YOU ARE NOT MY FATHER

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Bucky era nervoso all'idea che da lì a poco avrebbe avuto il suo primo appuntamento con James; decise così di concedersi una veloce doccia fredda prima di uscire dalla Villa e prendere in prestito la macchina di Charlotte per andare nel centro di New York.

Il giovane uomo non adorava in modo particolare spostarsi in quel modo, ma odiava ancora di più prendere i mezzi pubblici: la paura che provava per i luoghi affollati era nata ancora quando si nascondeva in Romania, nello stesso momento in cui era stato riconosciuto e la polizia aveva circondato il suo appartamento per arrestarlo; anche se ora non era più ricercato (grazie all'intervento dello S.H.I.E.L.D) non era ancora riuscito a scacciare la sensazione di disagio, di sentirsi costantemente addosso gli occhi delle persone.

Lo stava facendo solo per James, per creare un rapporto con lui, anche se era terrorizzato dalla concreta possibilità di non essere all'altezza di lui, di non essere all'altezza di fare il padre; sicuramente quello era un ruolo che Steve avrebbe ricoperto in modo egregio, ma quella possibilità gli era stata strappata via per sempre.

Bucky deglutì a vuoto e s'impose, per una volta, di non pensare al suo migliore amico od avrebbe guastato il momento con il figlio; dopo alcune difficoltà riuscì a trovare un parcheggio e quando entrò nella caffetteria in cui si era dato appuntamento con Jamie, lo trovò già seduto davanti ad un tavolo, intento a guardare fuori dalla finestra.

Rimase a guardarlo per qualche momento e poi lo raggiunse, con impresso nel volto uno dei suoi rari sorrisi.

"Ehi, ti ho fatto aspettare molto?" gli domandò, occupando l'altra sedia libera.

Il ragazzo si riscosse dai pensieri che tenevano occupata la sua mente e sorrise a sua volta.

"Assolutamente no, sono arrivato da pochi minuti. Ho già ordinato per entrambi. A te piace il cappuccino?"

"Si, sai... La prima volta che ho fatto colazione con tua madre sono venuto in un posto simile a questo. Ed ho bevuto un cappuccino"

"Ahh, davvero?" chiese il più piccolo, stringendosi nelle spalle, tra i due scese un lungo silenzio che venne interrotto solo quando una cameriera portò ai due le bevande calde.

"Buono, vero?"

"Si, ti posso chiedere una cosa?"

"Puoi chiedermi tutto" rispose Barnes, gustandosi un lungo sorso del cappuccino; James si morse il labbro inferiore prima di fare la domanda che gli premeva più di qualunque altra.

"Tu e la mamma tornerete mai insieme?".

Bucky iniziò a tossire la sua bevanda e posò la tazza sopra al tavolo, preso totalmente alla sprovvista da quelle parole, si schiarì più volte la gola e riprese il controllo di sé stesso.

"Perché questa domanda?"

"Siete i miei genitori, è ovvio che vorrei vedervi insieme. E poi, la mamma non mi ha mai spiegato esattamente come è finita tra voi due"

"Non è semplice da spiegare. Mi hanno raccontato una bugia a cui io ho creduto. Quando Charlotte mi ha spiegato come stavano veramente le cose era troppo tardi. Tony mi aveva raccontato che lei amava un altro uomo ed io ho pensato che fosse così, dato che lei aveva esitato a rispondermi"

"E tu hai creduto a lui e non alla donna con cui hai avuto un figlio?"

"A quel tempo non sapevo nulla. L'ho anche colpita"

"In che senso?".

Il giovane uomo chinò leggermente il capo e concentrò lo sguardo sulla tazza che aveva davanti a sé, quasi vuota.

"Quando Tony mi ha raccontato quella bugia ho perso la testa"

"Non lo sapevo..."

"Ho tentato di ucciderla" confessò l'altro, sollevando lo sguardo carico di paura "ho tentato di ucciderla e mi pento terribilmente di questo. È solo che... Mi hanno sfruttato per così tanto tempo che non volevo succedesse ancora. Ero convinto che tua madre lo avesse fatto con me... Mi dispiace, James, dovevo dirtelo. Mi dispiace"

"D'accordo. Devo andare adesso"

"Di già? Siamo qui solo da pochi minuti"

"Lo so,ma ora devo proprio andare" ripeté il ragazzo con un sorriso tirato; andò alla cassa e pagò il conto prima che potesse farlo il padre e poi uscì, avvicinandosi alla moto che aveva parcheggiato vicino al marciapiede, poco lontano dalla caffetteria.

"È per quello che ho detto, vero?" domandò Bucky, infilando le mani nelle tasche della giacca; Jamie salì a cavalcioni sulla moto e prese in mano il casco nero.

"No, va tutto bene"

"Non ne sono così sicuro"

"È solo che non capisco il tuo punto di vista. Hai creduto subito alle parole di mio zio e non a quelle che la donna che amavi ti ha detto. Non hai pensato solo per un secondo che Tony ti stesse dicendo quello perché aveva appena scoperto che eri il responsabile dell'incidente dei suoi genitori? Si, la mamma mi ha raccontato questo particolare. È solo che... Avete chiarito tutto, ma non vuoi avere nulla a che fare con lei. Allora non era amore quello da parte tua, era solo attrazione fisica. Se non vuoi avere nulla a che fare con lei, allora non vedo perché io dovrei essere un'eccezione"

"James, hai completamente frainteso le mie parole!"

"Non provare a toccarmi. Non provare più a rivolgermi la parola. Non puoi sbucare dal nulla all'improvviso e sperare di avere un legame con me, anche se sei mio padre. Io sono stato cresciuto da mia madre e da Tony. Per me è lui mio padre, hai capito?"

"Lo so che sei molto arrabbiato, ma non prendere questa decisione così drastica. Io voglio parlare con te. Io ti posso aiutare"

"Aiutare?" ripeté in modo beffardo il più piccolo, passandosi una mano nei capelli lunghi, come quelli di Bucky "e come mi vorresti aiutare? Riguardo a cosa?"

"Riguardo a quello che l'Hydra ti ha fatto".

A quel punto James scoppiò in una risata amara, quasi isterica, che attirò l'attenzione di alcuni passanti.

"Tu sei proprio l'ultima persona che mi può dare una mano in questo" dopo aver detto quelle ultime, secche, parole il giovane s'infilò il casco in testa, mise in moto il motore e partì con una sgommata , lasciando l'altro completamente senza parole, a fissare il vuoto.

Barnes rimase in quella posizione per diversi minuti, poi si allontanò velocemente, salì in macchina e tornò alla Villa appena fuori New York con la mente completamente svuotata, perché non riusciva e non voleva pensare a niente.

Charlie lo stava attendendo con una certa impazienza nella cucina dell'abitazione, così appena lui comparve dal salotto si voltò subito a guardarlo, con uno sguardo ansioso che non riuscì a reprimere.

"Allora? Come è andata?"

"Lasciami stare" mormorò lui, scuotendo la testa, rifugiandosi nella sua stanza al secondo piano; Charlotte sospirò profondamente e poi seguì il suo ex compagno, intenzionata a farsi dire esattamente quello che era accaduto durante l'appuntamento.

An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora