72 - GRETA SANDERS COLEMAN, figlia di POSEIDONE

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Greta cavalcò il suo destriero d'acqua marina scortata dalle Pleiadi. La valle della luna, territorio dove le ancelle a Artemide dimoravano, immersa nell'oscurità lunare, apparve spettrale.

Gli alti pioppi frondosi disegnavano lugubre mani protese verso il cielo.

La figlia di Poseidone sentì addosso tutta la colpa di quanto era successo a causa della propria sconfitta. Non se lo sarebbe mai perdonata se non fosse riuscita a salvare tutto ciò che ancora poteva essere salvato, perché di quello si trattava ormai.

Pensò alla sua migliore amica che aveva dovuto attraversare tutto il mondo in pochi giorni nel tentativo di salvarla, e c'era riuscita.

La figlia di Atena era il suo punto di riferimento, la migliore tra tutte le amiche.
Nessuna pace avrebbe concesso al proprio spirito se non fosse stata in grado di sollevare le sorti della battaglia in corso contro Fetonte.

Cavalcando in direzione del mare, Greta ebbe delle visioni fugaci. Era come se fosse stata sempre insieme a Justice. Dei déjãvue forse, ma scosse subito il capo scacciando inutili facezie che l'avrebbero solo deconcentrata.

Una domanda però esigeva una risposta.

«Dove sono i Sileni e gli spiriti guardiani?» chiese rompendo il silenzio disturbato dal galoppo dei cavalli.

«Essi sono posti a difesa del cuore dell'isola» rispose una delle ninfe lunari con tono piatto, quasi avesse elargito il più oneroso dei favori.

C'è un termine per definire tipe così e Greta lo conosceva... ma decise di conservarlo per occasioni più fortuite.

Il cuore dell'isola di Asteria altro non era che il luogo più nascosto e segretamente custodito da pochi eletti esseri sovrannaturali, oltreché da pochissimi semidei meritevoli di conoscerlo, poiché era lì che si trovava lo strumento ancestrale, l'ultima opera di Leto.

Un boato improvviso alzò la guardia della semidea. Il mare era già visibile oltre gli ultimi alberi della radura selvaggia e sembrava stesse ribollendo.

Giunta all'ampia spiaggia candida, Greta scoprì d'essere rimasta sola. Le Pleiadi erano già volate verso la luna che oscurava il disco solare.

«A quelle tizie manca proprio il buonumore...» biascicò.

La ragazza scese da cavallo e si diresse verso l'amato mare inquieto. Era così cupo. Una distesa infinita tinta di un grigiore interrotto ritmicamente dalla risacca.

Prelevò dall'arenile una conchiglia bivalve vuota e le fece tintinnare con una mano come fosse una nacchera.

«Avanti! Esci dall'acqua Tito!» esortò avanzando in mare fino a bagnarsi le caviglie. Il solo contatto con l'oceano la fece vibrare, caricando d'energia ogni cellula del corpo.

A distanza di pochi metri emerse dalle onde in tumulto il tritone suo amico.

«Principessa!» esclamò il maschio di sirena con voce strozzata. In altro modo non poté esprimersi perché il suo collo era stretto in una morsa da una mano palmata, artigliata e viscida.

«Muhuhu! Vedi vedi un po' chi c'è? La regina senza re!» cantilenò Akheilos il dio mostro marino.

Greta vide il suo amico dalla coda di pesce sofferente che con gli occhi la implorava di non avvicinarsi.

«Tu dovresti essere quel coso, aspetta... come t'ha chiamata Justice? Kele... Kelo... Kilosachesei?»

«Sfrontata! Sono Akheilos!» ruggì il divino essere dalla pelle squamosa.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora