Da qualche parte su nel cielo, nella dimora di Apollo, ovvero il palazzo d'oro sorretto dalla luce del sole, il proprietario se ne stava a dipingere nello studio artistico, in attesa di ricevere ospiti. Era così assorto che non fece caso alle luminose ninfe Eliadi, indaffarate a tirare a lucido ogni centimetro quadrato del sontuoso maniero.
Non badò neppure ad Ermes che trafficava con tutto ciò brillava: suppellettili, statue, tesori e simili.
Mosse un po' le ciglia solo quando gli apparve alle spalle Afrodite.«Hai fatto nascere un nuovo Picasso?», domandò la dea della bellezza osservando con disgusto il soggetto dipinto dal divino collega.
«Mhpf! Tutte dicerie. Picasso non è figlio mio, ma di Tyche, dea della fortuna. E se devo dirla tutta, penso che con lui abbia proprio esagerato!», rispose distaccato senza distogliere lo sguardo dal suo dipinto.
«BAH! Bando a queste facezie, di un pò, non ti sei accorto che ti stanno svaligiando la casa?»
«Mhm... oh è per Ermes? Tranquilla, è solo convinto che io abbia perso una scommessa, e prima che il mio palazzo venga distrutto durante la lunga eclissi, ha deciso di sgravarlo del peso requisendo tutti i miei tesori»
«Ah! Nulla di che preoccuparsi, allora! E vorresti lasciare tutto in mano a tua sorella Artemide?»
« Oh! Mia sorella, sogna da sempre di appropriarsi di tutta l'Isola e farla diventare una sua proprietà»
«Quindi è tutto sotto controllo!», dedusse sarcasticamente Afrodite. «Sull'Olimpo gli dèi sono divisi tra chi intende intervenire e chi invece osserva il divieto imposto da Zeus. Egli teme che l'arma mortale per gli dèi possa cadere in mani nemiche e per questo...»
«Ha ordinato me di incaricare mio figlio Ike di uccidere il portatore di tale arma letale!». Le parole espresse da Iride precedettero la sua apparizione.
Ermes bloccò il personale traffico di sottrazione indebita di beni aurei del padrone di casa e raggiunse il cospetto della collega dea messaggera.
«Porti sempre liete novelle?» domandò ironico il dio dei ladri.
«Io almeno lavoro!»
«So che paparino non approva il mio disegno, so anche che lui conosce tutti i miei piani, e so perché gli altri dèi non intervengono, anche se vorrebbero», dichiarò Apollo, comodamente seduto e continuando a dipingere assorto.
«Un solo aiuto, ad un solo figlio, per ogni singola battaglia, questa è la regola». Con passo fiero un' altra dea si palesò: Atena.
«Mi hai seguita!», esclamò Iride.
«Un solo aiuto, è l'unico atto possibile per non condizionare eccessivamente il corso degli eventi dominati dagli eroi che ci appartengono», concluse freddamente la dea della sapienza facendo echeggiare e la sua voce in tutta la sala circolare. «Alla luce di quanto stipulato da Zeus in persona, ti chiedo Apollo, qual è l'aiuto che hai concesso agli abitanti dell'isola di Vera Delo?»
«Il mio aiuto, se è destino che giunga a Vera Delo, come già predetto, porterà la distruzione», rispose Apollo, rimanendo concentrato sui colori della tavolozza.
«Quale razza di aiuto hai disposto se è in grado di portare addirittura la distruzione dell'isola?» domandò severa la dea della battaglia.
«Atena, so perché sei qui e il responso non è cambiato», la informò il dio della luce del sole. «Ma a voi due, Iride e Atena care, non vi è giunto il mio messaggio?»
Le dee chiamate in causa si scambiarono sguardi divinamente gelidi esprimenti perplessità. Apollo sbuffò.
«Ermes! Non hai consegnato il messaggio?»
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I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di Perla
Fantasy[Completo] In una lontana isola dell'Oceania, nascosta alla vista dei comuni mortali, s'intrecciano le vicende di una vivace comunità costituita da figli di dèi dell'Olimpo, Sileni, Ninfe e Spiriti antichi. Un Menhir apparso sotto gli occhi degli a...