Rumlow accartocciò il biglietto che Klariza gli aveva lasciato: con quelle poche righe era stata fin troppo chiara, aveva scelto di stare dalla parte sbagliata ed evidentemente l'amore che aveva tanto decantato per lui non era così forte e così sincero; lo aveva ingannato una prima volta nascondendosi per oltre vent'anni ed ora lo aveva fatto una seconda, facendogli credere che era tornata per rimanere per sempre.
Si rivestì velocemente ed uscì dalla stanza, chiamando a gran voce i suoi uomini, compreso lo stesso James; non appena quelli arrivarono, nelle loro facce si dipinse la stessa espressione stupefatta alla vista del volto perfettamente normale del loro Capo, dato che tutti sapevano od avevano visto almeno in un'occasione la sua pelle sfigurata, ma nessuno osò chiedere spiegazioni: Rumlow era visibilmente adirato ed una sola parola, pronunciata senza averne il permesso, avrebbe potuto segnare la fine di qualcuno.
"Vi siete lasciati scappare una ragazzina" gridò, mentre l'eco della sua voce si propagava nel corridoio, raggiungendo ogni punto della Base "nessuno di voi l'ha vista uscire ed a quest'ora sarà già tornata da loro ed avrà riferito dove ci troviamo. Qualcuno di voi vuole dirmi perché devo avere a che fare con dei completi imbecilli? Chi è così coraggioso da voler rispondere alla mia domanda? Sto attendendo"
"Mi dispiace, se lo avessi saputo..." tentò di dire James, che nonostante tutto non aveva ancora imparato a comandare la propria lingua; il mercenario lo fulminò con uno sguardo carico di odio, che lo ridusse di nuovo al silenzio più totale.
"Se lo avessi saputo? Se lo avessi saputo? Oh, certo, la prossima volta che porteremo un prigioniero qui mi accerterò di dirgli di fare rumore quando proverà a scappare, così tutti voi idioti lo sentirete ed interverrete!" urlò in risposta, dando un pugno ad una parete, dalle nocche iniziò ad uscire del sangue e si portò la mano alla fronte, cercando di riacquistare la calma e di pensare ad un contrattacco; riaprì gli occhi dopo diversi minuti e puntò l'indice destro verso James "tu, preparati. Hai un'altra missione da svolgere e da portare al termine"
"Di che cosa si tratta?"
"Di un'altra tua conoscenza che è meglio mettere a tacere" rispose enigmatico l'uomo, osservando la piccola pozza di liquido scarlatto che si era formata ai suoi piedi: sarebbe andato anche lui con il ragazzo, dopotutto il biglietto che Klariza gli aveva lasciato meritava una risposta.
Natasha Romanoff guardò il proprio riflesso nella superficie liscia di uno specchio, le sue labbra piene erano piegate in una smorfia diffidente, non del tutto convinta da quello che vedeva: qualche ora prima era stata presa dalla voglia di un grande cambiamento e così si era tinta i lunghi capelli, abbandonando il suo rosso naturale, optando per un biondo chiaro che le faceva risaltare gli occhi verdi.
Aveva deciso di stravolgere il proprio aspetto perché aveva bisogno di staccarsi completamente dal passato e quella chioma fiammeggiante continuava a ricordarle la spia e l'Agente che era stata un tempo: ricordare era troppo doloroso, cercare di dimenticare lo era ancora di più, ma a volte era l'unico modo se si voleva sopravvivere e non rischiare d'impazzire.
Sussultò sentendo qualcuno appoggiarle le mani sulle spalle, si rilassò solo dopo aver incontrato gli occhi scuri di T'Challa, il suo compagno da più di sei mesi.
"Stai perdendo colpi, Romanoff, avrei potuto essere un malintenzionato"
"Dubito che dentro il tuo Palazzo possa entrare qualche malintenzionato con così tanta facilità... Ed anche se mi avesse sorpresa alle spalle a quest'ora lo avrei già immobilizzato: sarò un po' arrugginita, ma non sono da buttare"
"A cosa devo questo?" domandò il giovane uomo, prendendo in mano una ciocca bionda, nettamente in contrasto con il colore naturale di Natasha.
"A nulla di particolare, desideravo solo un cambiamento"
"È a causa di questo?" chiese, allora, lui, indicando la stanza attorno a sé; quando l'ex spia si era trasferita in Wakanda non era stata accolta con calore dalla sua gente: tutti erano per natura diffidenti e dopo quello che era successo a Lagos, in presenza degli Avengers, ciò non aveva fatto altro che rendere la situazione più complicata e delicata; a distanza di circa un anno nessuno si era ancora abituato a lei e nessuno l'aveva ancora accettata.
"No, non ha importanza, va tutto bene" rispose la giovane donna, in realtà niente andava bene, ma ormai aveva fatto l'abitudine ad avere il vuoto attorno a sé ed a perdere le persone a cui teneva, come era accaduto con Clint, con Bruce e con Steve; tante volte nutriva il timore che sarebbe stato così anche con T'Challa e tante volte era quasi arrivata a lasciarlo, ma all'ultimo momento non ne aveva avuto il coraggio.
Lei, Natasha Romanoff, non aveva avuto il coraggio di lasciare il sovrano del Wakanda perché lo amava: nonostante non riuscisse ad abituarsi a quella vita, nonostante il modo in cui la gente la guardava, nonostante la paura che qualcosa potesse accadere in qualunque momento, lo amava troppo per stargli lontana.
Però sapeva anche che il giovane uomo nutriva il desiderio di diventare padre e non avrebbe mai potuto accontentarlo in ciò perché era completamente sterile, ma non aveva mai trovato il momento opportuno per parlargliene.
No, in realtà non aveva mai voluto dirglielo per timore di sentirsi rifiutata.
"Sicura?"
"Si, però c'è qualcosa di cui ti devo parlare"
"Di che cosa si tratta?"
"Io..." iniziò Natasha, i suoi occhi verdi vennero catturati dalla finestra che occupava un'intera parete e lo stesso Black Panther si voltò in quella direzione, vedendo in lontananza una luce rossa e arancione ed uno stormo di uccelli che si librava in volo.
"Un'esplosione" disse serrando la mascella "devo andare a controllare, non posso permettere a qualcuno di rubare il nostro vibranio"
"Vuoi che venga con te?"
"No, preferisco saperti qui al sicuro. Non ci metterò molto, magari non è neppure qualcosa di serio" tentò di rassicurarla il più grande, appoggiandole le mani sulle spalle; lei annuì in silenzio e lo guardò allontanarsi lungo un corridoio: le vecchie abitudini erano difficili d'abbandonare ed aveva sentito l'impulso primario di aiutare il suo compagno, giusto per sentire ancora una volta l'adrenalina che solo una missione era in grado di infonderle nel corpo.
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An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️)
FanfictionTERZO ED ULTIMO LIBRO. Steven Rogers non c'è più e Bucky Barnes, il suo migliore amico, ha preso il suo posto, diventando il nuovo Capitan America. La situazione generale, però, non è semplice. Bucky non si sente adatto al ruolo: il suo passato pesa...