Lontano da casa

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«Possiamo fidarci?» domandò Lily Evans per l'ennesima volta negli ultimi minuti.

«Mamma è solo una serata, ce la caveremo!» disse Rachel alzando gli occhi al cielo.

«Lils vieni o faremo tardi!» chiamò a gran voce James Potter dall'atrio.

La donna sospirò: non avrebbe mai dovuto accettare, anche se era stata costretta: era un Auror e come tale doveva eseguire gli ordini. Era successo tutto in mattinata: un gufo misterioso che planava nella cucina, la lettera che avvertiva loro di recarsi a Londra la sera stessa causa un possibile attacco dei Mangiamorte, non sapevano chi l'avesse mandata, si era firmato D. T. R.; ma il sigillo era quello dell'Ordine dunque dovevano fidarsi.

Lei, James, Sirius e Remus sarebbero partiti alle sei e avrebbero fatto ritorno la mattina seguente; con loro non sarebbero andati né Harry, né Hermione poiché erano fuori città per una missione, a detta del moro, mentre Rachel, Draco, Tobias e Regol sarebbero rimasti in casa da soli.

In altre circostanze Lily avrebbe chiesto a qualche adulto fidato di badare a loro, ma non era rimasto più nessuno; aveva addirittura preso in considerazione l'idea di lasciare i quattro da sua sorella, Petunia, ma James non era stato d'accordo.

Aveva detto testualmente: «Preferirei lasciare i miei figli al sudicio Paiolo Magico, piuttosto che mandarli da tua sorella»

Dunque non c'erano state molte alternative, l'idea non le piaceva molto: Draco era appena maggiorenne, la sua primogenita era quasi una sedicenne, mentre Tobias e Regol avevano da poco compiuto quattordici anni.

Si riscosse dai suoi pensieri, alzò il capo verso i due più grandi e disse loro: «Mi fido di voi due: la cena è nel frigo, non appiccate incendi, niente magia se non è questione di vita o di morte, non aprite a nessuno, non lasciate questa casa e, per Merlino, se dovesse succedere qualcosa mandateci un Patronus, riconoscerei il tuo falco pellegrino, Rachel, e la tua aquila reale, Draco, ovunque»

Poi si rivolse ai due più piccoli, chinandosi per mettersi alla loro altezza: «Regol, Tobias, non date problemi a Rachel e Draco, comportatevi bene, niente magia e ascoltateli»

La rossa fissò negli occhi i suoi due figli, fece forse per aggiungere qualcos'altro, ma James Potter entrò in cucina e disse: «Lily allora ci sei?»

Venne affiancato da Sirius: «Hai finito di far loro la ramanzina?»

Lily roteò gli occhi al cielo, si incamminò verso la porta e disse al marito e all'amico: «Voi non dite niente?»

Iniziò Sirius: «E va bene, allora: se organizzate una festa niente alcool almeno che non siate talmente ubriachi da confondere il Whisky Incendiario con succo di pera...»

«Per quanto riguarda la droga deve essere buona sennò fate a meno e sesso protetto, non voglio nipoti sono ancora troppo giovane e bello, per il resto fate i bravi» finì James.

Lily diede due piccoli scalfii sulla testa ad entrambi e disse: «Idioti!»

I due risero e si incamminarono verso l'uscita, la rossa alzò gli occhi al cielo e guardò negli occhi i quattro poi disse: «Mi fido di tutti i voi» Lasciò la casa con gli altri tre dopo qualche minuto.








La Scozia era sempre stato un posto freddo, il clima rigido aiutava molto, ma non era questo che faceva percepire la sensazioni di solitudine, no quello che rendeva il tutto così mesto era la quasi assenza di calore umano in quei territori.

Il tempo non era dei migliori: nuvole grigie, cariche di pioggia, ricoprivano il cielo, un vento freddo sferzava l'aria, rimbombando da una parte all'altra e il freddo riusciva a penetrare sotto la pelle, ad intrufolarsi tra le mosse e a fartele ghiacciare.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora