13 - JUSTICE, IKE AXEL e il deserto bianco

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Dopo aver archiviata l'esperienza a Snaketown, justice e Axel volarono durante tutta la notte sopra grande monosurf. All'alba, la ragazza suggerì di atterrare su una tranquilla pianura sabbiosa dello stato di Nuovo Messico.

Ike, reduce dell'avvelenamento subito delle serpi dell'Erebo, sentì essere ancora debole, nonostante le cure ricevute dai compagni.

«Questa è la contea di Otero, credo che potremo fermarci per un po'» annunciò Justice.

«Interessante, c'è una locanda in bella vista sulla strada! Che ne dite, mangiamo qualcosa?» domandò Axel affamato.

Il figlio di Iride, sottotono, annuì. «Ho bisogno di un letto vero»

«Comunque, è strano: una locanda nel bel mezzo del nulla» constatò Justice osservando la bianca struttura che spiccava in mezzo a rade casupole allineate su una lunga e larga via. Tutto strideva, perfino la strada asfaltata chissà da quanto tempo. Tuttavia, comvennero che era quanto di meglio potessero aspettarsi di trovare.

Fuori dall'esercizio, una donna giovane, pallida, vestita con un abito lungo e semplice, di un bianco luminoso e con un sorriso smagliante, li accolse calorosamente. I ragazzi percepirono la cordialità ipocrita tipica di certe strutture per turisti, comunque, mostrarono gratitudine a lei e alla loro buona stella.

Entrando nella piccola hall dalle mura circolari, notarono che tutto all'interno era bianco.

Al governo del bancone della receptionist, bianco pure quello, c'era un'altra donna pallida e, come la precedente, vestiva un abito candido come la neve. I ragazzi credettero che il bianco fosse il colore favorito della zona.

«Ooooh! Semideeeiii!» esordì l'addetta all'accoglienza con un filo di voce impercettibile.
Erano stati riconosciuti, e Justice non seppe cosa pensare. «Non ne riceviamo molti oggigiorno, siate i benvenuti! Ehm... per quanto tempo volete rimanere?» biascicò la donna come se non volesse disturbare il sonno di un bimbo addormentato.

Justice pensò fosse saggio assecondare il tono di voce. Sospettò che ci fosse qualcosa sotto, dopo aver notato l'estrema somiglianza delle due governanti del locale. "Saranno forse gemelle?" pensò.

Ma le sue riflessioni non si limitarono solo a quei particolari, fece caso alla forma rettangolare dell'edificio, e all'enorme terrazzo oltre il terzo piano. E poi, quelle strane donne dall'aspetto cereo, sapevano chi loro fossero. Inquietante come prima impressione, giudicò.

Ottennero una camera tripla, e come immaginarono, muri, mobili, suppellettili, lenzuola erano tutti bianchi.

Axel e Justice misero a dormire Ike, dopo averlo convinto a fare una bella doccia, in seguito discussero a lungo.

«Ci troviamo ad Alamogordo, un'inutile paesino immerso nel più grande deserto di sabbia bianca», spiegò Justice. «Selenite per essere precisi, gesso in polvere», precisò infine.

«Questo spiega il colore bianco del posto», concluse Axel.

«Sì, può darsi. Ma è tutto molto strano», asserì l'amica. «Non sono tranquilla. Appena Ike starà meglio ce ne andremo!» decise.

Dopo un po', lo zaino di Justice si mosse, e l'oca sbucò fuori scuotendo la coda e le ali.

«Scusami piccola amica, ti ho dimenticata dentro la bisaccia!» le disse, e l'animale, lentamente, le mostrò la lingua.

«Ti ha fatto la linguaccia!» sorrise Axel. Justice fece una smorfia d'offesa.

Durante lo scambio di idee la porta si aprì senza fare rumore. Apparve una delle donne di servizio, pallida come un cencio e, naturalmente vestita di bianco, con un carrello pieno zeppo di cibo. E almeno quello aveva il colore naturale della roba da mangiare, sottolineò con lo sguardo Axel.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora