88 - YURI A SCUOLA DI PITTURA

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I piccoli occhi dei Sileni seduti ai piedi dell'albero studiavano già da mezz'ora Yuri che, mentre esponeva il disagio provato per la propria incapacità di leggere un semplice libro, era tutto preso a raccogliere dal terreno un indefinito numero di sassolini colorati che poi faceva cadere a terra in maniera sistematica.

Il più anziano dei Sileni ascoltò il discorso e attese che il figlio di Apollo lo terminasse.

«Ragazzo Yuri, è comprensibile, ora che hai la facoltà di vedere, tutto ciò che ti circonda appare misterioso e indecifrabile. Ma c'è una soluzione e avevamo già predisposto per te l'entrata ufficiale al mondo esterno all'isola»

Yuri, a quel punto, smise per un attimo di raccogliere le pietre e lanciò uno sguardo indagatore che già di per sé chiedeva ulteriori particolari.

«A scuola», rivelò. «Tu frequenterai una scuola come tutti gli altri ragazzi e ragazze. Lì seguirai il naturale processo di apprendimento tipico degli umani»

«Scuola? Ha tutta l'aria di essere una missione!», esclamò e a Parlapiano scappò una risata che calamitò l'attenzione interrogativa di Yuri.

«Beh, dipende da te, da come ti approccerai alla nuova situazione. Per alcuni è un periodo di evasione, grazie al quale poter socializzare con individui estranei ai problemi dell'isola, per altri, invece, è un supplizio da espiare», rise ancora.

«E a proposito di problemi, noto che sei inquieto giovincello, c'è dell'altro di cui vorresti parlarci?» aggiunse il simpatico sileno.

A quel punto Yuri espose l'evento del quale poco prima era stato colpito e recitò i versi di ciò che a tutti gli effetti sembrava essere una profezia:

«"Il freddo respiro giungerà dalla remota terra
Archi specchi e rapaci la scuoteranno
Tre saette cadranno in guerra
E i domani cesseranno.
Inutili venti del tempo passato
Senza guida nessuna piaga sarà sanata
E il sommo sovrano infine verrà capitolato
Dall'antica lama insanguinata
Immense catene mortali legheranno
La stella ai quattro angoli in un cielo d'oro ammantato
Dalle ultime folgori divine scenderanno
E ciò che è vivo via sarà portato"»

«Mhm... Apollo ha deciso di cambiare registro. Non ha usato il menhir ma la voce dell'ultimo figlio riconosciuto», valutò il sileno anziano.

«Non dobbiamo trascurare questo segno. Credo che la cosa più giusta da farsi è mettere al corrente di questa nuova situazione solo i capi dei quartieri, per gestire la futura crisi», suggerì infine.

«Quindi, seguiremo questa linea. Insieme ai capi dei quartieri e ovviamente a Greta ed Etienne, dobbiamo venire a capo della situazione prima di scatenare inutili allarmismi», chiarì infine il claudicante Arcezio che, insieme agli altri suoi simili, era sempre più curioso di capire cosa stesse facendo Yuri con i sassi.

Da quando aveva avuto luogo il colloquio, infatti, si era messo a giocare con la ghiaia in maniera a dir poco fastidiosa.

«Non mi avete convinto. È bene che lo sappiate», sentenziò il ragazzo riprendendo a gettare i sassolini per terra.

«Ragazzo Yuri, le tue preoccupazioni sono ben giustificate. Però devi imparare una cosa: i cambiamenti a volte sono inevitabili. I pericoli sono sempre dietro l'angolo, e per quanto tu possa prevederli non puoi e non devi farti carico da solo di questo fardello. Abbi fiducia nei tuoi nuovi amici».

Yuri alzò di scatto il volto, riconoscendo in quelle parole il medesimo significato del discorso esposto da Rubelia pochi minuti prima.

A quel punto stava per controbattere, quando Rolando sopraggiunse.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora