CHAPTER EXTRA: VULTURE

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Le porte dell'ascensore si aprirono con un rumore metallico e Nicholaj entrò nel lussuoso attico arredato secondo i gusti personali di Tony Stark; si guardò attorno in attesa che arrivasse il padrone di casa e si ritrovò a pensare a quanto fosse cambiata profondamente la propria vita nel giro di pochi anni: prima lui e la sorella erano solo dei ragazzi normali con una famiglia normale, poi si erano ritrovati orfani ed in balìa degli esperimenti dell'Hydra, ed infine si erano trasformati in due giovani eroi che dovevano salvaguardare il benessere della Terra e dei suoi abitanti.

C'erano ancora momenti in cui sentiva nostalgia della sua vecchia vita, simile a quella di centinaia di ragazzi, ma poi capiva di essere stato fortunato, perché avrebbe potuto andargli molto peggio: lui e Nadja avrebbero potuto non essere in grado di scappare dall'Hydra; ed in quel caso cosa avrebbero fatto? Quanto tempo sarebbero riusciti a resistere prima di soccombere o essere uccisi? Magari sarebbero stati uccisi proprio dagli Agenti dello S.H.I.E.L.D...

L'arrivo del miliardario lo riportò alla realtà e gli strinse la mano in modo energico.

Tony mosse un passo all'indietro ed osservò in silenzio il giovane in tutta la sua bellezza e prestanza fisica; a Nicholaj non piaceva affatto: s'innervosiva facilmente quando qualcuno l'osservava così a lungo ed in silenzio, si sentiva ritornare indietro nel tempo, nei giorni in cui gli scienziati lo studiavano con cura, come se fosse un animale raro, prima di sottoporlo a torture, ed esprimenti irripetibili ed indescrivibili.

"Nicholaj, è un piacere rivederti" iniziò il più grande, infilando le mani nelle tasche dei pantaloni.

"Anche per me" rispose l'altro in automatico, del tutto ignaro del perché si trovasse lì.

"Come stai?"

"Stiamo tutti bene"

"Si? Ne sono contento. Sai... Sono rimasto molto sorpreso quando ti ho conosciuto. Anche se hai trascorso diverso tempo sotto il controllo dell'Hydra, non sembri aver riportato danni permanenti a livello fisico o mentale"

"Ad eccezione del fatto che so generare dei campi di forza. Io e mia sorella abbiamo trascorso poco tempo nelle mani di quei pazzi, in realtà. Credo che a Barnes sia andata peggio... Settant'anni sono un lasso di tempo infinito... Perché mi hai voluto qui, Tony? Volevi parlarmi? Credevo ti fossi ritirato"

"Infatti mi sono ritirato. Non ho alcuna intenzione di tornare ad essere un Avenger. Non credere che sia una decisione semplice per me, ma è meglio così"

"Dovevi dirmi solo questo?" domandò, allora, Nicholaj, con una punta d'irritazione nella voce: tutti loro conoscevano benissimo la presa di posizione drastica di Iron Man, di conseguenza non capiva perché avesse dovuto comunicarglielo di persona, dopo più di un anno di inattività.

"No, in realtà ho qualcosa da mostrarti. Qualcosa che potrebbe interessarti. Seguimi" l'uomo si avviò in direzione delle scale che conducevano al suo laboratorio, e nel frattempo continuò il discorso che si era preparato in precedenza "lo sai che mi ricordi molto me stesso alla tua età, Nicholaj? Anche io ero molto sfacciato e presuntuoso. Non fraintendere le mie parole, queste non sono sempre qualità negative. Anzi. Sono qualità che non dovrebbero mai mancare ad un Leader. Perché un vero Leader deve spingersi dove gli altri non sono in grado di arrivare"

"Nadja, Peter ed io abbiamo deciso che sarò il Leader solo provvisoriamente, fino a quando James non farà ritorno nella squadra"

"Lo so, ma una guida deve sempre esserci... Sbaglio o tu sei l'unico a non avere ancora un'uniforme? Peter ha il costume che gli ho procurato, tua sorella ha la stessa divisa di Natasha... Tu cosa usi?"

"Dei semplici vestiti, non mi sono mai posto questo problema" mormorò il ragazzo, corrucciando le sopracciglia, non riuscendo ancora a capire dove volesse arrivare Stark con il suo discorso.

"Vorrei darti una valida alternativa" mormorò Tony, attraversò l'intero laboratorio con pochi passi, si avvicinò ad un piccolo pannello di controllo e digitò un codice di sei cifre: una porta si aprì in modo automatico ed entrarono entrambi in una stanza completamente vuota ad eccezione di una divisa posta esattamente al centro.

Era appoggiata ad un piedistallo ed era costituita da un paio di pantaloni militari, una giacca di pelle scura con il collo ricoperto da una folta pelliccia chiara ed un casco, simile a quelli utilizzati dai militari, dotato di un piccolo tubo con mascherina per l'ossigeno; dietro la giacca si ergevano due enormi ali meccaniche, ciascuna dotata di una turbina, talmente grandi che arrivavano quasi a sfiorare le pareti della stanza.

"Oh, mio..." riuscì solo a mormorare il gemello, restando letteralmente a bocca aperta davanti a quello spettacolo maestoso, indescrivibile.

"Naturalmente le ali sono ripiegabili dentro ad un comodo jet-pack. Hai presente quelle di Sam Wilson? Questa è un'idea simile, ma sviluppata in modo più maestoso ed accattivante, Nicholaj. Rhodey mi diceva sempre che durante i vostri allenamenti ti piaceva usare le vecchie armature che mettevo a vostra disposizione, così ho pensato che saresti stato contento di ricevere un regalo simile. Che te ne pare? Rispecchia i tuoi gusti? O avresti preferito qualcosa di più classico?"

"No... No..." rispose Nicholaj, avvicinandosi al suo nuovo costume "è semplicemente perfetto. Che cos'è? Un volatile? Come ti è venuta l'idea?"

"Ispirazione" si limitò a dire in modo enigmatico Stark, indossando gli occhiali da sole "allora, quale sarà il tuo nome da battaglia? Sbaglio o ti manca anche questo? Nella tua squadra ci sono Spiderman, la nuova Vedova Nera... E tu sei..."

"Vulture"

"Avvoltoio?"

"Si, sembra proprio un enorme avvoltoio. E poi suona terribilmente maestoso ed accattivante" rispose il ragazzo, utilizzando le stesse parole del miliardario, voltandosi ad osservarlo con un ghigno appena accennato "posso provarlo?".

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora