41 - L'ULTIMO AIUTO DAL CIELO

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Affermare che Afrodite è brutta equivale a implorare un castigo imperituro tramandabile nei secoli. È una lezione che molti sfrontati, nel corso dei millenni, hanno imparato. Per ciò, la dea era ad un passo dal perdere la pazienza con le Eliadi.

«Prima di andare, Apollo, vorrei che quelle tre...»

«Ah! Sì, ma no, cioè, non sono rivolte a te»

«A me pare di sì, è da quando sono arrivata che non fanno altro...»

«Eles, Eleonor, Elen! Portatela qui ragazze!» ordinò alle ninfe della luce. Le fluttuanti figure volteggiarono nell'aria, leggere come le vesti trasparenti che indossavano. Un attimo dopo, deposero dinanzi Afrodite una scultura eseguita da Apollo, sconcertandola. Cosa assai difficile per la dea più antica dell'Olimpo.

«Che prodigio è mai questo?»

«È una riproduzione a grandezza naturale in tuo onore, cara»

«Cos'hai usato per farla?»

«È un autentico blocco di pietra di luna arcobaleno. Una rarità che si trova appunto solo sulla luna. Un omaggio di mia sorella».

Le Eliadi scoppiarono a ridere rivelando che in realtà Artemide, in seguito ad un litigio col fratello, gli scagliò un meteorite trasparente come l'aria e che per poco non lo centrò in testa!

Apollo tossì richiamandole. «Ragazze, basta fare le pettegole!».

Afrodite si avvicinò alla statua e notò una macchia scura in riflesso.

«Ho capito. Questo è un altro dei tuoi messaggi criptati»

«Osserva bene» le suggerì il dio artista.

«Vedo, una macchia, una figura informe. Un essere umano forse. E si trova... no!»

Apollo, di spalle, annuì conscio dello sguardo d'apprensione lanciatogli da Afrodite.

«Hai appena avuto un'anteprima esclusiva del fantomatico semidio della distruzione»

«Ma è ridotto ai minimi termini! A malapena si capisce che è un ragazzo! Vorrei proprio sapere chi è il suo genitore divino!»

«In questo momento è finito dentro...»

«Dentro l'Anfora dei giganti Oto ed Efialte! Lo stesso luogo dove venne intrappolato il mio Ares!»

«Ed è lì che li devi indirizzare cara Afrodite»

«Ma tu sei sicuro? Voglio dire, sei certo che qualcuno dei ragazzi potrà sopravvivere?»

«Il fato ha molte vie, molte diramazioni come gli alberi. La mia capacità è quella di conoscerle tutte, non di influenzarle. Per questo esiste l'umanità. Solo le scelte giuste degli umani possono rendere le cose impossibili realizzabili»

«Adesso ti riferisci alla scelta di Ike di obbedire all'ordine di far fuori quello sventurato».

Apollo fece una smorfia.

«Prima di andare, rispondi ad un'ultima domanda».

Il dio della luce sollevò lo sguardo dalla tela e lo rivolse all'incantevole dea. «Sì. Il genitore di quello sventurato era presente in questa sala», anticipò la la risposta intuendo la domanda.

«Le tue ninfe della luce hanno ragione. Questa statua è brutta!» confermò la dea prima di svanire in un turbinìo di rose. Apollo fece in tempo a chiederle quale fosse il colore che preferiva, e ne ottenne la risposta: il colore del cielo in estate, la sfumatura celeste attorno al sole.

Successivamente, fece il conto alla rovescia partendo da cinque, e al termine, la statua di pietra di luna scomparve in un mini vortice di petali.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora