14 - JUSTICE, IKE, AXEL e le belle statuine

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Ike, aggrappato al ramo del pioppo, che scoprì essere l'unico autentico in mezzo agli altri tutti bianchi, scorse il sole oltre le dune di sabbia serica. L'inclinazione della luce gli indicò l'inizio del pomeriggio. L'aria secca e poco ventosa, precluse ogni possibilità che si formasse un arcobaleno, il suo elemento semidivino.

Il breve tempo delle riflessioni terminò con il pauroso vibrare del tronco dell'albero sul quale era rifugiato. Gli individui gessosi, infatti, lo stavano abbattendo.

Cercò con lo sguardo una qualunque fonte d'acqua, fino all'ultimo secondo, consapevole che la lavorazione del gesso esiga molta acqua. «Da qualche parte ce ne dovrà pur essere!» ripeté. «Se solo riuscissi a creare un arcobaleno...»

Approfittando di un brevissimo attimo di silenzio, il gorgoglìo lontano di un liquido lo raggiunse. In quel momento, il pioppo crollò addosso ai guerrieri-statua che andarono in frantumi; gli stessi improvvisatisi boscaioli.

«A quanto pare, avete di gesso anche il cervello!» esclamò brevemente divertito il semidio, atterrando in mezzo ai grandi cocci candidi, e mantenendo sempre alta l'attenzione individuò altri tre energumeni già lanciati contro.

Ike li osservò socchiudendo gli occhi e, come prima, ebbe un lampo di genio.
Balzò addosso al guerriero centrale e, scambiando quella sua testa dura come una pedana ginnica, compì un salto mortale in avanti. Mentre il corpo di Ike volteggiò potente in aria, schivò le lame degli esterni lasciandole abbattersi in sequenza contro quello che aveva fatto da trampolino.
Il muscoloso ragazzo, atterrando non proprio come il degno ginnasta che credette sempre essere, si sentì ugualmente gratificato nell'ammirare le sculture distruggersi a vicenda.

Grazie a quella prestazione fisica, Ike trovò la chiave di volta per uscire da quella situazione, ovvero, mettere quei cosi l'uno contro l'altro, data l'inutilità delle sue ourànio tòxo.

Poté altresì contare sul fatto che non erano agili quanto lui. Tuttavia, malgrado la felice intuizione, man mano che procedette con l'astuzia escogitata, incontrò un numero sempre maggiore di spaventevoli opere scultoree assalitrici. Ma la cosa più spaventosa era il silenzio! Un lugubre silenzio, reso ancora più agghiacciante da quella massa di guerrieri tutti uguali, e tutti con lo stesso istinto omicida.

Ike, a rotta di collo, e facendo andare in pezzi una quantità considerevole di avversari, raggiunse la fonte del gorgoglio: una fontana circolare dal diametro di dieci metri.

«È inquietante!» commentò Ike. «Più del silenzio innaturale di questo folle angolo di mondo!».

Al centro di quel ninfeo, una statua a figura femminile, di una bellezza straordinaria, reggeva un'anfora dalla quale sgorgava un densissimo liquido bianco come latte. «Gesso, sciolto in acqua!» scoprì il giovane, notando in mezzo a quel liquido delle bolle d'aria emergere lentamente.

Infilò una gamba in quell'orrida viscosità, e una volta constatata la poca profondità, camminò con attenzione verso la fonte di quegli sbuffi gassosi. Ebbe un'idea di cosa potesse esserci immerso in quel pantano latteo, ma fino all'ultimo sperò di sbagliarsi.

La densità del gesso liquido gli rallentò fortemente i movimenti. I jeans scuri divennero zuppi di quel materiale colloso.

Giunto al punto avvistato, pestò qualcosa di morbido. Granò gli occhi in preda al panico quando comprese d'aver schiacciato un braccio umano.

Con la forza della disperazione, sollevò rapidamente quel corpo e sentì il cuore mancare, quando scoprì d'avere tra le braccia Justice, nuda ed esanime. Tra le lacrime di rabbia, svuotò l'aria dai polmoni a furia di gridare.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora