85 - IN GIRO TRA I CAMPI

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Ritornando con la mente analitica al presente, Justice, assieme ai suoi affiliati, attese che Yuri li facesse orbitare dentro il faro.

«Avremo bisogno di qualcuno che conosca bene questo faro, qualcuno che sia già qui sull'isola», tornò a ripetere l'erudita giovane donna, al che Yuri intese ciò a cui stava alludendo l'amica.

«Ho capito, ripetimi il nome che proprio non lo ricordo», sospirò il figlio di Apollo, poco contento di richiamare di primo mattino il più petulante e fastidioso degli spiriti.

Justice sorrise raggiante:
«Azibo Baniti».

«" Antico spirito Azibo Baniti:
rispondi al richiamo,
Vola nel cielo immenso,
Vieni a noi che ti invochiamo,
Concedi il tuo consenso
alla nostra vista, ti aspettiamo"»

Il gruppo si scambiò sguardi perplessi e nessuno fiatò. Almeno fin quando non apparve il singolare essere trasparente in mezzo a loro.

«Per un attimo ho creduto che non avrebbe funzionato stavolta!», ma non terminò di borbottare che subito fu investito da una fiumana di parole espresse in quell'assurda lingua incomprensibile.

«Vorrei tanto capire cosa stai cercando di dirmi, ma non sono in grado di comprenderti!», sbuffò Yuri indicando Justice, l'unica persona in grado di decodificare quelle sillabe impronunciabili.

Lo spirito di Azibo Baniti, più scoraggiato dell'evocatore, volse lo sguardo alla ragazza indicata e con lei si calmò un po'.

Il dialogo che i due imbastirono era assolutamente incomprensibile, tranne che per i diretti comunicatori.

Ad un certo punto però, le parole non erano più necessarie perché gli ignari ascoltatori compresero, dal volto stravolto di Justice, che qualcosa di allarmante era prossimo al palesarsi in tutta la sua pericolosità.

«Non c'è più tempo!», ansimò Justice.
«Yuri, presto!»

Il figlio di Apollo afferrò immediatamente la richiesta dell'amica. Con un gesto delle braccia creò la sua proverbiale colonna luminosa dentro la quale lei e il gruppo di Atena disparvero.

«Detesto evocare gli spiriti! Non so, mi sembra di non rispettarli...» borbottò, incurante degli occhi sgranati di Norberto che lo attese pazientemente.

Yuri s'accorse della reazione della nuova conoscenza e si scusò per l'inconveniente.

«Figurati...» sussurrò. «È una cosa molto bella... quello che riesci a fare...»

«Oh... ti piace le luce?», chiese grattandosi la nuca.

«È importante! La luce fa crescere le piante... porta la vita», disse l'altro arrossendo e chinando il capo, intimidito dall'essere rimasto solo con lui.

Norberto non immaginava che quella sua semplice affermazione aveva profondamente colpito l'animo di Yuri.

«Allora... andiamo a vedere i campi e a parlare con Brice!», esclamò euforico.

Percorrendo il familiare sentiero, a Yuri riaffiorarono nella mente i ricordi dei tempi ormai lontani, quando pascolava spensierato il suo gregge di pecore.
Non mancò, strada facendo, di illustrare per filo e per segno molti aneddoti che lo riguardavano.

Il figlio di Demetra annuiva, tenendo il volto basso e i capelli arruffati sulla fronte. C'era un ché di malinconico nel suo atteggiamento e Yuri ne percepì l'origine: stava pensando a qualcuno che non c'era più. Tuttavia, conscio di ciò, decise di non bersagliare quell'anima tormentata con le sue intuizioni, seppur sempre azzeccate.

E quel suo sesto senso gli fece comprendere, a ragion veduta, quale era il motivo della sua convocazione ai campi coltivati.

Allora Yuri, con prontezza di spirito, prese a descrivere la natura attorno e di tanto in tanto Norberto lanciava sguardi fugaci sul profilo del figlio di Apollo, notando la mutevole filigrana di luci e ombre che scorreva sui suoi capelli lunghi, mossi e sciolti lungo mezza schiena.
Un particolare, oltre la pelle perfettamente ambrata del viso e delle braccia, attirò la sua attenzione: la coccinella che improvvisamente s'era posata sul risvolto della camicia di cotone a righe verticali bianche e celesti.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora