52 - YURI paga vitto e alloggio

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Svanita Steno dietro la porta, entrarono nella camera rotonda i cinque esseri annunciati. La situazione diventò grottesca. Yuri iniziò ad avvertire un senso di affaticamento, cosa che negli spazi aperti immersi nella natura non avveniva praticamente mai.

Le uniche cose che poteva fare erano due: utilizzare i suoi doni e avere una chance di guadagnare tempo, oppure succhiare dalla lana della pecorella ciò che rimaneva dell'ambrosia.

"Se bevo l'ambrosia do il via alla gara: chi ammazza Yuri per primo vince!", Immaginò.

Disquisendo con i vari individui, indietreggiò fino a raggiungere la gabbia, sperando che nessuno lo percepisse. Fece scendere il piccolo animale da un braccio e lo depositò al centro del rifugio di ferro.

Parlottando con i nuovi "amici" letali, comprese che uno di essi era il Minotauro. Aveva le sembianze di uno uomo di colore alto e affascinante, calvo con un paio di bianchissime corna taurine molto grosse e appuntite. Dalla vita in giù era del tutto simile all'animale dal quale prendeva il nome, aveva il manto candido come la neve. Tuttavia, malgrado l'apparenza, Yuri avvertì provenire da lui paura.

«Non ce la faccio!» esclamò il Minotauro battendo in ritirata.

Oltre la porta, Yuri lo sentì discutere con Steno che gli ordinava di finire il lavoro, ma lui le spiegò, con voce tremante, che quel "coso" era troppo brutto, e inquietante a tal punto da non sopportarne la vista.

Dello stesso avviso non erano gli altri quattro bestioni rimanenti. Emanavano un odore insopportabile. Sembravano fatti di carne marcia. Vari rumori metallici palesavano il possesso di armi pericolose.

«Quindi, se ho ben capito, tu pretendi di combattere contro dei semidei! Che cliente difficile!» mormorò una voce gutturale vagamente femminile.
«Dovrai accontentarti della sottoscritta, sono Faia di Megara, la leggendaria scrofa divoratrice di uomini!»

«Ehm, tu dovresti essere anche la più forte?»

« Puoi scommetterci i cosiddetti! Io sono immortale!»

Yuri, insofferente verso le espressioni scurrili, si irritò. Probabilmente, in circostanze differenti, avrebbe potuto sorvolare sull'odore di carne putrefatta che emanava. Di certo, non gliene sarebbe importato molto che avesse il corpo irsuto e orecchie a punta, pelose e piene di cerume che fioccava giù dai lati. Avrebbe ignorato gli occhi gialli, per via forse di una disordinata dieta, o che dalla bocca larga come un forno spuntavano acuminati canini inferiori che le arrivavano curvi fino alle tempie.

L'irritazione provata per la sconcezza appena udita, tradì il formicolio che si generò nel centro del petto squarciato. Di conseguenza, le scintille che ne sgorgano sfuggirono al suo controllo. Percorsero la lunghezza di ambo le braccia e raggiunsero i palmi delle mani, dove s'accumularono formando dei globi di luce tremula.

«Ma, tu, sei un sem...»

Incurante di chi stava per parlare troppo, gli si scagliò contro sbaragliandolo e con un solo pugno lo ridusse in polvere dorata. Yuri riscontrò il giusto effetto del personale trattamento che riservava ai mostri.

Gli altri tre, allertati dalla sorpresa, assunsero un atteggiamento differente, passando da: " "Ti uccido per cameratismo" a " Ti ammazzo perché devo!"

«Sin da subito non mi sei piaciuto!» grugnì Faia.

«È l'effetto che faccio di solito!» ribatté il semidio saltando e schivando le indefinite armi che avvertì venirgli addosso.

«Dobbiamo avvisare subito Steno!» gridò uno dei guardiani dell'Anfora.

«E pensi che ti permetterò di chiamare rinforzi?» incalzò Yuri abbattendolo con un pugno in pieno viso. La fitta nube dorata nella quale disparve il secondo mostro diede al semidio la certezza di come le cose dovevano andare. Ma confermò irrimediabilmente la sua natura di semidio.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora