THIS HAS TO STOP (PARTE DUE)

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Bucky era talmente immerso nei propri pensieri che non sentì subito la mano di Charlotte posarsi sul suo braccio destro; quando si voltò a guardarla pensò che sembravano passati secoli dal giorno in cui Steve lo aveva portato al suo appartamento, assicurandogli che quello sarebbe stato un posto perfetto e sicuro per lui: lo era stato davvero e gli aveva fatto conoscere la donna della sua vita, peccato che, forse, non lo sarebbe stata ancora per molto se qualcosa fosse andato storto.

"A cosa stai pensando?" gli domandò lei, leggendo la preoccupazione in ogni singolo muscolo del suo viso.

"Penso che se ci fosse stato Steve, sarebbe stato tutto più semplice. Lui sapeva sempre cosa fare, io non sono portato ad essere il Capo"

"Non è affatto vero, Bucky, sei un Leader stupendo e in più occasioni hai detto la cosa giusta che tutti noi volevamo sentirci dire"

"Non riesco neppure a pensare ad un piano per salvare nostro figlio, Sharon, Wanda... Oh, mio dio, sono un completo..."

"Bucky, tu sei solo una persona magnifica" rispose Charlie, baciandolo, proprio quando arrivarono due macchine nere "dovresti smetterla di darti colpe che non hai"

"Smetterò solo quando questa storia sarà finita e quando tutti saranno salvi" disse il più grande, con un sospiro, prima di salire sulla seconda vettura; non era semplice la vita di un eroe, c'erano le vittorie ma c'erano anche i fallimenti e questi portavano sempre a vivere con pesi non indifferenti, come avere sulla coscienza un numero consistente di vittime: avrebbe mai potuto continuare con la propria vita se non fosse riuscito a salvare Sharon? O Wanda? O, peggio ancora, James? Probabilmente in quell'ultimo caso Charlotte non sarebbe mai riuscita a perdonarlo ed il loro rapporto avrebbe finito per naufragare per sempre.

L'amava troppo per permettere che ciò accadesse e ciò gl'infuse un briciolo di sicurezza.

Le due macchine nere si fermarono dopo mezz'ora ed il piccolo gruppo si ritrovò davanti ad una vecchia struttura collegata ad un impianto idrico; da lontano videro la città di Washington prima di essere spinti all'interno, perché potevano essere visti da qualcuno.

"Ci sono dei feriti?" domandò Maria Hill, venendo loro incontro da un corridoio "chi è quella ragazza?"

"Una di noi, non ti preoccupare" rispose prontamente Charlie "che cos'è questo posto?"

"Lo abbiamo utilizzato come Base cinque anni fa, quando abbiamo scoperto che lo S.H.I.E.L.D era stato inglobato dall'Hydra. Fury non si fidava e così ha deciso di tenerlo come Base di riserva, in caso di necessità, così i sopravvissuti si sono subito stabiliti qui ed abbiamo ripreso il lavoro esattamente da dove eravamo stati interrotti".

La donna li condusse in una lunga stanza, in cui troneggiavano diversi schermi e computer operativi, indicò loro un tavolo e delle poltrone, e tutti si accomodarono.

"A Fury piace fare le cose in grande" commentò Zemo, guardandosi attorno con aria ammirata, Maria lo ignorò e si rivolse agli altri.

"Ditemi che cosa è successo esattamente"

"Sharon è scomparsa" rispose Sam "non sappiamo dove sia, abbiamo trovato la sua pistola in giardino e Klariza, con i suoi poteri, l'ha vista mentre James e Wanda la portavano via"

"Hai dei poteri? Chi sei?"

"Era una prigioniera dell'Hydra, esattamente come me" la difese Bucky; l'ex braccio destro di Fury la guardò a lungo, ma non chiese altro perché non era il momento delle spiegazioni.

"Voi siete a conoscenza di quello che è successo in Wakanda?"

"Si, ci siamo stati"

"Ci siete stati? Non dovreste agire alle nostre spalle... Se..."

"Per favore, Maria, con tutto quello che il tuo Capo ha sempre tenuto nascosto puoi stare certa che non siamo noi quelli a tramare alle vostre spalle"

"Ma adesso sono io il Capo" rispose con fermezza la giovane donna, senza lasciarsi intimidire da Barnes "e dal momento che Rumlow ha già ucciso diverse persone ed ha dalla sua parte sia Wanda che James, non possiamo permetterci di fare il più piccolo passo falso"

"Wanda e James sono prigionieri"

"Davvero, Barnes? Su Wanda Maximoff non nutro alcun dubbio, ma su James..."

"Stai dicendo che mio figlio è dalla sua parte volontariamente?" intervenne Charlotte, gridando quasi, indignata davanti ad una simile accusa "lui non potrebbe mai fare una cosa simile! Lui... Rumlow l'ha quasi ucciso una volta"

"Quando lo abbiamo visto a Malibu" iniziò Nadja, parlando sia per il fratello che per Peter "non abbiamo avuto l'impressione che gli avessero fatto il lavaggio del cervello. Era... Era normale... Ci ha attaccati volontariamente..."

"Questo è impossibile, impossibile" iniziò a ripetere l'altra, che non voleva credere a quell'assurda verità: perché mai James avrebbe dovuto fare una cosa simile? D'accordo, tra lui e Bucky c'erano dei problemi, ma nulla di così profondo e sconvolgente.

Rimasero tutti in silenzio per diversi minuti, Klariza continuava a rigirarsi tra le mani la sua medaglietta militare, limitandosi ad ascoltare: dopotutto si stava parlando di ciò che sarebbe stato dell'uomo che amava.

"Abbiamo un vantaggio che Rumlow ignora" riprese una seconda volta Maria Hill, sistemandosi una ciocca di capelli castani dietro l'orecchio destro "poco prima del vostro trasferimento nella Villa, a vostra insaputa, vi abbiamo impiantato un microchip sottocutaneo, un localizzatore, che segna costantemente la vostra posizione... Sharon si trova qui in questo momento".

Posò sopra al tavolo un dispositivo che mostrava un pallino rosso che continuava a lampeggiare ad intermittenza, affianco c'era scritto il nome della località, incredibilmente molto vicina a loro.

Wheaton, New Jersey.

"Oh, mio dio..." mormorò Charlie, incredula "lo conosco questo posto. È il campo di addestramento di Steve. Io, lui e Natasha ci siamo stati quando siamo scappati da Washigton... Non può esistere ancora, è stato distrutto cinque anni fa"

"Se è lo stesso posto in cui sono stato anche io, ti posso assicurare che è stato ricostruito" disse Zemo "la Base è costruita sotto un enorme capannone"

"Abbiamo trovato Zola lì" continuò la giovane, guardando il proprio compagno "siamo sicuri che..."

"Impossibile, tutti i computer sono stati distrutti quando il missile si è schiantato"

"Vi posso assicurare che non è così" disse Bucky, con un sorriso amaro: raccontò in breve del suo viaggio in Siberia e della spiacevole sorpresa che aveva trovato quando si era acceso lo schermo di un vecchio computer, e si era ritrovato faccia a faccia con qualcosa che parlava con la voce di Zola, ed era tutto ciò che rimaneva dello scienziato dell'Hydra "ha detto di non essere dalla parte di Rumlow. Credo che lui ignori il fatto che sia sopravvissuto a quell'esplosione, però..."

"Cazzo!" si lasciò scappare il nuovo Capo dello S.H.I.E.L.D, sbattendo il pugno destro contro il tavolo, mordendosi poi il labbro inferiore frustrata: di tante missioni che aveva organizzato ed a cui aveva partecipato, quella si preannunciava essere la più difficile e la più decisiva per tutti.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora