NOT NORMAL

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James attaccò il suo avversario alle spalle, spingendolo contro il terreno, gli mancava solo un colpo per sconfiggerlo del tutto ma in quel momento si bloccò, senza alcun preavviso, impossibilitato a muovere il più piccolo muscolo; l'altro ne approfittò per colpirlo con forza allo stomaco, scagliandolo contro il tronco di un albero.

Rhodey intervenne prontamente per fermare l'allenamento.

"Nicholaj, questa esercitazione vi serve per rafforzare le vostre capacità, non per uccidervi. Potevi usare meno forza con il tuo amico"

"Non l'ho colpito forte" rispose il ragazzo, mentre la visiera del casco si alzava, rivelando il suo viso corrucciato e serio "e di certo non è mio amico. Solo perché facciamo parte della stessa squadra non significa che tra noi due deve esserci un rapporto"

"Lo hai colpito apposta" intervenne a sua volta Peter, accusando apertamente Nicholaj "lo sappiamo tutti che non sopporti Jamie"

"Ti ho già detto che non l'ho colpito così forte di proposito, ma un nemico non si risparmia quando ci deve colpire. Non posso essere gentile, così non diventeremo mai più forti. Dobbiamo fingere che questo sia un vero incontro o deve essere solo un gioco?" ribatté l'altro, dando inizio ad un vero e proprio litigio; solitamente era Nadja quella che poneva fine a scene simili, ma ora era troppo occupata a prestare soccorso al loro Leader per badare a Peter ed al gemello.

"Stai bene?" gli chiese mormorando appena, con uno sguardo preoccupato che non riuscì a nascondere né agli altri né a sé stessa, il giovane scostò la mano dell'amica in modo poco gentile e rispose che stava bene, che si era semplicemente distratto; senza aggiungere un'altra parola si avviò verso la Villa ed una volta dentro si diresse al bagno che c'era al secondo piano per farsi una doccia.

Aveva proprio bisogno di un buon bagno ristoratore.

Si spogliò in pochi secondi, entrò nella doccia ed accese il getto al massimo, sentendo già l'effetto rigeneratore dell'acqua fredda contro la pelle del viso e del corpo; James per primo non riusciva a spiegarsi perché si fosse bloccato completamente poco prima, durante l'allenamento mattutino, ma sapeva che era qualcosa collegato a ciò che gli era accaduto sei mesi prima.

Il giovane si strinse nelle spalle muscolose, rabbrividì e scacciò via i ricordi prima che potessero tornare ad impadronirsi della sua mente; chiuse il getto della doccia ed uscì dal piccolo abitacolo, avvolgendosi nell'accappatoio di stoffa bianca.

Uscì dal bagno e per poco non andò a sbattere contro Nadja.

"Nad! Che cosa ci fai fuori dal bagno?"

"Prima ti ho visto parecchio turbato"

"Sto bene"

"Sicuro? Ti sei bloccato all'improvviso e non hai fatto nulla per difenderti dal pugno di mio fratello. Sei davvero sicuro che vada tutto bene? Se c'è qualcosa che ti turba dovresti dirmelo. Lo sai che con me puoi confidarti, non lo dirò a nessuno. Nemmeno a Peter se non vuoi che lo sappia"

"Sto bene, Nadja, dico davvero"

"Ieri notte mi è sembrato di sentirti gridare. Hai avuto un incubo?"

"In qualità di nuova Vedova Nera dovresti essere più fredda e distaccata, lo sai?" disse il Soldato D'Inverno con un mezzo sorriso, sollevando il sopracciglio destro; dopo il ritiro di Natasha dallo S.H.I.E.L.D, Fury aveva deciso di far assumere alla giovane quell'identità perché, oltre ad una somiglianza fisica, aveva visto in lei delle ottime potenzialità per esserne la sostituta; Nadja Romanov sentiva tutto il peso della responsabilità di essere la nuova Vedova.

"Ma io non voglio essere fredda e distaccata" rispose la ragazza, scostando una fastidiosa ciocca di capelli rossi "soprattutto con te"

"Perché?"

"Perché, ecco..." sussurrò Nad, iniziando ad assumere lo stesso colore della sua chioma; Nicholaj apparve proprio in quel momento nel corridoio, interrompendo la conversazione.

"Va tutto bene?"

"Si, vado a vestirmi. Devo partire tra poco se non voglio arrivare in ritardo all'appuntamento con mio padre" disse il più grande, barricandosi in quella che era la sua camera da letto; l'altro giovane si voltò a guardare la sorella con un'espressione contrariata.

"Che hai, Nicholaj?"

"Non sono uno stupido. So quello che stava per accadere in questo corridoio"

"Oh, che cosa stava per accadere secondo te?"

"Lo stavi per baciare"

"Cosa? No, assolutamente no. Non so come ti vengano in mente certe idee"

"Non sono uno stupido, vedo il modo in cui lo guardi quando siete insieme. E la cosa non mi piace"

"Perché non ti piace il fatto che io sia sua amica?"

"Non è normale"

"Che cosa stai dicendo?" chiese Nadja, non capendo a che cosa si stesse riferendo il gemello.

"Dopo quello che gli è successo..."

"Ah, ho capito a che cosa ti stai riferendo. Non puoi dargli la colpa di quello che l'Hydra gli ha fatto. Deve riprendersi, ha bisogno del suo tempo"

"Prima si è bloccato all'improvviso. Aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Non mi sembra una cosa normale"

"Nicholaj, ti prego, lascialo stare. Se ha qualcosa che lo turba sarà lui a confidarcelo quando arriverà il momento"

"Io non sono così ottimista" rispose l'altro giovane scuotendo la testa, poi se ne andò, fermamente convinto della propria idea.



Bucky aprì gli occhi solo nel primo pomeriggio, si passò una mano sulle palpebre, si alzò dal pavimento e salì nella cucina della Villa; lì trovò Charlotte e Sam che stavano parlando e mangiando.

I due si zittirono subito alla vista di Bucky.

"Che ore sono?"

"Le due e mezza"

"Le due e mezza?" ripeté l'uomo, incredulo "tra poco mi devo trovare con James, che cosa aspettavi a svegliarmi, Bennetts?"

"Lo stavo per fare. Ieri notte ti sei svegliato gridando e quando ho visto che stavi dormendo in palestra non mi è sembrato il caso di..."

"Sei proprio un ingrato. Potresti ringraziarla, non credi?" intervenne Sam, affondando il cucchiaio che aveva in mano dentro una tazza di cereali; il più grande decise d'ignorarlo volontariamente, perché non aveva voglia di litigare, soprattutto con lui ed a pochi minuti dalla sua prima uscita con il figlio.

"Dove si trova Sharon?"

"Ha portato ad analizzare il contenuto della valigetta. Per trovare delle informazioni"

"D'accordo. Io vado"

"Aspetta, dovresti mangiare qualcosa!" esclamò la giovane, alzandosi dallo sgabello e raggiungendo il giovane uomo, gli appoggiò la mano destra nel braccio sinistro, invitandolo a voltarsi; lui l'assecondò solo per pochi secondi, poi tornò a fissare da un'altra parte.

"Non ho fame, grazie".

Quando l'ex Soldato D'Inverno uscì dalla cucina, Sam lanciò un verso seccato che non passò inosservato alle orecchie di Charlie.

"Dovresti smetterla di attaccarlo in ogni singolo momento"

"E tu dovresti smetterla di sperare ancora in una relazione con lui"

"Ma di che cosa stai parlando? Io non voglio più nulla da Barnes"

"Ahh, certo" commentò Falcon; la ragazza s'irritò così tanto che prese in mano il proprio bicchiere e versò il contenuto sulla maglietta dell'amico.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora