77 - DONARE, ACCETTARE E RESTITUIRE

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E così, tutti insieme disordinatamente, gli abitanti di Asteria imboccarono la scalinata, avviandosi chiassosamente verso il Patio Sole Luna. Nel mentre molte notizie passarono di bocca in bocca. La questione di Justice, ingiustamente accusata di un reato mai commesso, risaltò tra tutte. Le accuse ai fratelli di Axel, che avevano tradito la comunità asteriana assieme ai ragazzi di Ermes ed altri commenti non passò in silenzio. Persino Ike non sfuggì al cicaleccio, e ne fu sorpreso quando apprese di essere ammirato più per l'accresciuta avvenenza fisica che per la gloria in battaglia. Yuri, invece, costituì la fonte principale dell'eccitazione generale.

Al neoasteriano, nonostante fosse letteralmente circondato, non sfuggì la vista della cittadina distrutta. Un senso di inadeguatezza lo pervase.

Ike, ora che Yuri possedeva gli occhi, intuì facilmente i suoi pensieri.

«Non deve ricadere tutto sulle tue spalle!» esordì a voce sostenuta per superare il chiasso dell'allegra bolgia nella quale navigava appresso a tutti gli altri.
«Le case si ricostruiscono, e lo faremo tutti insieme»

«Ben detto!» gridò un ragazzo più adulto.

«Aliseo!» esclamò Justice attratta dal mezzo pantalone che indossava.
«Ma cosa?»

«Sì, hai visto? Ho di nuovo la mia gamba! Sai dirmi chi devo ringraziare?» rivolse lo sguardo a Yuri, anche se lui non aveva idea che quella gamba era la stessa che Busìride gli aveva rubato.

Aliseo sapeva chi era l'artefice del prodigio grazie al quale poté salvarsi. Tuttavia, siccome la meta del pellegrinaggio verso il Patio era ormai raggiunta, e la folla già tutta dentro al monumento, dovette interrompere il discorso.

Yuri, malgrado la passata cecità, stentava a credere che quello era il medesimo luogo in cima al quale si era ritrovato pochi minuti prima. Non lesinò stupore nell'osservare la volta interna che per lui costituì una inesauribile fonte di meraviglia. Infatti, sulla superficie concava della semisfera di alabastro, sorretta da una quantità abnorme di colonne traslucide, poté ammirare lo spazio infinito, puntellato da stelle solitarie e costellazioni di ogni tipo, con annessi pianeti, finanche una superba vista del monte Olimpo sorretto nell'etere.

Il semidio novello ammirò, pur non comprendendo appieno, lo spettacolo luminoso, che non era una mera rappresentazione statica di una comune mappatura astronomica, bensì un dinamico ballo di comete e moti planetari che affascinava chiunque lo guardava.

«Quante cose mi sono perso quando non avevo questa percezione!» esclamò, non rendendosi conto d'aver rotto il silenzio di rito sempre rispettato nel luogo più sacro dell'Isola.

Apollo rise di gusto seduto sul suo trono d'oro affianco ad Artemide, adagiata comodamente anch'ella sul proprio d'argento.

Ike esortò Yuri a inginocchiarsi assieme a tutti i presenti che risero sotto i baffi.

Apollo concesse a tutti di sollevarsi.

«Miei amici! Non ho nulla da dirvi se non grazie a tutti quanti per aver salvato la nostra Isola! Lo so che non sono stato molto presente in questi anni, e molti di voi si saranno chiesti perché. Oggi, dopo tutto ciò che è successo, vi siete meritati il diritto di conoscere il motivo».

La moltitudine di semidei si guardò l'un l'altro con espressioni interrogative stampati in volto.

«Ci sono molte leggi che Zeus ha varato, e una di esse vieta l'unione tra dèi con alcuni semidei particolarmente potenti».

Justice si affiancò vicino a Yuri. «Presta attenzione, tuo padre sta per dire qualcosa che ti riguarda»

«Tu dici?»

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora