Muna attivò i suoi poteri mettendosi al riparo dall'effetto del sortilegio di Dafny. Sortilegio che
La figlia di Afrodite, ignorò d'aver lanciato.«Hai rivelato il tuo talento!» esclamò Muna, mal celando un certo timore.
«Ma di cosa si tratta? Ne hai idea tu?»
«Amica mia, qualunque cosa sia, sono certa che è roba forte! Praticamente, hai generato un intenso profumo e poi hai ordinato all'albatro di "fermarsi", e lui si è bloccato!»
L'animale, difatti, rimase a terra nella sabbia. Non scappò. Lo sguardo vuoto e privo di volontà. Parve impagliato.
Il crepuscolo sulla spiaggia tropicale segnò l'inizio della sera. Le onde della risacca si srotolarono dolcemente cullate dal vento. Dafny e Muna, piene di interrogativi, ritornarono alle rispettive case.
Dafny, giunta alla sua dimora, osservò le luci all'interno dalla finestra della cucina. Udì rumori familiari. Riconobbe da essi l'irrequietezza del padre. Le si strinse il cuore nel vedere quell'uomo struggersi per Afrodite.
Quella sera ebbe una sensazione atroce. Vide l'orticello in disordine e gli animali dell'aia non governati. Quando entrò, la situazione apparve più drammatica di quanto aveva immaginato. Il mobilio era tutto rivoltato. Odore di marcio provenne dalle altre stanze. Il tavolo rotondo distrutto. Suo padre in lacrime, per terra, si puntò un coltello da cucina alla gola.
La ragazzina gli corse in contro, spaventata.
«Daphmoa... perdonami...» biascicò l'uomo facendo scivolare il filo della lama del coltello sulla giugulare.
Dafny, invocando la madre, afferrò la lama tagliandosi il palmo. Nel far ciò, si sentì come in spiaggia. Il corpo divenne tiepido e un effluvio di rose si diffuse tutto intorno. «Ti prego! No, smettila!».
La lotta ingaggiata contro il genitore terminò appena dopo avere espresso quelle poche parole.
Kei Rosembown lasciò cadere le braccia e il coltello si piantò nel pavimento di legno. Rimase immobile con lo sguardo fisso nel vuoto, privato di ogni volontà.
Dafny, con la mano insanguinata, dolorante per la profonda ferita, perse la sensibilità di quattro dita. Gridò come mai nella sua vita, straziata più per il padre che per la manina quasi recisa.
Accorsero i vicini di capanna e altra gente del posto. Si conoscevano tutti sull'isoletta.
Da quel momento, per Dafny la bella isoletta Hawaiana, con le sue palme in riva al mare, dondolate dalla brezza marina, la già poca spensieratezza infantile, le belle cose del luogo di nascita, i pochi ricordi pregevoli, divennero nebulosi e lontani.
Era quello l'errore commesso in passato.
L'aver utilizzato il suo strambo potere contro il padre.
Kei fu trasferito d'urgenza in un ospedale di New York. Le spese per il viaggio furono coperte grazie ad una gara di solidarietà tra isolani, che ben conoscevano l'uomo e la sua apprezzata umanità, mille volte dimostrata.
Dafny visse il momento drammatico come in trance. Chissà quanta gente le aveva portato il proprio contributo in aiuto al padre. Ad un certo punto non li contò più. E non ricordò nemmeno tutte le storie che riguardavano il buon cuore del genitore che ogni individuo le raccontava.
Trascorsero molti giorni apatici, privi di senso. Dafny si sentì sola, malgrado la presenza discreta di Muna.
Proprio la figlia di Ecate, un giorno, approfittando della poca gente in visita, cercò di rincuorarla.
STAI LEGGENDO
I Semidei Di Asteria - Il Ragazzo Dagli Occhi Di Perla
Fantasy[Completo] In una lontana isola dell'Oceania, nascosta alla vista dei comuni mortali, s'intrecciano le vicende di una vivace comunità costituita da figli di dèi dell'Olimpo, Sileni, Ninfe e Spiriti antichi. Un Menhir apparso sotto gli occhi degli a...