62 - A VERA DELO, CIOÈ ASTERIA: una ricetta difficile

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Le sorelle di quartiere di Dafny, grate a lei per aver salvato loro la vita, si fecero in quattro pur di assecondare il suo desiderio di torta al cioccolato. Anche se non nascosero il tumore che un altro Ciclope potesse sfuggire dalla guerriglia in atto nella Piazza Agorà.

Dafny, non solo affrontò la difficoltà di reperire gli ingredienti, ma anche quella di trovare un forno funzionante, vista la rapidità con la quale le case stavano crollando colpite dai massi degli abissi. Nulla era più come lei e i residenti ricordavano. Il bel viale lastricato di mosaici a tema floreale, i negozietti di articoli di moda e le profumerie, per non parlare dei roseti che decoravano ogni angolo e le case dove regnava una perenne armonia, era ora tutto in rovina. Un paesaggio lunare in continua espansione.

Dafny scosse la testa. "Le case si ricostruiscono! Non sarà un problema, a patto di riuscire a sopravvivere!". Con uno spirito di intraprendenza che essa stessa non sospettò di avere, diresse il gruppo dei volontari verso la zona est dell'Isola, con l'obbiettivo di raggiungere il quartiere misto, dove avrebbe trovato la dimora di Muna Ka Nui.

Nonostante la figlia di Ecate era la capo quartiere, la sua casa era situata lungo il perimetro esterno della cittadina, al contrario di quelle del resto dei capi, tutte affacciate in centro.

Muna avrebbe potuto darle l'aiuto che cercava.

Gli aiutanti volontari corsero sotto il bombardamento delle rocce marine. Ognuno di loro portò con sé una parte degli ingredienti della torta infernale.

Fu curioso notare che i massi provenienti dal mare erano tutti orientati verso i figli di Afrodite aggregatisi all'impresa di Dafny. "C'è un disegno preciso", valutò la ragazzona.

«Non sapevo che cucinare fosse così pericoloso!» gridò una delle ragazze che portava con sé una scatola di cioccolatini italiani.

«Non mangerò mai più cioccolato per il resto della mia vita!» le fece eco la più vicina di corsa.

«Siete sicure che le nostre vite abbiano ancora un resto?» urlò un altro fratello schivando l'ennesima roccia piovuta dal cielo.

Il perimetro del centro abitato si rivelò difficoltoso da percorrere. La strada in terra battuta, piena di spuntoni sassosi ed erbacce crespe, non agevolava il passaggio.

Giunsero alla fine del caseggiato più esterno del quartiere di Ares, la zona confinante a quella di Afrodite. Il confine seguente era delimitato dai magazzini del quartiere di Iride, a seguire il quartiere misto.

Dafny grondò sudore da ogni poro ma non si diede per vinta. Schivò, urlando come un'aquila, le meteore. Il fragore di ogni impatto rimbombò nella sua mente atterrendola. Preoccupata per l'incolumità dei compagni, non perse d'occhio nessuno del gruppo. Nei volti che inquadrò non trovò nulla che non fosse timore per tutto ciò che si muoveva attorno.

A metà percorso del perimetro di confine del quartiere di Iride, la loro corsa stile arrancamento subì una brusca frenata. Un individuo armato di spada, con un ghigno da sbruffone arrogante, si pose dinnanzi sbarrando loro la strada.

«Sei tu! Misha!»

«Ma guarda guarda! Dove si va così di corsa, grassona!»

«Lasciaci passare!» implorò Dafny con tono amareggiato.

«Nah! Il vostro viaggio finisce qui! So cosa vuoi fare Dafny, e non te lo permetterò!»

La figlia di Afrodite, con in mano gli utensili da cucina recuperati dalle macerie della sua casa, guardò dentro sé stessa e si scoprì essere pentita d'aver dato ospitalità a quell'individuo.

I dodici fratelli di Dafny, distrutti dalla fatica, valutarono tacitamente la possibilità di buttare per aria gli ingredienti e salire il pendio alla loro sinistra, sicuri di raggiungere l'altura del Patio Sole Luna, zona protetta dagli arcieri di Apollo.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora