I tre fratelli

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"Avada Kedavra!" Una luce verde avvolse la stanza, seguito da un' urlo a pieni polmoni: era una donna, era sua madre. Poi l'oscurità riempì il sogno, ma durò poco e si ritrovò in quel dannato cimitero. "Dove siamo?" chiese Cedric, Harry gli rispose: "Qui ci sono già stato." Cedric si ostinava ad affermare che la Coppa era una Passaporta, ma Harry non lo ascoltava, continuava ad avere un brutto presentimento. Si voltò e vide una lapide, sfiorò il nome con le dita e lesse: <<Tom Riddle>> "Cedric, dobbiamo tornare alla Coppa. Subito!" 

"Ma di che stai parlando?" gli chiese il tassorosso. Qualche istante dopo, il Prescelto provò un enorme dolore alla cicatrice, si portò le mani in fronte e si piegò sulle ginocchia. "Harry stai bene?" chiese nuovamente il ragazzo, ignaro del fatidico destino. "Cedric, torna alla Passaporta." I ragazzi alzarono lo sguardo e videro un uomo grassoccio portare in mano una specie di neonato.

 Il dolore si faceva più intenso, la cicatrice sembrava aprirsi e spaccare in due la sua testa. Il valoroso tassorosso vedendoli urlò: "Chi sei? Che cosa vuoi?" Il fagotto sibilò: "Uccidi l'altro." Dalla bacchetta di Codaliscia fuoriuscì un getto di luce verde, che avvolse il corpo di Cedric, facendolo volteggiare in aria, per poi schiantarlo al suolo. Di nuovo il buio era calato nel sogno, qualche istante dopo il Ministero prendeva forma. 

Sirius stava combattendo contro Lucius Malfoy, poi un altro Mangiamorte si fece avanti e Harry sguainò la bacchetta, pronto a qualsiasi costo a proteggere il suo padrino. Il Mangiamorte venne schiantato da Sirius, Harry girò: "Expelliarmus!" e fece volare via la bacchetta di Malfoy. "Bel colpo James!" gli disse il padrino, le sue ultime parole dirette a lui e a suo padre. Sirius fece rimbalzare Malfoy contro la parete e guardò Harry orgoglioso. 

Poi si udì un grido e una luce rossa svolse il corpo di Sirius, facendolo barcollare all'indietro ed entrare nel Velo. Harry era sconvolto, non realizzava che non avrebbe mai più rivisto il suo amato padrino, l'unico pezzo di famiglia che gli rimaneva era appena stato fatto svanire. 

Harry si scagliò contro il Velo, per raggiungerlo, ma si ritrovò bloccato dalle braccia di Remus. Allora urlò con tutta al voce che aveva in gola, le grida di disperazione irrompevano nella stanza, il tempo si era fermato per un istante e l'agonia prendeva voce, la voce di Harry.

Il ragazzo si svegliò di soprassalto, era la prima volta in quella dimensione che aveva incubi riguardanti il suo passato. Affondò la testa nelle ginocchia, come unico appiglio di salvezza e iniziò a piangere silenziosamente. Il volto era rigato da lacrime di rabbia e dolore, gli occhi chiusi e la bocca premuta contro il cuscino per soffocare i singhiozzi inevitabili. 

Le dita si aggrappavano alle gambe, Harry se le premeva contro il petto, stringendole vicino al cuore. Gli veniva voglia di prendere la bacchetta, puntarla alla testa e gridare, un' ultima volta, quelle due parole che diciassette anni fa erano state l'inizio di tutto, quelle dodici lettere che qualche mese fa avevano messo la parola fine a quella straziante storia, che aveva portato Morte e seminato distruzione. 

Harry affondò la testa nelle ginocchia e aprì la bocca per urlare, ma non uscì alcun suono; la voce gli si consumò in gola, ancor prima di venire fuori. Rimase lì per interminabili minuti a piangere, il gesto più umano che qualsiasi persona possa compiere. Si alzò poi e iniziò a camminare in circolo nella cella: lo spazio era poco e non c'era niente. Il Prescelto rifletteva sul suo futuro, sul destino che, ancora un volta, avrebbe dovuto sfidare. 

Doveva scegliere: diventare un Mangiamorte o morire, aveva a malapena due giorni per decidere e lui non era pronto. Per fortuna, però, era riuscito a nascondere la bacchetta nella tasca, prima che i Mangiamorte avessero potuto gettarla da qualche parte, o peggio ancora spezzarla. Le domande che gli balenavano in testa erano numerose: "Voldemort è molto forte, molto più dell'altra dimensione. Come avrei fatto a sconfiggerlo?" " Le bacchette sono ancora gemelle, oppure il cambio di dimensioni aveva annullato quel collegamento?" "Come mai le nostre menti sono ancora collegate? Perché riesco a parlare in Serpentese, perché riesco a leggergli nella testa? Come mai la cicatrice brucia ancora?" 

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora