SECOND CHANCE

661 47 31
                                    


Dato il lungo viaggio e l'esito tutt'altro positivo della giornata, Elisa e Bucky decisero di trascorrere la notte in un Motel, così si fermarono davanti al primo che incontrarono: la prima consegnò i propri documenti all'uomo della reception, mentre il secondo fece finta che, per la fretta, li aveva dimenticati a casa.

"Fortunatamente è andato tutto bene"

"Tu non hai documenti?" domandò la ragazza, mentre salivano insieme una rampa di scale, dato che la loro camera si trovava al primo piano, non avrebbero potuto usare l'ascensore in qualunque caso perché era momentaneamente rotto.

"No, non ho documenti"

"Per quale motivo?"

"Perché Bucky Barnes non è sopravvissuto ad una caduta più di settant'anni fa" commentò il giovane uomo, incurvando appena le labbra; dopo aver trovato la porta giusta, infilò la chiave dentro la serratura, la girò un paio di volte e finalmente riuscì a vedere l'interno della camera da letto: l'arredamento lasciava alquanto a desiderare dato che c'erano appena un letto, un comodino, una porta di legno scuro che segnava la presenza di un bagno e l'unica finestra presente era celata da una pesante tenda marrone.

Bucky si avvicinò a quest'ultima, scostò il tessuto e guardò l'esterno, senza soffermarsi ad osservare qualcosa in particolare.

"Non è una suite, ma può andare bene lo stesso, tu cosa dici? Bucky? Mi senti? Va tutto bene?"

"Come?"

"Va tutto bene? Ti vedo turbato..."

"Si, va tutto bene" mentì lui, passandosi una mano sugli occhi: nella propria mente stava rivivendo la notte trascorsa in un Motel in Germania, anni prima, in compagnia di Charlotte, Steve e Sam; in particolar modo stava ripensando a lei, ed alle parole importanti che si erano detti.

Il giorno seguente, poi, aveva chiaramente affermato che lei gli apparteneva, apparteneva soltanto a lui.

Lei è la mia ragazza.

Si, aveva usato quelle esatte parole, ed ora sembravano trascorsi secoli e tutto aveva assunto dei contorni sfuocati, indefiniti.

"Sei sicuro?"

"Si, stavo solo pensando che qualche anno fa ho trascorso una notte in compagnia di Steve e Sam in un posto simile. Tutto qua" rispose Bucky sospirando, avvicinandosi al letto e lasciandosi cadere sul materasso; Elisa sorrise timidamente e lo raggiunse piano, quasi senza fargli percepire la propria presenza.

"Lui ti manca?"

"Terribilmente"

"Cosa ti manca di più di lui?"

"Tutto. Il fatto di non essere riuscito a dirgli tante cose"

"Ascolta, Bucky, forse sono l'ultima persona che ha il diritto di dirti questo, ma credo che Steve non vorrebbe vederti così abbattuto. E credo anche che lui sapesse quanto era profondo il legame tra voi due. Quanto lo è ancora. Ma questo non significa che non puoi avere un altro amico, che non puoi trovare un'altra persona con cui confidarti, con cui stringere una amicizia simile. Hai paura di farlo perché pensi di tradirlo, vero?"

"Non ho nessuno con cui parlare"

"Per il momento è così. Ma le cose cambiano sempre".

Barnes rivolse un malinconico sorriso alla ragazza, stringendole con forza la mano destra, facendole capire tutta la disperazione che provava; fuori era notte inoltrata, l'unica fonte di luce proveniva dall'insegna lampeggiante di un pub, che dava una strana sfumatura al suo volto, rendendolo simile ad una maschera da teatro greco.

"Sto sbagliando tutto, Elisa. Sento di sbagliare ogni singola cosa che faccio. Non sono nemmeno in grado di fare il padre. Hanno affidato a me il ruolo di Capitan America... Come posso sperare di essere all'altezza del mio migliore amico? Ho fatto tante cose brutte. Tante" lo sguardo di lui s'incupì e la mora sentì un brivido scenderle lungo la spina dorsale.

"Tutti meritano una seconda possibilità. Perché tu dovresti essere un'eccezione?".



L'ex Soldato D'Inverno si svegliò, urlando, poco prima dell'alba.

Non conservava alcun ricordo dell'incubo che aveva appena fatto, come gli accadeva sempre, ma sentiva in modo quasi palpabile l'ansia e l'angoscia; si girò verso destra, per controllare la sua nuova compagna, accorgendosi che stava ancora dormendo tranquillamente, del tutto ignara di quello che era appena accaduto.

Le passò una mano nei capelli, poi si alzò per uscire nel balcone della camera.

Barnes sollevò il viso in direzione del cielo, osservando con curiosità le sfumature colorate che annunciavano l'arrivo del sole; dato che non fumava si limitò ad incrociare le braccia, appoggiando i gomiti alla balaustra di metallo, dello stesso colore del suo braccio sinistro: quella era una delle rare occasioni in cui lo teneva scoperto perché sapeva che nessuno poteva essere sveglio a quell'ora.

Ad Elisa non aveva ancora fatto accenno alle parole che risvegliavano il Soldato D'Inverno, di conseguenza non sapeva neppure dei fogli che aveva portato con sé, quelli in cui erano, appunto, scritte le dieci parole in russo.

Non aveva più provato a leggerle, dopo il fallimento della prima volta, però preferiva sempre tenere il foglio il più vicino possibile.

Anche se rappresentava un'arma a doppio taglio e lui, di certo, non poteva dire di tenerla dalla parte del manico.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora