New York

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«Per il Sacro Graal, cosa diamine vogliono questi tizi?!» Esclamò Draco scagliando l'ennesimo incantesimo.

Il ragazzo si voltò verso Rachel, avevano entrambi i capelli scompigliati come un nido di rondine, gli occhi attenti e guardinghi, le bacchette in mano pronte a scagliare incantesimi, i vestiti spiegazzati dal vento e inumiditi dalla sottile pioggerellina.

Non ne potevano più, erano ore che dei maghi non identificati, molto poco probabilmente Mangiamorte, li avevano presi di mira. Non li avevano visti in faccia, distavano decine di metri da loro, ma quella compagnia non gradita stava aumentando la durata di quel viaggio; non avevano infranto nessuna regola, più o meno, dunque non potevano essere Auror e dopo l'ennesimo Avada Kedavra schivato, Draco ne era certo.

«Si può sapere perché continuano a provare ad ucciderci?» domandò urlando a Rachel.

«Magari potremmo fermarci e chiederglielo» fece lei sarcastica.

«Manca ancora molto?» chiese Draco parando un incantesimo.

«Non troppo in realtà, quella all'orizzonte è la baia di New York, manca poco meno di un'ora» indicò il luogo con il dito, tremando per il freddo.

Un incantesimo rosso sfrecciò sopra la testa del biondino: «E che cavolo!» sbottò lui.

«Gli attacchi dei Mangiamorte non durano così tanto a lungo, saranno ore che ci scagliano incantesimo contro, senza però ucciderci; perché non si avvicinano?» riflettè la ragazza.

«Perché non se ne vanno? Mi pare una domanda più sensata, oppure perché attaccare? Non abbiamo fatto nulla di male»

«A meno che... no è impossibile» pensò ad alta voce.

«Cosa? Expelliarmus!» Tutte quelle luci facevano spaventare il Thestral che stava iniziano ad agitarsi.

«Se fosse un avvertimento?»

«Nessuno sa che siamo qui» sentenziò il ragazzo.

«Forse hai ragione tu» mormorò la ragazza, cercando di tenere a bada l'animale.

«Vedo qualcosa!» fece Draco dopo qualche minuto.

Lei si voltò guardando all'indietro e nella nebbia si riusciva a intravedere una sagoma, ma non riuscì a riconoscere che cosa fosse. La ragazza si sporse in avanti per vederci meglio.

«Attenta Rachel!» disse allarmato Malfoy.

Lei si girò appena in tempo per schivare un incantesimo, sussurrò con il cuore in gola: «Ci è mancato poco»

I minuti trascorrevano tra l'ansia e l'angoscia di non venire catturati, i maghi alle loro calcagne stavano guadagnando sempre più terreno ed era diventato difficile gestire sia loro che il Thestral, il quale sembrava non volesse più dare ascolto a Rachel.

La ragazza disse al sempreverde: «Inizio con le procedure di atterraggio, manca poco oramai; tra non molto arriveremo a New York»

«Li tengo a bada io» la rassicurò lui.

Lei prese le briglie improvvisate al momento e iniziò a governare la bestia, senza troppo successo. «C'è qualcosa che non va, il Thestral non si lascia gestire!» esclamò agitata.

«Non abbiamo molto tempo!» ribatté Draco lanciando uno schiantesimo.

«Tieniti forte!» esclamò e, prima che l'altro ebbe solo il tempo di realizzare, la ragazza iniziò a virare in modo brusco, per tentare di calmare l'animale ed evitare gli incantesimi; in lontananza si iniziava a vedere Ellis Island e poco più in là la Statua della Libertà, simbolo della città.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora