Piani Segreti

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Gellert Grindelwald si era svegliato tardi quella mattina, o forse no, nemmeno lui lo sapeva: il Sole non tramontava mai e non c'erano riferimenti temporali. Si era alzato imprecando dal letto: odiava essere in ritardo, era sceso velocemente e aveva mangiato ciò che aveva trovato in quella disabitata casa, poi era uscito alla ricerca dei due ragazzi che aveva pedinato il giorno precedente.

Percorse veloce le vie e per poco non rischiò di inciampare sulle mattonelle del terreno, il mago era sicuro che i due fossero nei paraggi, con un po' di fortuna avrebbe origliato i loro discorsi e avrebbe capito se fossero stati loro a rinchiuderlo lì. Mentre pensava a tutto ciò non si accorse che una mano gli aveva afferrato la spalla, lo aveva costretto a voltarsi e ora si ritrovava un paio di forbici da cucina vicino alla gola.

L'uomo balbettò parole senza senso, ma la ragazza gli fece segno di rimanere in silenzio, poi lei gridò: "George vieni l'ho trovato!" Il ragazzo dai capelli scuri si avvicina in tutta fretta, reggendo in mano un coltello da macellaio e annuì velocemente: "Ottimo lavoro Beth." Gellert chiese spaventato, forse era una delle poche volte in vita sua, ma non avendo la magia era lui la vittima: "Chi siete? Che cosa volete? Siete stati voi a portarmi qui?" La riccia fece per rispondere, ma l'altro l'anticipò: "Noi abbiamo il coltello, noi facciamo le domande."

L'uomo deglutì sonoramente e accettò, così George gli disse: "Come ti chiami?" Gellert rispose con un attimo di titubanza: "Arthur Weasley." La ragazza fece per parlare, ma l'altro le scoccò un'occhiata e disse: "Ottimo, sei un mago vero?" L'uomo annuì convinto, poi il ragazzo continuò: "Scopriti il braccio sinistro." L'uomo non capì, ma eseguì il gesto; vide poi i due sospirare sollevati, ma il ragazzo continuò duro: "Come mai siamo qui? E perché la magia non funziona?" "Non lo so, ve lo giuro. Stavo cercando di smaterializzarmi, ma sono finito qui."

Dopo uno sguardo veloce al ragazzo, Beth mollò la presa e Gellert si mise di fronte ai due, poi l'altro gli porse la mano e disse: "Ti va di aiutarci ad uscire? Da quanto ne so Arthur Weasley lavora al Ministero e non credo prenderebbero bene la sua assenza." Il mago strinse la mano di George e disse: "Accetto e credo di aver capito dove ci troviamo." La ragazza si fece interessata, chiedendo: "Ah si? E dove?" "Ho letto qualcosa a proposito di Wirghtom Ovest, una landa desolata e maledetta, dove il tempo scorre in modo diverso e dove ogni tipo di magia è bloccata."

"E come mai ci hanno mandato qui?" domandò sospettoso il ragazzo. "Dal poco che so, questa città era stata distrutta, è successo solo altre due volte nella storia che Wirghtom Ovest riapparisse e bloccasse persone specifiche, ma i Maghi hanno classificato questo tipo di Fenomeno uno dei più Oscuri esistenti." "Quindi siamo stati rapiti da qualcuno? George magari è un Mangiamorte!" Ma l'uomo intervenì: "No, questo tipo di Magia è più potente dei Maghi; deve essere stata provocata da qualcosa, ma non certamente da qualcuno."

"Intende dire che una creatura ci tiene prigionieri qui?" "Non ho idea di cosa sia, ma sicuro qualcosa di molto oscuro e malvagio; anche se non sono a conoscenza di creature oscure così intelligenti." "Crede che Lei-Sa-Chi centri qualcosa?" Gellert ci mise un momento ad elaborare il fatto che un tale di nome Voldemort minacciava il Mondo Magico ed era considerato il mago più oscuro di tutti i tempi e che lui, il grande Gellert Grindelwald era passato in secondo piano; poi si riscosse dai suoi pensieri e rispose: "Controllare con l'Imperius una creatura oscura per poco tempo è difficile, questa operazione -riportare Wirghtom Ovest in 'vita'- richiede molto tempo e forse solo Merlino ne sarebbe stato capace."

George annuì cupo e replicò: "Bene Signor Weasley aveva detto che conosceva un modo per fuggire, ce ne può parlare?"





Dormitorio femminile, Torre dei Corvonero, Hogwarts

Rachel interruppe bruscamente il confuso incubo che stava facendo alzandosi di colpo sul letto; appena la ragazza voltò lo sguardo per poco non urlò: Draco Malfoy era disteso e dormiva accanto a lei. Poi si ricordò che la sera precedente aveva insistito per restare a farle compagnia e probabilmente si era addormentato. La ragazza sorrise tristemente perché il suo pensiero andò subito a suo padre, scosse la testa: quell'uomo non l'avrebbe più potuta ferire in alcun modo.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora