Gli innocenti

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Riddle Manor era deserta. 

Il Signore Oscuro aveva fatto in modo che nessun Mangiamorte restasse a far nulla nella Villa, mentre gli altri combattevano. Sotto consiglio di suo figlio, Deneb, Lord Voldemort infatti aveva ordinato a tutti di schierarsi in una piana a qualche centinaia di metri dalla posizione del Manor, in modo che gli Auror non arrivassero alla fortezza segreta.

Lord Voldemort sapeva che stavano arrivando, ne era certo, nonostante fossero passati solo due giorni scarsi dal rapimento di Tobias e Regol, conosceva abbastanza gli Auror per sapere che non avrebbero tardato ad arrivare, era solo questione di tempo. Riddle aveva fatto disporre i suoi fidati quella mattina stessa, alle otto precise: erano un centinaio di uomini, davanti alle sette file i suoi più leali, i cinque: Bellatrix Lestrange, Lucius e Narcissa Malfoy, Augustus Rookwood e Barty Crouch Junior; il suo tirapiedi Codaliscia e dinnanzi a tutti lui stesso con accanto la sua Nagini.

Qualche metro più avanti a Voldemort c'erano incatenati Regol e Tobias, racchiusi in un cerchio antimagia, inscritto da Tom Riddle in persona. 

Per quanto riguardava Deneb, il ragazzo si era mischiato nelle file dei Mangiamorte e solo quando il momento sarebbe stato ottimale, avrebbe fatto la sua apparizione.

«Mio Signore» disse Lucius Malfoy.

Tom Riddle si voltò in direzione dell'uomo e replicò ad alta voce: «Lucius?»

«E' sicuro che si presenteranno?»

«Stai forse mettendo in dubbio i miei piani?» domandò quasi imitando il sibilo di un serpente.

«Naturalmente no, non oserei mai» si scusò l'uomo.

«Comunque ti risponderò: sì, sono più che certo che si presenteranno entro sera»

Dopo qualche minuto i due ragazzi si risvegliarono dall'incantesimo e incominciarono a capire che qualcosa non andava: non si trovavano più nel Manor. Regol e Tobias iniziarono a scrollare le catene in avanti e in dietro, ma senza successo. Vedendo la loro agitazione, Lord Voldemort avanzò e li guardò negli occhi, chiedendo: 

«Qualcosa non va?»

«Dove siamo? Cosa vuoi ancora?» fece sfrontato Regol.

«Sei così sfrontato, così sfacciato da parlare in questo modo al Signore Oscuro?» sibilò Lucius.

«Uguale al padre, un ragazzino ribelle senza senso della famiglia a cui appartieni» continuò Bellatrix.

Lord Voldemort alzò la mano e disse: «Bella, Lucius, insegnerete al ragazzo l'educazione, ma» e qui fece una pausa «soltanto quando suo padre sarà qui: voglio vedere la sua anima crollare davanti ai miei occhi»

«Smettila! Perché ci hai portati qui? Perché noi?» domandò Tobias.

«Credi forse di essere speciale, piccolo Potter, credi che il Signore Oscuro passi notti in bianco per decidere chi usare per i suoi scopi? Ti do una spiacevole notizia: non è così; la tua unica virtù è il fatto di essere il figlio di Lily Evans e James Potter»

«Perché non avete preso anche mia sorella?» chiese lui accigliandosi.

Narcissa alzò il capo verso il ragazzino e Lucius guardò la moglie, poi Lord Voldemort rispose: «Con lei avremo tempo di divertirci, ma al contrario tuo sarà più utile»

«Utile? Per cosa?» domandò Regol.

«In modi che tu nemmeno immagini» disse Voldemort sorridendo maligno.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora