76 - Qualcosa da dire e una scalinata da salire

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    L'allerta si diffuse nuovamente nel giro di un attimo.

"Ma che vuole ora questo dio? Che ci fa qui? Ma proprio lui doveva venire?"
Erano le domande inconsciamente espresse dai presenti.

Apollo si fece avanti.

«Thanatos! Quale vento pestilenziale ti porta a casa mia?» domandò rimarcando con autorità il concetto di "casa mia".

«Oh! Tranquillo, il tuo nuovo figlio ha meritato la sua preziosa vittoria. Sono venuto a riprendere questa indisciplinata!» chiarì subito il dio della morte rivolgendosi ad Atropo, ma senza lasciarsi intimorire dalla divinità maggiore.

«Allora, prenditela e smamma!»

   La presenza di Apollo infuse un certo senso di sicurezza negli animi già duramente provati dei ragazzi.

   Yuri osservò quella singolare figura e non seppe negare a sé stesso che riscontrò un qualcosa di familiare, pur essendo la prima volta in assoluto che lo vide.

   Asteria diventò per un giorno un punto di ritrovo molto frequentato dalle divinità. Difatti, apparvero pure le sorelle della bimba-ammazza-gente: Cloto e Lachesi.

«Uhm! Ma dove ti eri cacciata? Sai che l'ultimo ordine è stato revocato? Non devi più tagliare il filo numero centodiciottomiliardinovecentonovantasei...»

«UHF! Basta!», Thanatos troncò lo sproloquio di Lachesi, la Moira dall'età di donna matura che misura i fili delle vite, ed ella, chinando il capo, estrasse da sotto il chitone viola un singolare oggetto d'argento.

«Su, su, andiamo! Abbiamo altro da fare altrove!», esortò Cloto, Moira dalle fattezze di donna giovanile, colei che intreccia i suddetti fili vitali, ed anch'ella tirò fuori un oggetto simile a quello della sorella, ma d'oro.

«E per ordine di Zeus, nostro padre, che non solo ha revocato la morte del numero...»

« Lachesi! Dacci un taglio!» rimbrottò Thanatos spazientito, alludendo alla noiosa numerazione dei dannati fili.

«Volevo solo dire che Atropo merita una lezione per aver disobbedito a Zeus, che non vuole più la testa del numero centodiciotto...»

Thanatos sospirò esasperato e tirò fuori dalla manica destra un rotolo di carta molto antico.

«Prendete questo!» lanciò l'oggetto alle Moire che si azzuffarono poco elegantemente.

  I semidei che assistettero alla scena temettero che in quel rotolo di carta ci fosse l'elenco dei loro nomi, ovvero i prossimi a dover decedere.

«Huhu! È una copia aggiornata di "Mani di Ninfa! " la rivista olimpica numero uno dei lavori a maglia!» esclamò Lachesi.

«Sì! E ci sono i nuovi punti maglia a traforo!» constatò Cloto.

«Per non parlare poi dello speciale lavori per mancine!» scoprì Atropo.

«A te niente! Tu ti meriti una bella lezione!» annunciò Lachesi con in mano un battipanni, subito imitata da Cloto agitando anche lei il suo.

«Ma che volete! Io...» Atropo sgranò gli occhi vedendo le sorelle avvicinarsi minacciose.

«Non mi sfuggirai! Io sono campionessa di battipanni d'argento!» ringhiò Lachesi.

«Ed io d'oro!» rimarcò Cloto e insieme all'altra inseguì la pestifera bambina chissà dove e, dopo essere svanite nel nulla, una lontana eco di rumor di battipanni misto a urla si disperse gradualmente.

   Mentre Justice trovò avvalorata la propria tesi riguardante il reale mandante di Atropo come avversità nei confronti di Yuri, ovvero Zeus, l'ex non vedente s'imbronciò osservando meglio Thanatos che nel frattempo gli si era avvicinato.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora