Senza esitazione

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Ventitré giorni, diciotto ore e undici minuti.


«Ho scoperto il segreto di Voldemort, la cosa che l'ha reso così potente e invincibile, ma al contempo fragile e labile: ne ho trovato uno.

Chiedi a Krechear, sii gentile, lui ha ciò che vi serve per capire come sconfiggere Voldemort: non deludermi.

R.A.B.»

Albus Silente continuava a leggere quelle poche righe da minuti, nemmeno una settimana prima aveva scoperto che suo fratello era morto e che il dipinto di Ariana era sparito nel nulla, tutto era riconducibile al suicidio, ma l'anziano uomo non ne era per niente convinto.

Ora aveva perso tutta la sua famiglia: i suoi genitori, Ariana e persino Abeforth, era per questo che cercava di trovare un senso in quelle poche righe scritte da un uomo che conosceva a malapena.

«Ho scoperto il segreto di Voldemort: ne ho trovato uno»

Che cosa? Si chiedeva Silente, cosa aveva trovato Regulus Black, che fosse in grado di sconfiggere Voldemort una volta per tutte?

A quei due problemi, poi, si aggiungeva il "caso Potter", Harry era scomparso da una ventina di giorni senza lasciare dietro di sé alcuna traccia. Gli Auror avevano cercato in lungo e in largo, ma di lui non avevano trovato neanche l'ombra.

Albus Silente temeva quel ragazzo, forse addirittura più di quanto temesse Voldemort in persona.

Harry Potter era fondamentale per la missione, ma era anche imprevedibile e incredibilmente testardo; Lord Voldemort, dal canto suo, era una figura potente, ma stabile e spavalda, più facile da prevederne le mosse e capirne gli obbiettivi.

Silente non immaginava neanche cosa sarebbe successo se Harry avesse deciso di schierarsi dalla parte di Voldemort, lui sarebbe sicuramente morto, così l'Ordine e tutti i maghi sarebbero stati condannati alla tirannia eterna.

Come se non fosse abbastanza, Albus Silente ripensava costantemente alle ultime parole del fratello, quando gli aveva rivelato che Gellert Grindelwald era vivo e vegeto, addirittura possessore di uno dei doni: la Pietra della Resurrezione. Albus non aveva idea se Abeforth gli avesse mentito, ma tutto ciò che era successo non era di certo stato un caso: l'evasione di Grindewald, il loro incontro, l'omicidio; sembrava quasi la trama di uno di quei film polizieschi che ai babbani piacciono tanto.

Anche se questo non era un film, si disse Silente, questa era la vita vera: dove c'erano in gioco delle vite vere.

Il Preside sospirò stancamente nell'improvvisato studio al primo piano di Grimmuld Place, aveva decisamente troppe cose per la testa e avrebbe fatto meglio a mettere un po' d'ordine: quanto prima l'Ordine avesse trovato Kreacher, tanto prima i nodi sarebbero venuti al pettine e tutto avrebbe iniziato ad avere un senso.

***

«Nagini, chiamami Bellatrix Lestrange!» ordinò Voldemort, mentre si alzava dal trono e scendeva i gradini, avvicinandosi al centro della stanza. Il serpente strisciò fuori dalla porta e rientrò qualche minuto dopo con la donna alle spalle, «Voleva vedermi, mio Signore?» domandò Bellatrix.

«Sai perché sei qui» disse lui calmo facendola sedere e sedendosi a suo volta sui divani verde scuro. «Volevo degli aggiornamenti»

«Tutto sta procedendo secondo i piani» assicurò la Mangiamorte.

«Bene, sappi che quella di Hogwarts è stata la tua ultima battaglia, almeno fino a quando tutto sarà tornato come prima» dichiarò Voldemort.

«Mio Signore, è una scelta un po' estrema»

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora