49 - JUSTICE IKE AXEL e un misterioso aiuto

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I rumori provenienti oltre la porta del bagno infusero del buon senso a Justice che saltò velocemente sopra a... uno di quei cosi.

«Ragazzi! Giuro che se raccontate in giro di me su questo vespasiano, vi faccio fuori a mani nude!» minacciò lei.

«Se non ci diamo una mossa di certo questo rimarrà un segreto che ci porteremo nell'oltretomba!» ribatté Ike.

«Dobbiamo sfondare il muro!» suggerì Axel.

«Ci penso io!» tuonò risoluto Ike che, direttosi a ciò che rimaneva delle pareti dalle quali aveva estratto tutti i tubi di bronzo dell'impianto idraulico, sferrò poderosi pugni e calci. Non ci fu bisogno di creare arcobaleni per acquisire maggiore forza fisica poiché immaginò di colpire a sangue Achille, colui il quale era riuscito a baciare più e più volte Justice, ed era ancora vivo per poterlo raccontare in giro.

Il muro si sgretolò in poco tempo rivelando il più furioso degli oceani in tempesta.

La porta del bagno divenne polvere e Teti, infuriata, tese le mani nell'atto di lanciare i suoi incantesimi.
«Morirete tutti!» annunciò.

«A suo tempo, ma non oggi!» esclamò Justice, ormai riabilitata del suo prezioso intelletto, grazie al quale seppe intuire come far partire il nuovo marchingegno di Axel. I comandi erano tutti sintetizzati in un gruppo di leve. Ne azionò due e dal tubo della doccia fuoriuscì un vortice infuocato che funse da propulsore. Il mezzo partì di scatto e la semidea lo pilotò centrando il buco nella parete scavato da Ike. Il figlio di Iride si buttò sopra il suo posto-a-sedere-water dietro ad Axel, e poi tutti insieme schizzarono fuori con la velocità di un razzo contro le muraglie d'acqua più alte che si fossero mai viste.

Era palese che il prossimo ostacolo da affrontare era proprio Poseidone.

Il kajak-vespasiano sfrecciò a tutta birra quasi volando sopra il mare in burrasca prima di ammarare sul dorso di un cavallone.

I semidei scapestrati buttarono fuori tutto il terrore misto ad adrenalina gridando in tutte le maniere possibili e immaginabili. Ciò li caricò. Justice, come sempre al comando, diresse il vespasiano infernale verso est nordest.

Il trio di avventurieri, per non rischiare di cadere in acqua, furono costretti ad aggrapparsi grottescamente ai water. Se qualcuno avesse potuto vederli certamente avrebbe creduto che stessero adorando i sanitari.

I problemi, si sa, quando si presentano non vengono mai soli, e infatti, a distanza di pochi chilometri un fitto groviglio di tentacoli alti come palazzi attendeva i fuggitivi.

«E ora come la mettiamo?» domandò Axel.

«Dobbiamo superare quel mostro marino!» annunciò Justice.

«E allora andiamo!» gridò Ike.

Justice azionò la terza leva e regolò il timone in direzione della spettrale foresta di tentacoli ondeggianti.
Il mezzo acquatico improvvisato aumentò a tal punto la velocità che, in due secondi contati, arrivò subito in prossimità del mostro. I ragazzi, confrontati con la gigantesca creatura tentacolata, apparvero piccoli come insetti.

Cinque viscide escrescenze grosse come sequoie si abbatterono contro il parecchio poco fortunato terzetto.
Justice compì una manovra spericolata per non finire dritta contro l'ennesima mostruosità. Ci riuscì percorrendo una traiettoria circolare grazie alla quale vide alle spalle la casa della dea Teti che li stava inseguendo. Trasalì all'istante.

«Dannazione! Questa non ci voleva!» esclamò Ike.

«E adesso che si fa?» gridò disperato Axel.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora