CRACK IN THE WALL (PARTE UNO)

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Tutti i membri della squadra pensavano che Peter fosse l'unico ad essere sempre contento e di buonumore, ma la realtà era diversa: anche lui aveva i suoi dubbi, le sue paure e le sue insicurezze, ma cercava di nasconderle con cura.

Periodicamente il ragazzo faceva ritorno a casa, dalla zia May, in modo che la storia della scuola e della borsa di studio continuasse a reggere, ed ogni volta diventava sempre più difficile; aveva paura che un giorno lei scoprisse tutto da sola, ed allora sarebbe stata la fine.

Voleva raccontarle tutto, ma allo stesso tempo sapeva che il silenzio era l'arma migliore per proteggerla.

"Sei pensieroso, Peter?" domandò Rhodey, prendendo posto affianco a lui, usando un tono gentile ed amichevole.

"No, sto bene... Va tutto bene..."

"Se qualcosa ti turba faresti meglio a parlarne, piuttosto che tenere tutto dentro. Rischi di scoppiare"

"Non so per quanto ancora riuscirò a mantenere il segreto con zia May. Forse dovrei raccontarle tutto, ma se lo facessi non potrei più stare qui. Andrebbe fuori di testa..."

"Io non posso ordinarti cosa fare, ma posso darti un consiglio da amico e da persona che ha molti più anni di te. Se ami una persona, se l'ami davvero, allora è meglio che non sappia nulla di questo mondo. Rischieresti solo di trasformarla in un bersaglio. So che potrebbe accadere anche adesso, ma in quel caso le possibilità aumenterebbero"

"Devo stare zitto? Ma... Non posso farlo per sempre"

"Non ti sto dicendo che devi mantenere il segreto per sempre, solo che adesso non è il momento migliore per dire a tua zia che fai parte di un gruppo di ragazzi dotati di superpoteri, con lo scopo di sostituire per sempre gli Avengers... Lo capisci?"

"Si"

"Che altro hai?"

"A me dispiace per quello che è successo agli Avengers, ma se dovessero ritornare che fine farebbero i Thunderbolts? È di questo che ho paura. Non voglio essere contattato da Fury per sentirmi dire che non servo più, che posso ritornare alla mia vecchia vita. Io non voglio che questo accada"

"E non accadrà, d'accordo? Se mai gli Avengers dovessero tornare operativi, ai Thunderbolts verranno affidate altre missioni. Non verrete scartati. Peter, ammiro il tuo desiderio di renderti utile, ma non devi farti problemi se questi non si sono ancora presentati" l'uomo passò una mano nei capelli del giovane Spiderman: quei quattro ragazzi, ormai, erano diventati per lui i figli che non aveva mai avuto, ed era dispiaciuto quando intuiva che c'era qualcosa che non andava "Peter, devi rispondere ad una mia domanda"

"Si"

"C'è qualcosa che dovrei sapere sugli altri?"

"No... No... Va tutto bene..."

"Davvero? Perché Nicholaj mi ha accennato una cosa strana... Mi ha detto che James esce nel primo pomeriggio e rientra dopo qualche ora. Tu hai molta confidenza con lui, quindi mi chiedevo se sapessi qualcosa a riguardo. Perché se stai in silenzio dovrò prendere dei provvedimenti anche nei tuoi confronti".

Parker spalancò gli occhi scuri, capendo di essere davanti ad una dura punizione, perché Rhodes era così: sapeva essere buono e comprensivo, ma se scopriva qualcosa che non gli piaceva, sapeva essere molto severo; iniziò a balbettare, mentre le guance cambiarono colore.

"Io... Ecco... Non è come sembra... Non è assolutamente come sembra...".



James era nella propria camera a leggere un libro e ad ascoltare musica, la giornata finora era stata tranquilla per lui, almeno fino a quando non entrò Rhodey spalancando la porta.

"Ma come ti permetti? Questa è la mia camera! Devi bussare prima di entrare! Si chiama rispetto per la privacy!"

"Vai da uno psichiatra e non me lo hai mai detto?".

Il volto di James perse rapidamente colore, per poi diventare improvvisamente paonazzo.

"Non è vero! Come ti vengono in mente certe idee?"

"Nicholaj mi ha detto che ti vede spesso uscire e Peter ha confessato di sapere che vai da uno psichiatra da quattro mesi. Davvero pensavi di tenermi nascosta questa cosa per sempre? Tua madre lo sa? E tuo padre? Lo hai detto a loro?"

"No, non lo sanno e vorrei che non lo sapessero. Sono affari che riguardano soltanto me"

"Oh, non credo proprio, ragazzo. Voi siete sotto la mia responsabilità, quindi io devo sempre sapere tutto"

"Tu non sei nessuno per me. Non sei un mio famigliare e non sei neppure un mio amico. Al massimo sei il migliore amico dell'uomo che ha ucciso mio padre!"

"Io non ti capisco, Jamie, non capisco davvero perché hai deciso di andare da uno psichiatra"

"Oh, si, cambia argomento..."

"James!" gridò il più grande; nel frattempo gli altri erano stati attirati dal rumore della discussione: Nadja e Peter erano vicini alla porta della camera, mentre Nicholaj era appoggiato con la schiena ad una parete, poco più lontano, che ascoltava sorridendo.

"Che altro mi devi sputare in faccia?"

"Tu non hai bisogno di uno specialista. Sai qual è il tuo problema? Tu non vuoi andare avanti, no! Ti piace fare la parte della vittima. Ti lamenti sempre di tuo padre quando sei l'unico, della squadra, che ha ancora i genitori e dovresti essere solo grato di questo"

"Ma come ti permetti? Io sono stato rapito dall'Hydra, sono stato torturato per due settimane e tu mi accusi di approfittarmi di quello che ho passato? Tu sei solo uno storpio invidioso. Sei invidioso perché non potrai mai più essere idoneo per una missione. E questa cosa ti sta lentamente distruggendo dentro... Cerca di accettare la realtà, Rhodey, non hai mai fatto la differenza, anzi, hai solo tolto un peso allo S.H.I.E.L.D"

"Sei solo un bambino viziato!" urlò l'altro, toccato nel profondo da quelle parole.

"Oh, levati! Non voglio più sentire una sola parola uscire dalla tua bocca" disse Jamie in tono seccato, uscì dalla stanza e riversò tutta la rabbia contro il suo migliore amico "credevo di potermi fidare di te! Invece sei solo un traditore! Bugiardo!"

"James, io..." provò a difendersi Peter, ma ricevette un calcio al basso ventre che gli tolse il fiato e la possibilità di dire altro, crollò a terra e Nadja lo soccorse subito; il nuovo Soldato D'Inverno sentì il gemello della ragazza scoppiare a ridere, così lo afferrò per il colletto della maglietta.

"Stai ridendo di me?"

"Si, sto ridendo di te perché sei assolutamente ridicolo" rispose il giovane, non riuscì ad evitare che un pugno di vibranio si schiantasse contro il proprio naso, spaccandolo subito; evitò un secondo colpo creando un campo di forza che scagliò l'altro contro un muro.

"Bastardo! Questa me la paghi!" ringhiò James, aggredendo Nicholaj, prendendolo a calci e pugni "credi di essere il migliore, vero? Sei geloso perché vorresti essere tu il Leader della squadra, non è così?"

"Per me tu non sei il Leader"

"Davvero? Intanto mi porto a letto tua sorella".

Il gemello si bloccò per qualche secondo, pensò che fosse solo una bugia, ma quando vide le guance arrossate di Nadja perse del tutto il controllo.

"Basta!" intervenne Nad, riuscendo a fatica a dividere i due "smettetela o giuro che userò i miei poteri!".

La minaccia funzionò, perché James e Nicholaj si fermarono subito ma entrambi avevano uno sguardo furioso negli occhi, che indicava che la questione era solo rimandata ad un altro momento.

"Qualcuno mi può portare del ghiaccio?" domandò Peter, aggrappandosi alla parete che sorgeva alla sua destra per riuscire ad alzarsi.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora