HIS MOTHER OR HIS FATHER

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"Devo parlare con il vostro Capo" ordinò Zemo, in tono fermo, rivolgendosi ad uno dei tanti sottoposti di Rumlow; questo lo guardò per qualche breve istante, poi entrò nella stanza alle sue spalle e chiuse la porta con forza, facendogli capire che doveva attendere il permesso.

Il giovane uomo incrociò le braccia all'altezza del petto ed osservò il proprio riflesso in quello che era uno specchio appeso ad una parete: da quando Rumlow lo aveva convinto ad unirsi all'Hydra, il suo aspetto era mutato, aveva ripreso colorito ed appariva molto più sano; in realtà, era costretto quasi con la forza a mangiare e quando si trovava alla Base non era mai solo.

Con il tempo era arrivato alla conclusione che il suo 'collega' temeva un possibile gesto estremo, ed aveva preso tutte le possibili precauzioni affinché ciò non accadesse.

Non voleva farla finita, ma allo stesso tempo continuava a desiderare ardentemente di riunirsi alla sua famiglia il prima possibile.

"Entra" disse lo stesso uomo di poco prima, facendogli un cenno con la testa, Zemo intravide il ghigno sulle sue labbra e capì che nulla di buono l'attendeva; Crossbones gli dava le spalle e prima di girarsi si sistemò con cura il casco con visiera, in modo che i suoi lineamenti fossero celati con cura, ad eccezione degli occhi.

"Non dovresti essere qui" iniziò subito l'uomo, con una luce inquietante che brillava negli occhi scuri "stai solo perdendo tempo. Mi auguro che sia davvero importante quello che hai da dire"

"Una settimana non mi basta per quello che devo fare" rispose velocemente Zemo, togliendosi gli occhiali finti che ancora indossava; come aveva previsto, Rumlow non fu affatto contento di sentirsi dire quelle parole, ma provò a trattenersi.

"Hai avuto mesi a tua disposizione per fare il lavaggio al cervello a quel ragazzo, ed ora mi dici che hai bisogno di altro tempo? Ti sei dimenticato completamente quello che ci siamo detti ieri al telefono? La mia pazienza sta per finire e tu mi stai facendo raggiungere il punto di rottura molto più rapidamente"

"Tutti e due teniamo alla riuscita del piano, giusto? Non vorrai fallire proprio ora"

"Mi stai minacciando, ragazzo?"

"Non sono così stupido da farlo. Voglio solo farti capire quale è il modo migliore di agire. Il lavaggio del cervello non è una cosa semplice"

"Io l'ho visto con i miei occhi tante volte e ti assicuro che è davvero semplice da fare"

"Oh, certo, non nutro alcun dubbio. Ma tu stai parlando della parte più rude di un lavaggio del cervello. Un macchinario... Delle scosse... Certo, lo hai già fatto con James e questo renderebbe il tutto più semplice. Prendiamo il ragazzo e lo portiamo qui con la forza. Per un po' sarà una marionetta e poi? Se dovesse incontrare sua madre o suo padre? Vuoi commettere lo stesso errore una seconda volta? Vuoi rischiare che lui ricordi tutto, improvvisamente, per poi scappare?"

"E cosa vorresti fare? Cosa avresti in mente?"

"Un lavaggio psicologico. Voglio che si unisca volontariamente. Che capisca che l'Hydra è la sua unica strada. Questo renderebbe tutto più semplice, non credi?".

Il mercenario rimase in silenzio, a riflettere, Zemo strinse le mani a pugno, dietro la schiena, pregando mentalmente di essere riuscito a convincerlo.

"Quanto tempo vuoi?"

"Poco. Ma una settimana non mi basta. Ti prometto che quando lo porterò qui avrà già ucciso"

"D'accordo, ma non accetto un fallimento"

"Non accadrà" mormorò il più piccolo, allontanandosi, ma venne subito richiamato "si?"

"Che cosa hai detto prima? Quando hai parlato di Charlotte..."

"Che sua madre potrebbe aiutarlo a riacquistare la memoria..."

"Hai detto 'sua madre o suo padre'..."

"Ho sbagliato a parlare" sussurrò velocemente Zemo, uscendo dalla stanza, maledicendosi perché aveva quasi detto a Crossbones che Bucky era ancora vivo.



Nicholaj lasciò che l'armatura avvolgesse totalmente il proprio corpo, quando anche il casco con visiera celò la sua testa diede l'ordine ai propulsori di accendersi.

In pochi secondi si ritrovò a diversi metri da terra, ma l'altezza non gli procurava alcun effetto, anzi: diede ancora più forza ai propulsori e volò sopra l'acqua dell'oceano, arrivando quasi a sfiorarla; urlò con tutto il fiato che aveva nei polmoni, sicuro che nessuno lo avrebbe mai sentito, continuò in quel modo per diversi minuti.

Quando si rese conto che iniziava ad allontanarsi troppo decise di tornare indietro, ed atterrò nel giardino della Villa.

"Ti piace molto volare, vero?".

Nicholaj non si aspettava che qualcuno avesse notato la sua assenza, così s'irritò parecchio quando vide Rhodey zoppicare nella sua direzione.

"Volevo solo controllare che fosse tutto apposto. Sarebbe un peccato se durante un allenamento qualcosa andasse storto"

"Hai tempo per scambiare qualche parola?"

"Vorrei riposarmi un po'" rispose il ragazzo, mentre il casco si sollevava dal suo volto "se devi dirmi qualcosa è meglio che lo fai in fretta"

"D'accordo... Ho l'impressione che tu non voglia integrarti nel gruppo. Se l'unico che non parla, che preferisce stare sempre da solo. Perché?"

"Questo non è esatto, io parlo con mia sorella"

"Si, ma credo che tu abbia dei problemi con James e Peter"

"Il fatto che facciamo parte della stessa squadra non implica che dobbiamo andare d'accordo od essere amici"

"Vorrei evitare quello che è già successo con gli Avengers. La vostra squadra è stata creata proprio per rimediare... Se fosse un totale fallimento, come la prenderebbe Fury? Persone come voi non si trovano di certo all'angolo della strada. Tu sei un bravo ragazzo, dovresti dimostrarlo più spesso. Se non ci fossi stato tu a Londra, nessuno adesso sarebbe vivo. Hai salvato tutti loro"

"Non sono riuscito a salvare tutti"

"Per Clint e Steve era già troppo tardi..."

"Si, hai ragione. Ad ogni modo... Tu sei qui a fare la lezione a me quando dovresti prestare più attenzione a James. Sono mesi che nel primo pomeriggio esce di nascosto e fa ritorno a casa solo dopo qualche ora. Oh, sicuramente se proverai a parlarne con lui negherà tutto. Dovresti provare con Peter, sono sicuro che con lui avrai molta più fortuna" il gemello rivolse un cenno di saluto al suo allenatore e rientrò nell'abitazione con ancora l'armatura addosso.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora