MACARENA
La conferenza stampa inizia a momenti e i giornalisti hanno già preso posto a sedere in platea. Ci sono centinaia di persone. Il volto di Zulema è stampato sui cartelloni fissi alle pareti. Resto sulla soglia dell'uscita d'emergenza mentre passo lo sguardo su ogni dettaglio, ogni volto, ogni particolare. Una sensazione mi punge come spilli nello stomaco. Sta per accadere qualcosa di brutto ma non ho idea di cosa. Ho rafforzato la sicurezza e i controlli, tutti sono stati perquisiti e registrati, l'invito era su appuntamento, ho fatto tutto con precisione maniacale ma sento che qualcosa non torna.
Le luci si abbasso e cala il silenzio quando lei esce sul palco con passo sicuro quasi volando sui tacchi a spillo, stretta in un tailleur elegante che le valorizza la figura. È imponente e affascinante come sempre, molti pendono letteralmente dalle sue labbra. Il suo sguardo è sicuro, deciso, penetrante come se potesse scavarti dentro l'anima alla ricerca del tuo più piccolo segreto.
Poi. Uno sparo. Nero.
Apro gli occhi di colpo in un bagno di sudore e il fiatone corto mentre il rumore assordante della sveglia mi trapana le orecchie.
Un incubo. Solamente un incubo.
Deglutisco la saliva a fatica mentre cerco di regolarizza il battito. Butto giù le gambe dal letto e mi massaggio la gola, poi le tempie.Scrollo via il pensiero di aver fallito, la sensazione di impotenza e il terrore di aver perso un'altra persona. Non mi soffermo neanche sul fatto che sia Lei la persona in questione.
Mi alzo e mi butto sotto la doccia, l'acqua mi rigenera e lava via anche il più piccolo segno di stress.
Devo preparare la colazione.
Caffè e pancakes.Sento il rumore del bastone dietro alle mie spalle e sono pronta ad accoglierla con il mio solito sorriso "Buongiorno Mamma"
"Buongiorno tesoro" mi risponde facendo due passi per raggiungere la sedia, ogni giorno è sempre più stanca, sempre più affaticata, sempre più malata. La clinica la sta aiutando ma sappiamo entrambe che il tempo non è nostro amico, adesso meno che mai.
Sono preoccupata, ma sono brava a fingere che non sia così perciò apparecchio la tavola come sempre e mi siedo accanto a lei per passare la colazione insieme.
Ci scambiamo sorrisi complici, pieni d'amore e sguardi d'intesa perché siamo da sempre in simbiosi, una cosa sola, la sua figura è troppo importante specie perché siamo sempre state io e lei.
Mi osserva però con una certa insistenza finché non getta la bomba "Sei felice?"
Quasi mi strozzo "Scusa?"
"Tu..Sei felice?" Ripete osservandomi.
So che è l'unica persona in grado di capire se sto mentendo, tanto vale non provarci neanche "È probabile.."
"La verità è che non lo sai" infatti, tanto valeva non provarci "Non è quello che dici ma è quello che non dici.."
Faccio spallucce prima di bere un altro sorso di caffè "Forse non ascolti.."
Sorride "Oh sì invece.." annuisce appena "..sai io non sono eterna, Maca, è vorrei andarmene da questo modo sapendo che tu stai bene.. e che non sei sola.."
Trovo incredibile che, nonostante la sua situazione, trovi la forza di pensare a me "Mamma, non ti devi preoccupare per me.."
Ride "Sono tua madre, preoccuparmi fa parte del mestiere, tesoro.." forse è così, non lo posso dire con certezza "..da quando non esci con qualcuno?"
Sbuffo "Un po'.."
Va dritta al punto senza girarci troppo intorno "Da quando Simon ti ha ferita, mi sembra che non lasci entrare nessuno nella tua vita.."
STAI LEGGENDO
DOOM
FanfictionMacarena Ferreiro, ex agente della Metropolitan Police Service di Londra ormai in congedo per motivi familiari, viene contattata dai suoi ex superiori per vigilare sull'incolumità dell'ambiziosa Zulema Zahir, Segretario di Stato Inglese. Trovando...