THE HOST

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Charlotte e Sharon si precipitarono subito in infermeria, seguite da Sam: Zemo aveva aperto gli occhi ed ora se ne stava seduto sulla brandina, con una smorfia di dolore stampata sulle labbra perché l'effetto degli antidolorifici era terminato; Bucky era poco lontano dal giovane uomo, se ne stava con la schiena appoggiata ad una parete e le braccia incrociate all'altezza del petto.

A Charlotte bastò una sola occhiata per capire che, se avesse avuto meno rimorsi di coscienza, avrebbe ucciso Zemo prima del loro arrivo, stringendogli la mano in vibranio attorno alla gola.

"Che accoglienza calorosa. Sono stato fortunato a trovare la vostra Base, se lo avessi saputo prima vi avrei raggiunto da più tempo"

"Tu non devi pronunciare neppure una parola" ringhiò subito l'ex Soldato D'Inverno "devi solo rispondere alle nostre domande"

"Bucky!" esclamò Charlie, lanciandogli una lunga occhiata e scuotendo la testa, facendogli capire che quell'atteggiamento ostile non li avrebbe di certo aiutati "come ti senti?"

"Sono contento di sapere che a qualcuno importa della mia salute, ma credo che puoi vedere benissimo da sola, con i tuoi stessi occhi, quale è la mia attuale situazione"

"Si, ed è grazie al nostro aiuto se ora sei qui e puoi parlare, quindi meritiamo tutti e quattro delle risposte. È questione di pochissimo tempo prima che lo S.H.I.E.L.D sappia della tua presenza qui, ed i loro interrogatorio non sono molto piacevoli"

"Mi stai minacciando per caso?"

"Non ti sta minacciando, ti sta solo mostrando le alternative che hai. Ma se sei così ansioso di ricevere qualche minaccia ti posso accontentare io" intervenne una seconda volta Bucky, senza provare a nascondere l'odio che provava per Zemo; quest'ultimo si voltò a guardarlo con la stessa curiosità che si poteva avere per un animale raro ed esotico, poi tornò a concentrare gli occhi scuri sul viso della ragazza.

"Che cosa vuoi sapere, Charlotte?"

"Come hai fatto a sopravvivere in Wakanda?"

"Mi hanno trovato e mi hanno curato"

"Chi?"

"È davvero necessario che lo dica?"

"Lo avevo detto io che era una trappola. Lavora per Rumlow" sbuffò Barnes, iniziando ad irritarsi.

"Naturalmente, fa tutto parte di un piano. Io mi sparo da solo e mi trascino fino al vostro nascondiglio... Sapevo che eri stupido, Barnes, ma non credevo fino a questo punto"

"Ignora le sue provocazioni" mormorò Sam, interponendosi davanti al più grande, per evitare che perdesse il controllo e facesse qualcosa di cui, poi, se ne sarebbe pentito.

"Quindi per tutto questo tempo hai lavorato per Rumlow?"

"Si... Diciamo che non era nei miei 'piani' entrare nell'Hydra, ma l'occasione era troppo vantaggiosa per essere ignorata e poi, se lo avessi fatto, sarei stato ucciso. Tutto quello che volevo era farla pagare a voi Avengers. Rumlow è riuscito ad uccidere Rogers, quindi..."

"Dove si trova?"

"Non lo so"

"Si che lo sai" Bucky non riuscì più a trattenersi ed afferrò Helmut per le braccia, stringendo con forza le bende che coprivano le ferite, facendolo quasi urlare "lo sai benissimo dove si trova, ma non vuoi dirlo perché tutto questo è un piano organizzato da voi due. Avanti. Dillo. Lo sappiamo tutti che è così..."

"Ed io ti ripeto" rispose l'altro, con il viso che diventava sempre più pallido e sudato "che nessuno si ferirebbe in modo grave per uno stupido piano. Se fosse così, se fosse davvero così, mi avreste trovato con ferite molto più superficiali. E poi, a quest'ora, lui sarebbe già arrivato, non credi? Te l'ho detto che sei uno stupido, Barnes!"

"Bucky, fermati" lo pregò Charlie, appoggiandogli una mano sul braccio destro, convincendolo dolcemente a mollare la presa "credo che abbia ragione. Non è una trappola"

"Finalmente qualcuno lo ha capito" disse il giovane uomo, lasciandosi cadere contro il materasso della brandina "ed ora se non vi dispiace vorrei riposare un po'".



"Ed ora se non vi dispiace vorrei riposare un po'" ripeté Sam, imitando la voce del loro ospite.

Lui, Charlotte, Bucky e Sharon si erano spostati in un'altra stanza per discutere meglio ed in modo privato di tutta la faccenda.

"Ti prego, Samuel, questo non è il momento adatto per fare battute"

"Volevo solo allentare un po' la tensione..."

"Tu davvero credi che non sia una trappola?" domandò Sharon, prima che tra i due uomini del gruppo scoppiasse l'ennesima discussione, Charlie smise di fissare il vuoto e si strinse nelle spalle esili prima di rispondere.

"Se fosse una trappola non si sarebbe presentato con ferite così gravi..."

"Ma ha detto lui stesso che lavora per Rumlow" ribatté prontamente l'ex Soldato D'Inverno, contrariato dal fatto di non avere la sua compagna dalla sua parte.

"Io penso che piuttosto sia scappato da lui. Se il tuo comportamento non fosse stato così ostile..."

"Per l'amor del cielo! Non dirmi che lo stai difendendo!"

"Non lo sto difendendo, Bucky, sto solo dicendo che non abbiamo nulla da temere"

"Oh, certo, vai tu allora ad aprire la porta quando arriveranno i rinforzi a suonare il campanello. Lo S.H.I.E.L.D è già stato attaccato due volte. Non può andare sempre bene. Se accadrà una terza volta può essere la fine di tutto"

"Quindi che cosa consigli di fare?" chiese Falcon, senza arroganza.

"L'unica cosa da fare è portarlo da Fury, il prima possibile"

"Ma le sue ferite sono ancora gravi, non possiamo farlo uscire dalla Villa ora"

"D'accordo" rispose Bucky, con un verso seccato "ma appena starà meglio lo porteremo subito allo S.H.I.E.L.D... Voglio che se ne vada il prima possibile"

"Va bene... Credo sia meglio che qualcuno vada a dirglielo" mormorò Charlotte, uscendo poi dalla stanza e recandosi nell'infermeria: si sentiva l'unica che poteva svolgere quel compito dato che aveva un po' di confidenza con lui; sentì dei passi dietro di sé e si ritrovò faccia a faccia con Barnes.

"Ti accompagno, è meglio se non stai da sola con lui"

"Non ti fidi di me?"

"No, è di lui che non mi fido. Non dopo quello che mi ha fatto".

La giovane guardò l'uomo che amava con uno sguardo comprensivo: non se la sentiva di ribattere a quelle parole; gli appoggiò una mano nella guancia destra, ricoperta da un leggero strato di barba.

"Non accadrà nulla, però mi devi promettere una cosa"

"Che cosa?"

"Lascia che ti aiuti a resistere alle parole".

L'ex Soldato D'Inverno irrigidì i muscoli della schiena, del tutto impreparato ad una richiesta simile.

"Ne riparliamo domani, questo non è né il posto né il momento adatto" disse poi a denti stretti, evitando lo sguardo di Charlotte.

Lei preferì non insistere ed entrò in infermeria, dove trovò Zemo sveglio, intento a fissare una parete, immerso in chissà quali pensieri; gli parlò con gentilezza e fermezza, comunicandogli la decisione che lei e gli altri avevano preso, dicendogli anche che non ci sarebbero stati ripensamenti.

Il giovane uomo si limitò a scrollare le spalle, seguendo la giovane con lo sguardo mentre usciva, incrociando poi gli occhi freddi di Bucky.

"Che cosa vuoi?"

"Non guardarla mai più in quel modo" rispose in tono duro il più grande, facendogli capire che se fosse accaduto una seconda volta nessuno lo avrebbe salvato dal ricevere un pugno di vibranio in pieno volto.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora