente così.

Non so se sto facendo la cosa giusta, la cosa sbagliata, se potrei fare di più oppure se dovrei fare diversamente.

Questo lavoro non è facile, sfianca, ti porta via pezzetti di te, ti costringe a indossare maschere che ti restano addosso fino a dimenticarti chi sei davvero.

Il mondo è un posto pericoloso là fuori e ho una bambina piccola che sto cercando di crescere in un luogo protetto ma ho paura che non ci sarò per sempre.

Macarena e sua madre.
Non è poi tanto diverso e posso solo immaginare la paura di perdere qualcuno a cui tieni sentendoti responsabile, anche se in fondo non ha fatto nulla.

Spero solo che stia bene, che entrambe stiano bene.

"Ehi mamma.. che fai ancora sveglia?"

Quando mi volto la vedo strofinarsi gli occhi con le manine avvolta nel suo pigiamino rosa confetto "E lo chiedi tu a me, amore?"

Arriva da me ed io mi accuccio fino ad arrivare alla sua altezza "Non riesco a dormire.."

"Nemmeno io.." oggi non è stata una gran giornata, ho perso la mia guardia del corpo "..ma dovremmo provarci"

La prendo in braccio e la riporto di sopra mentre lei di punto in bianco mi confessa "Sai.. mi manca Maca"

Le chiedo risistemandola nel comodo lettino "Ah si?"

"Era l'unica che mi parlava.. qui vengono tante persone sempre ma nessuno sembra vedermi" i suoi occhioni mi scrutano l'anima come pochissime persone riescono a fare.

Le accarezzo il viso dolce e innocente "Sì è vero tesoro.. lei riesce a vedere le persone"

"Ma sta bene?" Domanda quasi preoccupata "Non mi ha nemmeno salutata!"

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