Spaccato a metà

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Quella sera la pioggia odorava di legna bagnata che brucia.

Non v'era un pretenzioso e maestoso temporale a bussare alle porte del cielo, ma un fitta e leggera pioggerella. Il fresco pungente tipico della sera era reso più mite dall'umidità. Il ticchettio perpetuo delle gocce che cadevano contro le tegole scarlatte era interpellato da gentili rombi che davano un tocco romanzesco a quello strano temporale silenzioso.

Una dopo l'altra le gocce continuavano a rimbalzare contro il tetto spiovente della casa, venivano intrappolate nella sabbia e si mischiavano con la schiuma del mare; senza sosta, senza fermarsi.

I tuoni erano ovattati quasi fossero fuochi d'artificio che esplodevano nello spazio. Il cielo era dipinto con abbondanti pennellate di tempera, varie sfumature prendevano forma: dal color tortora, al colore dello zucchero filato, da un azzurro grigio indistinto ad un indaco sbiadito.

Harry distolse violentemente lo sguardo dalla finestra della cucina, si voltò verso Hermione. La ragazza indossava un maglione rosso scuro e un paio di pantaloncini corti, reggeva in mano una tazza di cioccolata calda. Il mago fissò la ragazza per diversi istanti, era concentrata evidentemente su qualcos'altro, perché non si era accorta che il ragazzo la stava guardando, fissava un punto indistinto del pavimento.

Finalmente alzò lo sguardo e incrociò quello di Harry, lo guardò interrogativa, lui le chiese: «Sono le sette passate, dove sono tutti?»

«Non hai notato delle tensioni tra i tuoi genitori?» domandò lei cauta «Anche Remus e Dora sono in crisi, Sirius è a pezzi, per non parlare di Rachel. Devi dare loro del tempo, Harry, hanno perso due persone a loro molto care»

Lui scostò lo sguardo: «Averne di tempo»

Hermione appoggiò la tazza sul tavolo in un movimento ampio e lento, poi si avvicinò al ragazzo, alzò la mano e gli prese il mento con due dita, facendo in modo che lui la guardasse negli occhi.

Sussurrò poi piano: «Devono elaborare il lutto, tu come ti senti?»

Lui rispose con tono quasi indifferente: «Era mio fratello, ma lo conoscevo a mala pena»

La ragazza guardò l'altro per diversi secondi, poi sentenziò: «Arriveranno»








"It's been a long day without you, my friend

And I'll tell you all about it when I see you again"


«Per Merlino, Rachel apri questa dannata porta!»

Draco Malfoy stava bussando alla porta della camera della sua ragazza da almeno cinque minuti ininterrotti, non le aveva più parlato da quando gli Auror erano tornati dalla missione.

Si ricordava bene che erano entrati senza quasi far rumore, lui e Rachel li avevano aspettati sul divano in compagnia del piccolo Teddy. La ragazza gli aveva chiesto numerose volte se secondo lui sarebbero riusciti a salvare Tobias e Regol; lui le aveva sempre risposto che ne era più che certo, l'aveva illusa.

Quando Lily Potter aveva varcato la soglia di casa, Draco era stato il primo a vedere la disperazione nei suoi occhi, per un istante di secondo sperò che Rachel dormisse, che non vedesse la madre in quelle condizioni, ma la ragazza era già scattata in piedi.

La giovane aveva guardato la madre con occhi speranzosi e quando la donna aveva scosso il capo, Draco aveva visto l'espressione di sgomento, dolore e disperazione sul volto di Rachel, tutto questo in non più di una manciata di secondi.


We've come a long way from where we began

Oh I'll tell you all about it when I see you again

Harry Potter e l'Intreccio del DestinoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora