E il cuore fa male

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Ignazio mi sta vicino, è da due giorni che non mi lascia solo. È da due lunghi giorni che trattengo le lacrime e non mi mostro affettuoso verso di lui.

Sapere che mia madre ha perso tutta la stima che aveva verso di me, sentirmi dire che quel bacio con Ignazio le ha fatto schifo, sentirmi sbagliato, fuori luogo, il figlio che nessun genitore vorrebbe, sentire tutte queste emozioni insieme mi ha gettato nello sconforto.
Per la prima volta mi sono vergognato di quello che provo per Ignazio, ho avuto paura di me stesso e mi sono sentito così debole da non riuscire a difendere il nostro amore.

Sono seduto in soli slip al pianoforte della nostra camera di hotel, fisso i tasti da molti minuti senza riuscire ad appoggiare le mani, con Ignazio non ho parlato di quello che provo e lui non mi sta mettendo fretta anche se so che è in pensiero per me. Gli ho rovinato questi giorni a Taormina, giorni che dovevano essere solo nostri, dovevano essere spensierati ma non lo sono

Igna <<Piè...
Il suo tocco sulla mia spalla mi fa trasalire, in parte mi conforta.

Igna <<vestiti, andiamo via di qui>>

Io <<andiamo a casa?>> sussurro

Igna <<andiamo alla casa al mare,  stare qui ti sta facendo male>> mi sussurra

Io <<ok...

Igna <<vestiti amore, andiamo. Non posso più vederti così>> mi bacia sulla spalla ma io subito mi alzo evitando altri contatti.

Non so perché ma non riesco a lasciarmi andare, sono bloccato con lui, mi sento come se fosse sbagliato quello che provo.

Non mi sono mai sentito così e forse è proprio questo il problema.
Sento che il cuore potrebbe esplodermi da un momento all'altro per tutto il dispiacere, per le sensazioni negative e per queste emozioni che non so far emergere.

Mi vesto in fretta, stare qui forse davvero non mi fa bene, sistemo la valigia senza proferire neanche una parola.

Igna <<sei pronto? >> mi chiede notando che lo sto fissando mentre si abbottona la camicia

Io <<sì...possiamo andare>> mi sorride ma io muovo solo le labbra in una smorfia più che in un sorriso.

È da due giorni che non riesco a sorridere,  non riesco quasi neanche a respirare. Ho bisogno forse dei miei spazi o dovrei imparare a lasciarmi andare anche davanti a Ignazio, senza paure.

Mi ritrovo poco dopo in taxi con lui e subito dopo in aeroporto.

Mi assale un senso di malinconia, un qualcosa che aumenta questo malessere che mi fa compagnia. I ricordi di me, dei miei genitori che puntualmente mi salutavo in aeroporto quando ero un ragazzino, il loro sguardo fiero così diverso da quello presente,  deluso, stanco di me.

Igna <<Piè, ehy...ti va di bere qualcosa? Un caffè, una spremuta di arancia...

Io <<no, è tutto ok>> sussurro.
Ignazio non mi dice nient'altro, mi resta vicino anche in aereo e ammetto che ad alta quota mi lascio un poco più andare stringendo la sua mano nella mia, Ignazio merita di sapere che per me è importante,  che questo mio momento non mette in dubbio i sentimenti che provo per lui.

Igna <<sono qui...

Io <<mi dispiace>> sussurro in un soffio

Igna <<non devi dispiacerti di quello che provi adesso>> annuisco appena, le parole non riescono a esprimere tutto il caos che ho nella testa

Igna <<ne usciremo insieme, te lo prometto. Restiamo qualche giorno alla casa al mare, insieme e lontano da tutto andrà sicuramente meglio>>

Potremmo ritornare-PBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora