Nadja si svegliò nel cuore della notte con una spiacevole sensazione che le stringeva la bocca dello stomaco; si voltò subito a guardare il posto accanto al suo e quando lo vide vuoto il malessere aumentò notevolmente.
Si alzò dal letto e scese nella palestra della Villa, trovandola vuota passò a rassegna tutte le altre stanze e quando non trovò James si lasciò cadere atterrita sul divano posizionato nel salotto, sentendosi improvvisamente e del tutto annientata.
'Stai calma' pensò, deglutendo, toccandosi i capelli rossi 'James era molto arrabbiato. Avrà deciso di rimanere fuori tutta la notte per rilassarsi. Se la sa cavare da solo. Domani mattina, quando ti sveglierai, lo troverai a tuo fianco. Adesso va a letto, torna a dormire e smettila di fare la bambina stupida'.
La ragazza tornò nella propria camera da letto, ma non riuscì ad addormentarsi per diverso tempo, svegliandosi comunque molto presto, quando ancora tutti gli altri erano tra le braccia di Morfeo; il posto accanto al suo era ancora vuoto e lo stesso valeva per la palestra, la cucina ed il salotto.
Si sforzò di mangiare qualcosa ed attese l'arrivo degli altri per approfondire la faccenda.
"No, non l'ho visto" rispose Nicholaj, senza alcun turbamento "perché?"
"Non penso sia rientrato"
"E la cosa ti preoccupa?"
"Certo che mi preoccupa"
"Avrà deciso di passare la notte fuori. Non sono un indovino, Nad, e non m'interessa quello che James fa. È abbastanza grande per badare a sé stesso, non credi? O vuoi dirmi che voi due continuate a vedervi durante la notte?"
"Io non ti devo alcun tipo di spiegazioni" rispose la rossa, affondando le unghie della mano sinistra nel braccio del fratello, provocandogli dei piccoli taglietti "e faresti meglio a cambiare il tuo atteggiamento".
Chiese spiegazioni anche a Peter, e quando anche lui le rispose che non vedeva il suo migliore amico da ormai ventiquattro ore, decise che era arrivato il momento di parlarne con Rhodey.
L'uomo ascoltò in silenzio le parole agitate della ragazza, annuendo di tanto in tanto.
"Secondo me non ti devi preoccupare, Nadja, sono sicuro che James sarà a casa a momenti"
"Ma non era mai successo prima. Tutte le volte in cui si è allontanato dalla Villa è sempre tornato dopo qualche ora"
"Lo so, ma penso che tu sappia meglio di me che sta passando un brutto periodo"
"Si..." mormorò lei, annuendo con la chioma rossa.
"Facciamo così" disse, allora, Rhodey "se entro altre ventiquattro ore non ritorna andiamo a cercarlo, se non lo troviamo avvertiremo lo S.H.I.E.L.D, ma sono sicuro che andrà tutto bene"
"D'accordo" rispose la più piccola, voleva disperatamente credergli, ma non riusciva a scacciare via quella terribile sensazione.
Le ferite di Zemo erano state medicate con cura, ma lui non si era ancora svegliato, di conseguenza Charlotte, Bucky, Sam e Sharon potevano solo fare congetture sul perché avesse bussato alla porta della loro abitazione.
"Secondo me è una trappola" iniziò il più grande, con una smorfia, per nulla contento di trovarsi a pochissima distanza dall'uomo che non si era fatto scrupoli a sfruttarlo per il proprio piano di vendetta.
"Le sue ferite sono vere" rispose Charlie, che nel frattempo si era fatta una doccia e si era cambiata gli abiti sporchi di sangue "non può essere una trappola. Qualcuno ha provato ad ucciderlo e lui è riuscito a scappare"
"E chi voleva ucciderlo?".
Tra i quattro calò un silenzio improvviso, perché sapevano che non c'era bisogno di rispondere a quella domanda.
"Ma se è stato Rumlow, allora vuol dire che sa dove ci troviamo..." parlò di nuovo Bucky, provocando un brivido di terrore in Charlie.
"Magari Zemo non sapeva che questa Villa..."
"Cosa? Pensi davvero che sia arrivato per caso da noi? Dai, Charlie, non puoi essere davvero così innocente. Lui sapeva..."
"Ma, allora..." intervenne Sam "se Rumlow sa che noi siamo qui, perché non ci ha ancora attaccati?"
"Non ci resta che aspettare che si svegli"
"E se impiegherà giorni? Se non si sveglierà più?"
"Scusate. Ho bisogno di prendere una boccata d'aria" sussurrò Charlotte, all'improvviso, uscì dalla Villa quasi correndo, s'inginocchiò vicino ad un cespuglio e vomitò quello che aveva mangiato per colazione, mentre la nausea le impediva quasi di respirare, tanto era forte.
Stava riprendendo fiato quando venne raggiunta da Sharon, preoccupata.
"Stai bene?"
"Ho vomitato"
"Ti aiuto ad alzarti? Hai la febbre?"
"No... Ho solo la nausea. Adesso mi passa. Non dirlo a Bucky ed a Sam. Ohh, Sharon, sono così inutile... Se avessi ancora i miei poteri potrei guarire Zemo, invece siamo qui a perdere tempo prezioso..."
"Non darti la colpa. Hai sacrificato i tuoi poteri per l'uomo che ami, non c'è nulla di più nobile di questo" rispose la bionda, poi si morse il labbro inferiore "è la prima volta che hai la nausea di mattina?"
"No, ce l'ho da qualche giorno"
"Ohh!".
L'esclamazione fece alzare il viso alla più piccola, le bastò uno sguardo per intercettare i pensieri dell'altra.
"Oh, no, no... Lo sai come sono le cose tra noi due..."
"Charlotte, io non sono una stupida. So come vi guardate quando pensate che io e Sam siamo distratti e poi le pareti non sono così spesse"
"Ahh..." si limitò a dire la più piccola, mentre le guance assumevano un colore rosato.
"Ti consiglio di fare un salto in farmacia, magari hai ragione tu, ma è meglio esserne sicuri"
"Sharon?"
"Si?"
"Quando ti deciderai a dare una possibilità a Sam? Se, invece, non provi nulla per lui è meglio che glielo dici. Non merita di soffrire per amore"
"D'accordo" si limitò a rispondere lei, senza specificare a quale pezzo della frase si stava riferendo; quando rimase da sola, la giovane appoggiò la fronte ai mattoni che formavano il lato sinistro della Villa, cercando d'ignorare il malessere generale che sentiva.
Non poteva essere incinta.
Non poteva.
Non poteva.
Non poteva.
"Piccola?".
La voce di Bucky la fece trasalire e voltare di scatto, lui alzò le mani, come per farle vedere che era completamente disarmato.
"Scusami... Ho sempre i nervi a fior di pelle..."
"Va tutto bene?"
"Si... Si...".
Il giovane uomo si avvicinò e le prese entrambe le mani, infondendole calore con quel semplice contatto.
"Non hai nulla da temere, adesso ci sono io con te"
"Lo so" rispose la più piccola, sforzandosi di sorridere, mentre rientrava si appuntò mentalmente di fare un giro in farmacia l'indomani pomeriggio.
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An Unexpected Host; American, Patriot, Soldier (✔️)
FanfictionTERZO ED ULTIMO LIBRO. Steven Rogers non c'è più e Bucky Barnes, il suo migliore amico, ha preso il suo posto, diventando il nuovo Capitan America. La situazione generale, però, non è semplice. Bucky non si sente adatto al ruolo: il suo passato pesa...