8 - JUSTICE, IKE, AXEL prime avversità

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Lo schianto del masso segnò la fine della poca tranquillità conquistata dai semidei.

Rumori di cocci in frantumi e grida cavernose, provennero dalla casa a pozzo più grande, e un tanfo indicibile disgustò " il loro olfatto allertandoli.

Un mare nero indistinto di brulicanti esseri invase il terreno rossastro.

Ike, già con le spade sguainate, si lanciò contro all'avversità ignota.

Axel brandì il chrisimèvei, in attesa di capire come servirsene.

Justice intuì la natura d quella massa informe che avanzava speditamente. «Serpenti!» rivelò con un grido. «Ma certo: Snaketown! Città dei serpenti!» scoprì quasi allegra.
L'euforia della scoperta le si smorzò allo scorgere la grande pithouse andare in frantumi.

Una figura umanoide emerse dalle macerie di terracotta: alta più di dieci metri e dalle gambe poderose. Indossava delle specie di mutande fatte di tegole e pezzi informi di cocci che cozzavano fragorosamente ad ogni passo compiuto. Il busto, con un distinto pancione viscido e verdastro, luccicava disgustosamente ricoperto da maleodorante sudiciume. La testa enorme, con un unico occhio, visto da lontano, sembrava piangere una quantità spaventosa di liquido scuro.

«Un ciclope!» emise Jusice sentendo cedere le ginocchia.

«Sembra un palazzo con le braccia!» esclamò Axel. «E ci scaraventa i massi!»

Alle spalle, la fitta boscaglia prometteva altri guai, per cui decisero con uno sguardo di affrontare il mostro.

Le rocce scagliate contro come meteore dal colosso, crivellarono il suolo attorno, creando crateri dal diametro di qualche metro.

Quando il mare di serpenti neri fu ad un passo da justice e Axel, l'oca volò verso la piscina e si adagiò sul pelo dell'acqua. La ragazza la notò.

Ike non perse tempo: si scagliò contro i rettili striscianti e con le sue lame iniziò a macinarne a decine per volta.

«Ike, non farti mordere!» gridò a più non posso la semidea. «Provengono dal Ciclope-aspide, un incrocio tra ciclope e l'Idra di Lerna!»

«Un ciclo-cosa?» ribatté Axel, tutto intento a schivare gli assalti dei viscidi esseri velenosi.

Il biondo, ad un certo punto, mosso dall'istinto di sopravvivenza, decise di scoprire il suo asso nella manica. Tutt'un tratto gli occhi cerulei del tedesco si accesero di un inquietante tonalità rossa. Inspirò una quantità incredibile d'aria col naso e, quando espirò con la bocca, il fiato a contatto con l'esterno divenne un unico, formidabile getto fiammeggiante che investì in pieno una considerevole quantità di serpi demoniache.

Justice non seppe più di cosa essere terrorizzata, vedendo pure il compagno sputare fuoco come un drago. «Accidenti Axel! Ma da quando fai queste cose?»

«Justice, è una cosa che spaventa a morte anche me. La uso esclusivamente quando lavoro da solo nel mio garage!»

Il fetore si acuì dopo che svariati nugoli di serpenti furono arrostiti, ma l'effetto positivo ottenuto fu momentaneo: dalla poltiglia della carne nerastra di quei mostri se ne rigenerarono il doppio.

Axel imprecò in una maniera che è Jusice decise di ignorare, piuttosto attratta dalle mosse di Ike.

Vide il figlio di Iride volteggiare leggero, come una creatura sovrumana, menando fendenti a destra e a manca come un indemoniato. Così rapido raggiunse i piedi del feroce ciclope e lo attaccò.

La luce del sole, quasi al tramonto, allungò le ombre, ben presto sarebbe stato difficile distinguere le serpi.
Conscia di ciò, Justice si ricordò del dono di Atena.

I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di PerlaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora