Prendere la propria vita in mano

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Avvolto nel mio accappatoio, intento a fissare il soffitto steso sul mio letto. Sento dei rumori provenienti dalla cucina, sicuramente Ignazio che sta cucinando qualcosa.
Ci ignoriamo, io non voglio fare scenate di gelosia e lui non vuole parlarmi di sé e Ilenia.
Voglio restare qui, tranquillo e solo, intento a recuperare le forze dopo la mia solita ora di palestra.

Avverto il cellulare trillare, un numero che non conosco,  esito nel rispondere ma poi per curiosità lo faccio

Io"pronto...

X"signor Barone, sono Fabrizio, ho avuto il suo numero da Ginoble, vorrei parlarle, la disturbo?"

Io"mi dica" dico sollevandomi e andando verso la finestra

Fab" sono il direttore de La Fenice di Venezia, avrei bisogno di un tenore per la Turandot. La avviso che è una parte da protagonista, è una buona parte"

Io "la Turandot...

Fab "sì, sarebbe interessato?"

Io "certo, assolutamente. Anzi la ringrazio per avermi cercat...

Fab "ci vediamo in teatro domani in serata, le darò tutte le informazioni necessarie. Buona giornata" non ho neanche modo di rispondere che mi viene interrotta la telefonata.

Resto immobile per qualche attimo, giusto il tempo per capire che mi è stata proposta una parte nella Turandot, a Venezia, una parte non minore e non solo perché qualcuno era malato. Questa volta hanno scelto me, forse Gianluca ci ha messo lo zampino ma non ha sicuramente puntato il coltello alla gola a nessuno.

Mi siedo sul letto e sprofondo subito dopo tra le lenzuola tornando a fissare il soffitto ma con uno sguardo nuovo, questa volta non guarderò a cosa vogliono gli altri, seguirò i miei obiettivi,  i miei sogni, le mie ambizioni senza aver paura di deludere qualcuno se non me stesso.

È probabilmente l'occasione giusta al momento giusto, quando tutto sembra girare per il verso opposto. Devo solo trovare il modo di far capire a Ignazio che questo lavoro non mette in discussione i nostri progetti, vorrei comunque continuare a collaborare con lui, a cantare insieme e penso di poter gestire tutto se solo lui possa venirmi incontro almeno un poco. E poi devo ringraziare Gianluca per aver pensato a me.

Chiudo gli occhi per un poco, il respiro è regolare, i pensieri meno negativi e l'animo più soddisfatto.

Igna <<è quasi pronto il pranzo>> sento la voce di Ignazio,  lo avverto distaccato,  freddo come è da quando abbiamo parlato seriamente l'ultima volta.

Apro gli occhi voltandomi verso la porta e vedo che mi sta fissando o meglio mi stava fissando ma quando i nostri occhi si sono incrociati, è sfrecciato in cucina.

Sospiro, lo raggiungo con l'intenzione di parlare della proposta di lavoro che ho ricevuto, merita di saperlo e di essere rassicurato nonostante non stia andando benissimo tra noi.

Io <<hai già apparecchiato>> gli dico passando le dita sulla tovaglia

Igna <<Siediti, è ormai pronto>> ribatte annullando quel poco di dolcezza che ho cercato di usare.

Mi siedo a tavola, prendo un respiro per non scattare e rovinare tutto; lo vedo porgermi un piatto di pasta e gli sorrido grato per poi trovarmelo difronte a me.
Mangiamo in silenzio, con calma, guardandoci ogni tanto ma non troppo ed è quando noto che entrambi abbiamo lasciato il piatto vuoto che inizio a parlare

Io <<dovrei dirti una cosa Ignà>> i suoi occhi si spalancano leggermente,  si limita ad annuire e forse è meglio che stia zitto e no che parli a sproposito.

Potremmo ritornare-PBDove le storie prendono vita. Scoprilo ora