STUPID, LITTLE, GIRL

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Charlotte si svegliò nel cuore della notte con la fronte ed il viso completamente fradici di sudore; mentre tentava di dormire le era tornato in mente un ricordo di molti anni prima, quando ancora Loki era solo il suo insegnante di magia: lui che le spiegava in modo molto accurato i benefici ed i rischi che poteva comportare un potere come quello.


"Credo che sia arrivato il momento di passare alla parte pratica del tuo addestramento!" esclamò Loki, alzandosi dal pavimento con un movimento fluido, con la stessa leggerezza di un ballerino, andò nella cucina del piccolo appartamento e tornò con in mano un coltello; Charlie osservò la posata con uno sguardo corrucciato, perché non capiva che cosa doveva farci con quello.

"Cosa c'entra un coltello con il mio allenamento?"

"Oh, è molto semplice. Devi farti un taglio, in qualunque parte del corpo"

"Ma io non posso farmi un taglio!" rispose la ragazza, spalancando gli occhi azzurri.

"Molto bene, allora me lo farò io" rispose il dio, incidendo a fondo la carne nel polso destro, subito il sangue prese a scorrere copioso e Charlotte sgranò maggiormente gli occhi, cadendo in uno stato di agitazione.

"Ma che cosa hai fatto? Adesso dobbiamo chiamare subito un'ambulanza"

"No, tu non chiamerai nessuno. Avvicinati, appoggia le mani sulla ferita e chiudi gli occhi, ma soprattutto concentrati profondamente, dimenticando qualunque altra cosa".

Nonostante il sangue che aveva iniziato a formare una pozza sul pavimento dell'appartamento, lei obbedì alle istruzioni che il suo maestro le aveva impartito, senza provare a ribellarsi: si avvicinò a lui e ricoprì con le mani la parte lesa, chiuse poi gli occhi e cercò di liberare la mente del tutto.

"Non ci riesco"

"Devi concentrarti, stupida ragazzina".

Provò ancora una volta per diversi minuti, improvvisamente una sensazione di freddo le avvolse i palmi e quando riaprì gli occhi vide il polso di Loki completamente intatto, come se non si fosse mai tagliato con la lama del coltello, perfino il pavimento era tornato ad essere quello di prima, senza alcuna macchia scarlatta.

"Come ci sono riuscita?"

"Con la magia. La puoi usare anche per questo. Per curare le persone"

"Si possono curare solo le ferite più superficiali o anche quelle profonde?"

"Si possono salvare anche le persone in fin di vita, ma una persona deve essere esperta per esercitare un simile potere, per adesso è già tanto se riesci a fare questo. Se vuoi arrivare ad un simile livello dovrai allenarti con costanza, ma dovrà passare anche tanto tempo"

"E si può anche riportare in vita una persona che è stata uccisa?".

Alla domanda della giovane Loki piegò le labbra pallide in un sorriso simile ad un ghigno, prima di rispondere.

"In realtà, non è così impossibile farlo. Tuttavia ci sono dei rischi, c'è il rovescio della medaglia. Parliamo di magia nera, magia proibita e non si conosce il suo effetto"

"Cioè?"

"Cioè? Non si sa che cosa potrebbe fare su chi la usa. Potresti non avere alcun effetto collaterale, potresti perdere tutti i poteri per sempre o solo momentaneamente, oppure potresti restare uccisa. Una vita per un'altra è un prezzo equo. Proprio per questi motivi è sempre meglio usarla solo quando non si hanno altre opzioni. Io stesso la uso in rarissime volte e ti consiglio di fare lo stesso".


La giovane prese in mano il piccolo ciondolo a forma di stella rossa e ripensò alle parole che Loki le aveva detto, che continuavano a martellarle in testa; le si presentavano solo tre opzioni: poteva rimanere del tutto illesa, poteva perdere i poteri per sempre o solo per un breve periodo oppure, la più spaventosa, poteva sacrificarsi per donare la vita al suo ex compagno, lasciando così James senza una madre.

In quel momento a Charlie importava ben poco che potesse essere in pericolo la sua stessa vita, tutto quello che le importava era salvare Bucky, così scostò con un calcio le coperte e corse fuori dalla sua camera da letto.



Sharon e Sam erano entrambi nel salotto della Villa perché faticavano ad addormentarsi, quello stesso pomeriggio, mentre la loro amica era a Malibu, avevano ricevuto una visita da parte di Nick Fury ed era stata tutt'altro che cortesia, perché il loro Capo era profondamente furioso a causa di quello che era accaduto e non sapeva darsi una spiegazione per primo: lui era uno di quegli uomini che volevano sempre avere la situazione sottocontrollo e quando qualcosa sfuggiva non reagivano affatto bene.

"Mi dispiace per lui, nonostante tutto" mormorò la bionda, osservando da tazza da cui non aveva ancora bevuto un solo sorso di cioccolata "nessuno dovrebbe fare una fine simile"

"Si, hai ragione" l'appoggiò Wilson, che nonostante tutto era a sua volta costernato; entrambi si voltarono in direzione del corridoio quando sentirono dei rumori e videro Charlotte passare velocemente, quasi ansimando "starà andando in infermeria"

"Probabile"

"Vado a prenderla..."

"No, Sam, non farlo. Lascia che passi questi ultimi momenti con lui. Almeno a Charlie è concesso farlo" mormorò la nipote di Peggy, bloccando l'altro giovane, ripensando ancora all'opportunità che a lei era stata negata con Steve.



La ragazza entrò nell'infermeria, accese tutte le luci e si avvicinò al corpo di Bucky, posto sopra ad un lettino metallico; gli accarezzò i lunghi capelli e gli sussurrò poche parole all'orecchio destro prima di posizionare i palmi delle mani a contatto con il suo petto, chiudendo gli occhi e liberando la mente da qualunque pensiero: quasi subito sentì il freddo invaderle i palmi, ma non era come quello che era solita sentire.

Era un freddo che quasi bruciava, che rendeva praticamente impossibile continuare; ma lei non era intenzionata ad arrendersi e strinse i denti, continuando ad usare ogni singola fibra di magia che risiedeva nel suo essere, non si arrese nemmeno quando il dolore le strappò un lungo grido: si lasciò cadere a terra solo quando le forze l'abbandonarono totalmente.

Gli altri due membri della squadra entrarono nella stanza poco dopo, attirati dalle urla della più piccola.

"Charlotte, che cosa è successo? Perché stai perdendo sangue dal naso?"

"Ho provato... Ho provato a salvarlo... Mi sento debole..." sussurrò Charlie, non riuscendo quasi a parlare e Falcon capì che aveva bisogno di cure immediate; L'Agente Carter lanciò un'occhiata al corpo di Barnes e notò subito che il colorito della sua pelle era tornato normale e che il petto si alzava ed abbassava appena.

"Sam... Sam, sta respirando... Sta respirando!".

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora