r i d d i k u l u s

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"boggart turns to something humorous"

[ Revisionato]

La mattinata era trascorsa velocemente. Nonostante la sua camera fosse confortevole, Harry non aveva dormito molto, era ancora stordito dal cambio di dimensione, e si era svegliato all'alba. Non aveva voluto disturbare gli altri maghi ed era rimasto in camera sua a frugare nell'armadio, pieno di oggetti al quanto strani e particolari.

Ci aveva trovato dei vecchi stemmi della casata di Serpeverde, evidentemente molto in voga nella casa di una famiglia che era stata smistata tra gli astuti da generazioni. Trovò anche diversi diari e, superato un primo momento di incertezza, si decise a sfogliarli, non li lesse approfonditamente, ma da quanto potè capire si trattava per lo più di annotazioni su pozioni magiche e tecniche di combattimento. Si ripromise di leggerle con cura in futuro, in futuro forse gli sarebbe tornato utile conoscere quelle nozioni.

Non trovò nemmeno una firma o riferimenti a persone, dunque non potè essere certo sulla sua appartenenza. Di certo la carta era rovinata, ma le parole scritte con l'inchiostro erano ancora leggibili, dunque i quaderni non potevano avere più di trent'anni.

Harry aveva rimosso i diari polverosi e li aveva poggiati a terra per poi continuare a curiosare nei cassetti. Oltre a vecchi vestiti dall'odore sgradevole, aveva trovato qualche piuma e qualche pergamena malconcia, nulla di interessante.

Il ragazzo sospirò e rimase seduto sulla sporca moquette a fissare la luce che entrava nella stanza dal finestrone accanto al letto. Cercò di liberare la mente e di calmarsi, dato che era impaziente di conoscere i suoi fratelli.

Un picchiettio lo distolse dai suoi pensieri. Harry si alzò cauto, era solo in camera e non c'erano animali fuori dalla finestra. Il rumore si fece sempre più forte, il ragazzo trovò velocemente la fonte del fracasso prima che suo padre o qualcun altro si potesse svegliare e chiedere spiegazioni.

Il trambusto proveniva dal suo baule che si stava agitando e sobbalzando a terra. Harry sussurrò: «alohomora». Il baule si spalancò e qualcosa uscì repentinamente facendo saltare in aria tutte le pozioni e gli oggetti magici che Harry aveva meticolosamente riposto in ordine qualche giorno prima.

L'oggetto prese a vorticare nella stanza, quasi fosse stregato. Il ragazzo allarmato lo seguì con lo sguardo e disse deciso: «Finite Incantatem!»

Harry osservò la causa di tanta confusione: era un panno, immobile a mezz'aria, pareva avesse vita propria e che in quel momento stesse solamente trattenendo il respiro, pronto ad attaccare nuovamente.

Il ragazzo si avvicinò e spalancò la bocca dalla sorpresa: quello non era uno straccio qualsiasi, di fronte a lui c'era il mitico Mantello dell'Invisibilità.

Harry non ci aveva fatto caso prima di allora, ma nel baule donatogli da Silente l'oggetto magico non c'era. Credeva di averlo lasciato tra le macerie di Hogwarts nell'altra dimensione, eppure in quel momento il mantello era dinnanzi a lui.

Il ragazzo si chiese come avesse fatto ad arrivare fino a lui e soprattutto se quello non fosse semplicemente il mantello di James, dopo tutto lui l'aveva ricevuto perché suo padre l'aveva donato a Silente così che Harry potesse averlo. Eppure si trovava in un'altra dimensione e non aveva la certezza che anche quel James possedesse l'oggetto magico.

Harry aveva poi riposto il mantello nel baule, poco prima di venir chiamato da Lily per la colazione. Aveva speso il resto della mattinata in salotto in compagnia degli adulti, per lo più aveva ascoltato racconti di quando i quattro avevano frequentato Hogwarts e le novità sulle nuove disposizioni del Ministero della Magia.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora