Meglio non ricordare

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Vernon Dursley adorava la normalità. Era un uomo modesto che lavorava in una ditta di trapani, aveva una bellissima moglie, Petunia Evans, e un simpatico figlio quasi maggiorenne, Dudley Dursley.
Era un comunissimo giovedì sera, la moglie stava finendo di servire in tavola il dolce, che Vernon e Dudley divoravano con gli occhi: una deliziosa torta di cioccolata ricoperta di glassa al pistacchio. Petunia impiattò la fetta abbondante nel piatto del figlio e si sedette a tavola. Vernon gustò la torta e si complimentò con la moglie: "Buonissimo Petunia." L'altra sorrise e osservò il figlio che si ingozzava peggio di un maiale, ma agli occhi della madre sembrava un cucciolo anoressico che non sentiva l'odore del cibo da giorni.

Vernon finì il dolce e, quando fece per alzarsi, capì che la sua giornata non si sarebbe conclusa in modo normale. Udì un cigolio provenire dl tetto e le luci iniziarono ad accendersi e a spegnersi; l'uomo camminò fino ad essere perpendicolare al punto da dove provenivano gli scricchiolii e alzò il capo. La moglie gli si avvicinò e si mise accanto a lui, mentre Dudley continuava a mangiare. I due coniugi rimasero in quella posizione per diversi istanti, quando l'uomo fece per tornare stranito e confuso al suo posto, qualcosa gli cadde letteralmente addosso.

Si sentì un rombo, il soffittò crollò e con esso un uomo e tutto finì su Vernon che, tra le urla della moglie, venne coperto da un cumulo di macerie. Lo sconosciuto si alzò dolorante, mentre la donna gridava: "Vernuccio! Ti sei fatto male? Vernon rispondi! E tu che vuoi?!" Vernon si alzò sistemandosi la camicia coperta di intonaco e camminò verso il figlio, si mise davanti lui e impugnò un coltello da burro. L'uomo con far annoiato si guardò attorno e domandò: "Dove mi trovo?" "Sono io che faccio le domande: chi sei tu? E perché sei piombato in casa mia!" Chiese l'altro agitando il coltello.

L'uomo sospirò tra sé e sé: "Oh no, una famiglia di babbani!" Petunia impallidì a quell'affermazione e guardò preoccupata il marito, l'uomo sguainò la bacchetta e con tono annoiato disse: "Expelliarmus!" Il coltello volò via dalle mani dell'altro, mentre i tre strillavano come matti. "Calmatevi, voglio solo sapere dove mi trovo, poi vi Oblivierò e starete bene!" "Sei un mostro!" gridava donna. Lo sconosciuto, stufo, disse: "Mi chiamo Gellert Grindelwald e sono un mago, sono piombato qui per sbaglio. Ora posso sapere dove mi trovo?" Vernon deglutì e rispose: "Privet Drive 4, Little Whinging, Surrey." L'altro alzò gli occhi al cielo e borbottò: "Ora mi tocca il lavoro sporco- e prima che i tre avessero il tempo di realizzare pronunciò- Oblivion!"

Detto ciò corse via, lasciandosi alle spalle quella casa; tentò di Smaterializzarsi, ma evidentemente la Materializzazione forzata gli aveva causato una temporanea perdita dei poteri. Gellert camminò lungo la via, ma si sentiva come osservato. Si voltò e vide un'anziana signora tenergli gli occhi puntati addosso; il mago le camminò in contro e lei fece lo stesso. "Gellert Grindelwald." "Arabella Figg." Lei gli fece cenno di seguirlo e lui acconsentì.





Casa di Campagna Malfoy, Londra

"Grazie Dobby." ripeté un'ultima volta Harry prima che l'elfo se ne andasse con un sonoro <pop>. Harry si voltò poi verso Hermione e le chiese: "Come va la gamba?" "Meglio, credo che la magia stia tornando. Draco è stato gentile." disse lei guardandosi intorno. "Già, ma voglio togliere il disturbo il prima possibile." replicò lui freddo. L'altra annuì e fece spazio sul divano al ragazzo. Egli si sedette e le domandò: "Ancora non capisco chi ci ha tenuto prigionieri a Wirghtom Ovest e come mai siamo finiti in quel postaccio." La riccia rispose a sguardo basso: "Conosco quel posto." "Davvero?" domandò incredulo Harry. "Ho letto qualcosa su un libro nella Sezione Proibita, Numergard ti dice niente?"

Harry scosse il capo: "Harry, Numergard è la prigione dove è tenuto il secondo Mago Oscuro di tutti i tempi: Gellert Grindelwald." L'altro strabuzzò gli occhi e si ricordò che Voldemort aveva avuto informazioni sulla Bacchetta di Sambuco da Grindelwald, che avesse usato lo stesso stratagemma? Il ragazzo si alzò di colpo, le ferite non gli dolevano più, e si diresse verso la libreria di fronte a lui in cerca di un libro. Dopo qualche minuto lo trovò, si risedette vicino ad Hermione e prese a sfogliarlo. "Non crederai che..." iniziò a chiedere lei, ma Harry gridò: "Trovato!" E lesse:

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora