Sam parcheggiò vicino all'entrata del Museo e poi si voltò a guardare Charlotte.
"Hai già pensato ad un piano?"
"Dobbiamo dividerci, in questo modo dovremo riuscire ad ispezionare ogni sezione in poco tempo. E dobbiamo anche entrare singolarmente, ad intervalli di cinque minuti, così non nascerà alcun tipo di sospetto. Ho portato questi per me e per voi" rispose la ragazza, aprì la borsa che aveva con sé e tirò fuori tre cappelli ed altrettanti occhiali da sole, che distribuì subito ai suoi compagni di squadra e di viaggio "così passeremo inosservati. Entro io per prima".
Falcon osservò l'amica uscire dal mezzo ed allontanarsi a passo veloce; scosse la testa ed il gesto non sfuggì agli occhi della bionda, che chiese subito spiegazioni.
"Perché scuoti la testa?"
"Charlie è davvero convinta di trovarlo lì dentro, io invece sono dell'opinione che il viaggio non porterà a nulla di concreto. Finiremo per tornare a casa senza più un dollaro in tasca"
"E come farai a spiegarlo a lei? Non lo capisci che è innamorata? Quando una persona è innamorata non perderà la speranza fino a quando ci sarà la più piccola possibilità, non hai mai amato una persona, Sam?"
"Credi di farcela?" domandò lui, evitando di rispondere alla domanda.
"Come?"
"Credi di farcela ad entrare nel Museo? Se per te è ancora troppo difficile puoi rimanere in macchina, io e Charlie ce la faremo lo stesso"
"Non ti devi preoccupare per me, perché non vuoi rispondere alla mia domanda?"
"Non si tratta di questo, semplicemente non credo sia il momento migliore per discutere di cose simili. Vuoi andare tu?"
"Si, vado io" rispose la nipote di Peggy, si sistemò con cura il cappello a visiera ed uscì dalla macchina; pagò il biglietto d'entrata, esattamente come aveva fatto l'amica poco prima, ritrovandosi nella prima sala, dalla forma circolare.
Sharon trattenne a stento un profondo sospiro ma il cuore, nel petto, già aveva preso a battere più velocemente: aveva detto a Sam che era in grado di entrare nel Museo ma era tutta una bugia; sentiva già un nodo in gola ed all'altezza dello stomaco, ma allo stesso tempo c'era qualcosa che la spingeva a continuare a camminare, probabilmente quella strana sensazione era riconducibile al bisogno disperato di rivedere Steve, di vedere oggetti appartenuti a lui.
Si ritrovò quasi a correre in direzione di alcuni cimeli risalenti alla Seconda Guerra Mondiale, in modo particolare davanti ad una moto.
Invidiava sua zia Peggy per il tempo che aveva trascorso affianco a Steve, nonostante tra i due ci fosse stato solo un bacio, ma soprattutto invidiava Charlie: lei aveva ancora Bucky, ed il loro rapporto poteva essere riallacciato in qualunque momento.
A Sharon, invece, non restavano altro che ricordi da custodire.
Charlotte si bloccò davanti al monumento dedicato a Bucky.
Erano passati quattro anni da quando il suo migliore amico l'aveva portata al Museo per la prima volta, lo stesso numero di anni che erano trascorsi da quando aveva posato gli occhi su quel viso.
La ragazza continuava a fissarlo, facendo sempre più fatica a riconoscere l'uomo che aveva conosciuto, quello con cui aveva diviso l'appartamento per tre mesi: se si fossero incontrati settant'anni prima sarebbe stato lo stesso tra loro due? Si sarebbero innamorati ugualmente? Avrebbero avuto un figlio? O, forse, erano state le circostanze tutt'altro che piacevoli ad unirli?
Sentì la testa iniziare a girare in modo quasi nauseante e si portò le mani ai lati del viso, stringendo con forza, cercando disperatamente di cacciare quella sensazione mentre le lacrime le offuscavano la vista; Sam la trovò ancora in quelle condizioni quando riuscì finalmente a rintracciarla.
"Charlie? Che succede?"
"Ma che cosa sto facendo, Sam? Questo viaggio non ha alcun senso e vi sto trascinando in una cosa più grande di tutti noi"
"Perché dici questo?"
"Perché è la verità e tu lo sai meglio di chiunque altro. Mi sto solo illudendo di una cosa che nemmeno esiste, forse non è mai esistita davvero. È meglio se torniamo a casa prima che sia troppo tardi"
"No, il tuo è solo un momento di sconforto, venire al Museo non è stata un'ottima idea. Usciamo da qui" Sam prese Charlie per un braccio e dopo aver trovato Sharon, tutti e tre uscirono dall'edificio e salirono nuovamente in macchina; anche se la bionda non aveva ancora parlato, c'erano diversi pensieri che le affollavano la mente.
"Bucky se ne è andato dalla Villa perché gli hai detto che non hai salvato Steve volontariamente"
"Si, Sharon, ma è stato lui a chiedermelo, non potete darmi tutti la colpa perché io ho solo rispettato le sue volontà"
"Senza pensare alle vite che distruggevi"
"Se lui ha preferito sacrificarsi, vuol dire che non teneva così tanto alla vostra relazione" gridò la giovane, esasperata dalla situazione e dall'ennesima accusa nei propri confronti.
"Ragazze, ragazze, basta! Smettetela ora, non ha alcun senso litigare ed accusarsi di cose che non si possono cambiare. Questo comportamento infantile non vi porterà da nessuna parte!" esclamò Falcon, ponendo fine a quello che stava per trasformarsi in un violento litigio "siamo tutti stanchi e stressati per quello che sta succedendo. Adesso troviamo un posto dove passare la notte e domani riprenderemo le ricerche dall'inizio, d'accordo?"
"D'accordo" rispose Charlie.
"Va bene" disse a sua volta Sharon, ma ormai il dubbio si era insinuato nella sua testa.
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An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️)
FanficTERZO ED ULTIMO LIBRO. Steven Rogers non c'è più e Bucky Barnes, il suo migliore amico, ha preso il suo posto, diventando il nuovo Capitan America. La situazione generale, però, non è semplice. Bucky non si sente adatto al ruolo: il suo passato pesa...