MACARENA
Il giorno seguenteMi sto preparando per andare al lavoro: ho indossato uno dei miei tailleur più belli, raccolto i lunghi capelli in una coda alta ordinata e mi sto finendo di truccare senza però esagerare.
"Non ti vedo curarti il trucco in questo modo maniacale da quando.."
Simon.
Sussulto nel vedere mia madre appoggiata allo stipite della porta con quello sguardo maledettamente scaltro "Oggi volevo sentirmi più carina, tutto qui"
Lei mi sorride, probabilmente non mi crede fino in fondo "Tesoro.. sei straordinaria in ogni caso"
Straordinaria.
Quella parola risuona nelle mie orecchie con il suo tono e il ricordo si disegna sulla mia pelle provocandomi un brivido.
"..C'è forse qualcosa che vorresti dirmi?" Domanda scaltra.
Sbuffo una risata "Sei tremenda" esco dal bagno per recuperare l'arma che metto alla cinta e le ultime precauzioni tra le quali auricolari e radiolina.
Lei protesta come una bimba "Mi sto annoiando qui!"
Le rivolgo un sorriso comprensivo "Lo so.. ti prometto che presto torneremo a casa nostra, con le nostre cose"
Mi prende il viso tra le mani rugose e mi guarda piena d'amore "Ho fatto proprio una bambina bellissima.. una giovane guerriera"
"Non sono più una bambina, mamma" le faccio notare sorridendole.
"Tu sarai sempre la mia piccolina!" Mi stampa un bacio umido sulla fronte.
"Ci vediamo stasera" prendo le chiavi dell'auto e mi dirigo verso l'uscita.
"Ciao tesoro, mi raccomando.. stai attenta!" Mi urla premurosa prima che richiuda la porta alle mie spalle.
Saluto l'agente di guardia e vado al lavoro, diretta verso gli uffici Zahir.
ZULEMA
Tra un'ora ho una riunione con il Segretario di Stato e mi sto preparando il discorso, letteralmente sommersa da una spropositata quantita di scartoffie e appunti.
"Non ti ho più vista ieri sera" alzo lo sguardo e vedo Helena, con la camicia bianca sbottonata in maniera tanto provocante da non poter essere un caso dal momento che il seno prosperoso rischia di uscire completamente. Mi osserva in quel modo che lascia poco all'immaginazione, uno sguardo che sapeva di sesso sfrenato e che ora sa solo di patetico "..speravo di tornare a casa con te e aiutarti a togliere quel vestito che ti stava una meraviglia.."
"Grazie.." i miei occhi tornano con facilità sui documenti che tengo in mano ma lei non è una persona a cui piace sentirsi dire di no, Chiude la porta del mio ufficio facendo scattare la serratura dall'interno "..che stai facendo?!" Domando riportando lo sguardo annoiato su di lei.
Mi sorride scaltra mentre ancheggia verso di me sfruttando il più possibile la sua innata femminilità "..Prendo le giuste precauzioni.."
Soffoco una risatina "Per cosa?" Fa il giro della scrivania e mi volta verso di lei "Helena.." la richiamo ma lei è già seduta a cavalcioni su di me.
Mi prende le mani e se le mette sui suoi fianchi "Andiamo, Zulema.." le sue labbra finiscono sul mio collo e la sua lingua passa sulla mia pelle "..sembra che non mi tocchi da una vita e inizio a sentire un certo bisogno fisiologico da soddisfare.."
La faccio alzare ed io con lei per non darle l'opportunità di sedersi "Ho del lavoro da fare.."
Mi spinge contro la scrivania "Puoi farlo più tardi, queste scartoffie possono aspettare.." mi prende il viso e la sua lingua torna sulla mia pelle mentre mi spinge con il bacino. Mi immobilizza e mi seduce "..tutte quelle lusinghe sul palco, solo per me.." mi sussurra all'orecchio prima di mordermelo "..devo ricompensarti e so cosa ti piace.." le sue mani finiscono sul bottone dei miei pantaloni, non ci mette molto a slacciarlo.
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DOOM
FanfictionMacarena Ferreiro, ex agente della Metropolitan Police Service di Londra ormai in congedo per motivi familiari, viene contattata dai suoi ex superiori per vigilare sull'incolumità dell'ambiziosa Zulema Zahir, Segretario di Stato Inglese. Trovando...