Equilibrio spezzato

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L'atmosfera a Riddle Manor non era mai stata così tranquilla: stranamente, infatti, tutto sembrava andare più che bene per Voldemort e i suoi seguaci, tanto che nessuno doveva preoccuparsi di nulla. Le riunioni erano per lo più per questioni futili e di routine, il Signore Oscuro si mostrava poco e preferiva meditare nelle sue stanze; Bellatrix e Lucius coordinavano le spedizioni punitive o di coesione alle famiglie rispettivamente traditrici e purosangue di tutta la Gran Bretagna.

Oramai Tom Riddle era all'apice del suo potere da tempo e non prevedeva nemmeno la data di inizio del suo declino: era sicuro di sé, nessun mago sulla faccia della terra poteva competere con lui sia in fatto di potere magico che in numero di alleati. Inoltre il problema Potter era solo un lontano ricordo, quel vecchio pazzo di Silente avrebbe potuto crepare anche subito tanto al Signore Oscuro non serviva più.

Poteva contare oramai sei Horcrux e da qualche tempo aspirava al settimo: il suo diario, l'anello dei Gaunt, la Coppa di Tosca Tassorosso, il Diadema di Priscilla Corvonero, il Medaglione di Salazar Serpeverde e Nagini non erano abbastanza. Gli serviva ancora un oggetto per poter sentirsi perfettamente in equilibrio; qualcosa che appartenesse all'unico fondatore che gli mancava: la Spada di Godric Grifondoro.

Nell'ultimo tempo aveva condotto numerose ricerche e aveva scoperto che si trovava ad Hogwarts, o quel che ne rimaneva; e quale occasione migliore per prendere la spada, distruggere definitivamente quel castello e magari anche uccidere qualche Auror? Tre azioni fondamentali che potevano essere portate a termine in un unico giorno: il Signore Oscuro non poteva sperare di meglio.

Lord Voldemort convocò così il Consiglio, formato dai suoi Mangiamorte più fidati per poter discutere sui dettagli dell'attacco.

***

Le ultime ore per Harry Potter erano state un inferno: tutto era iniziato quella mattina, successiva agli appuntamenti della notte precedente. Lui e Ginny non si parlavano più, o meglio il Prescelto aveva provato a chiarire, ma la rossa non avevo voluto sentire ragioni; e la stessa cosa valeva per Ron ed Hermione, inoltre, come se non fosse abbastanza, i due fratelli si erano parlati e a quel punto era scoppiato il peggio: Ron aveva tolto il saluto anche ad Harry e Ginny non voleva nemmeno più vedere la faccia di Hermione.

In quel clima di tensione, notato da tutti gli abitanti della casa, si era da poco finito il pranzo più silenzioso nella storia delle famiglie Potter, Black, Lupin e Weasley ed era dire tutto. Solo gli adulti avevano rotto il ghiaccio con qualche chiacchierata veloce sul lavoro, mentre nemmeno i gemelli avevano osato aprire bocca.

Ginny e Ron si erano rifugiati in camera dove probabilmente stavano poggiando di lanciare chissà quali sacrilegi e malefici a Harry ed Hermione; quest'ultima invece aveva preferito passare un po' di tempo con Fred e George per aiutarli nelle attività finanziarie del loro negozio; gli adulti avevano indetto lìennesima riunione; mentre Harry gironzolava nei corridoi di Grimmuld Place.

il ragazzo era completamente assorto nei suoi pensieri che, quando una mano lo afferrò per il colletto, ci mise diversi secondi per rendersi conto di quello che stava succedendo. Dopo aver elaborato l'informazione si voltò di scatto, ma si tranquillizzò alla vista di sua sorella.

«Rachel, ma che diamine...?» non fece in tempo a finire la frase perché la mora lo zittì ribattendo: «Taci e vieni: devo, o meglio, dobbiamo mostrarti qualcosa»

Il ragazzo fece come gli era stato detto ed entrò nella camera della ragazza, dove trovò appoggiato al muro di fronte alla porta Draco Malfoy; lo salutò con un cenno del capo, poi fissò interrogativo la sorella. Quest'ultima si chinò sotto il letto, mormorò qualche parola, e poi ne uscì con un libro tra le braccia.

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora