12 - YURI e la colonna infame

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Le chimere schizzarono fuori dal dirupo come se la terra le stesse eruttando, e con la stessa velocità attaccarono Yuri.

Innumerevoli volte le code-serpenti arrivarono ad un passo dal mordere il semidio ora a una gamba, ora a un braccio. Tuttavia, appellandosi alla propria agilità, riuscì a schivare quegli assalti, sempre più pressanti.

A lungo andare, l'azione combinata delle chimere ottenne il risultato perseguito: il semidio si ritrovò circondato e privato di ogni spiraglio di fuga.

La breve pausa dalla lotta gli diede modo di avvertire l'accerchiamento dei mostri stringersi repentinamente.

Intanto, la dea Aphelaia, partecipe morale della vicenda, sbraitò in una oscura lingua più vecchia di lei.

Ciò fu sufficiente perché Yuri avesse un'idea. Passò all'azione. A colpi di iliachtìda, menati come una specie di trebbia semidivina, si fece strada forzando l'assembramento delle fiere e, una volta liberato, si lanciò dentro il tempio.

Incurante di una chimera che gli stava azzannando di gusto una spalla, oltrepassò due colonne finendo a terra al centro del tempio fatiscente. Il mostro azzannotore scomparve.

Yuri scoprì sincere le parole della dea: intorno al suo sacrario gravitava una forza in grado di bloccare le creature divine sia in entrata che in uscita. Perciò, le chimere, rincorrendo la loro preda, si schiantarono una dopo l'altra contro quella potenza oscura, svanendo all'istante.

Purtroppo, quando compresero la pericolosità del perimetro del colonnato, cessarono l'inseguimento e, saggiamente, se ne tennero alla larga.

«Sei in gamba! Ma come hai fatto? Sei il primo che sopravvive così a lungo!» esclamò Aphelaia stupita.

«Grazie per la fiducia!» biascicò il semidio a terra con la spalla dolorante. Strinse forte la ferita insanguinata con una mano e l'emorragia cessò, ma gli rimase l'ennesima cicatrice che s'archiviò alle precedenti.

Sorrettosi con il pastorale, si trascinò laddove avvertì il calore del sole farsi più intenso. Non appena sbucò dal tempio, i raggi di luce lo investirono, e anche le chimere si tuffarono su di lui, con le loro zanne di leone, artigli felini e tutto l'arsenale demoniaco in loro dotazione. Ma il semidio non si fece trovare impreparato. Compì una rotazione completa su sé stesso, tenendo saldamente in mano l'iliachtìda. Il bastone disegnò ancora una volta un cerchio luminoso che si propagò attorno, come fosse un cerchio sull'acqua. Il fulgore generato investì impetuosamente gran parte delle bestiacce, rispedendole dritte nell'Erebo, sotto forma di nuvolette dorate.

«Eeee...vvvvai! Mio eroeee!» gridò tutta eccitata l'antipatica dea gracchiante.

Concentrato al massimo, Yuri cominciò a percepire la diminuzione del numero di belve demoniache. Mosse un passo e ruppe un osso.

«Mi spiace tanto, non volevo» sospirò riferendosi al malcapitato proprietario di quel femore. Scostò il piede e cadde rovinosamente a terra, ritrovandosi, senza accorgersene, con la caviglia avvolta nella corda.

Nuovamente bloccato, Yuri presagì l'ennesimo assalto delle chimere, senza scomodare la sua capacità preveggente. Infatti, il ringhiare furente delle belve rimaste reclamarono vendetta e, più inferocite che mai, gli si avventarono contro con ogni fibra di sé stesse.

Il cieco, mosso da un ultimo slancio di forze rimaste, raggirò l'ennesima ondata fiammeggiante emessa in contemporanea dalle belve spiccando un salto prodigioso. Portò con sé anche le corde alle quali era impigliato, ed esse disegnarono una spirale alta parecchi metri. Prese dalla foga dell'imminente vittoria, le chimere lo imitarono balzando agili come felini selvaggi. Contro ogni previsione, dozzine di esse rimasero imbrigliate nelle funi in ordine caotico, e data l'irruenza che le spinsero a inseguire Yuri, trascinarono la colonna legata in fondo al crepaccio. Aphelaia rimase a bocca aperta osservando l'ultimo pilastro schizzare in aria come fosse un missile, appresso a porzioni di terreno e cespugli di macchia mediterranea. Sorrise pure, quando vide le detestabili creature schiacciate sotto il peso del colosso marmoreo che esse stesse avevano risollevato.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora